Ho letto che in una sala cinematografica hanno per errore proiettato il secondo tempo di "The tree of life" all'inizio e il primo tempo alla fine. Nessuno sembra essersene accorto, si sprecavano commenti che definivano il film un capolavoro, un' "opera che ha fondato un nuovo linguaggio cinematografico". Non voglio neanche entrare nel merito dei significati che l'autore ha cercato di veicolare con la sua opera. Alcuni critici hanno scritto che l'autore ha voluto rappresentare niente meno che la cosmogenesi del pianeta e temi essenziali come la grazia, la condizione umana, il senso della vita e della morte. Ma sul piano della veicolazione dei significati, del rapporto che l'autore deve stabilire con i fruitori del suo lavoro, il film mi pare un fallimento quasi completo. Un film in cui la smisurata ambizione delle intenzioni è direttamente proporzionale al senso di vuoto che genera nello spettatore (almeno nel mio caso), un film in cui la narrazione appare frantumata e rimescolata in un modo random, zeppo di riferimenti ermetici che si perdono come in un labirinto costruito per confondere la persona che ci si trova dentro. Lo spunto centrale del film appare persino banale: una famiglia del Texas degli anni '50, tre fratelli con un padre autoritario e bigotto e una madre tenera e complice. Uno dei fratelli muore e l'intera famiglia deve affrontare il senso di perdita che li colpisce. Ma tutto ciò è intervallato da digressioni sul passato preistorico del pianeta, voci fuori campo che discettano della via della grazia e di quella della natura e un profluvio di immagini estetizzanti che sembrano tratte dal "National Geographic". Malick è un autore di talento e sembra aver voluto comprimere nel film una ricerca personale e professionale durata 40 anni; purtroppo l'effetto che ha generato è simile a quello di un pittore che continua a dipingere sulla sua tela fino a trasformare il disegno del suo quadro in una massa informe di pennellate che annulla ogni riferimento riconoscibile.
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gabrielpiazza
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giovedì 21 luglio 2011
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finalmente
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Volevo scrivere una mia recensione, ma la tua raccoglie perfettamente il mio pensiero. Vivo di cinema, ci vado almeno due volte a settimana, amo soprattutto il cinema d'autore. Penso che Malick sia stato abile a costruirsi un personaggio: chi lo critica viene spesso tacciato di insensibilità o di incompetenza, manco fosse Kubrick o Chaplin. Rivendico il mio diritto di dire che "The tree of life" è "una cagata pazzesca" (cit.) senza essere accusato di superificialità!!! Anche perchè amare questo film mi sembra sintomo più di conformismo e idolatria che di reale competenza, probabilmente se lo stesso film lo avesse diretto un regista qualunque, le stesse persone che oggi lo definiscono un capolavoro sarebbero uscite di sala a metà proiezione.
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Volevo scrivere una mia recensione, ma la tua raccoglie perfettamente il mio pensiero. Vivo di cinema, ci vado almeno due volte a settimana, amo soprattutto il cinema d'autore. Penso che Malick sia stato abile a costruirsi un personaggio: chi lo critica viene spesso tacciato di insensibilità o di incompetenza, manco fosse Kubrick o Chaplin. Rivendico il mio diritto di dire che "The tree of life" è "una cagata pazzesca" (cit.) senza essere accusato di superificialità!!! Anche perchè amare questo film mi sembra sintomo più di conformismo e idolatria che di reale competenza, probabilmente se lo stesso film lo avesse diretto un regista qualunque, le stesse persone che oggi lo definiscono un capolavoro sarebbero uscite di sala a metà proiezione.
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kyuss
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venerdì 5 agosto 2011
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è confortante...
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vedere che abbiamo visto lo stesso film e tratto le stesse conclusioni. La trama principale scarna, sacrificata (praticamente inesistente) ed un sacco di fuoricampo completamente non collegati con la narrazione. Ci sono vari modi per descrivere la perdita, il lutto ed il modo di affrontare il dolore (Eastwood ne ha espresso uno, Hereafter, altrettanto complicato nel suo sviluppo e sprofondato sotto una cappa di disperazione persistente), quello di Malick lascia molto a desiderare. Ripeto dalla mia recensione: avrebbe potuto approfittarne meglio visto il cast ed il tempo a sua disposizione.
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marione
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giovedì 18 dicembre 2014
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pienamente d'accordo
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soprattutto con gabrielepiazza, somiglia a una bufala pazzesca, buona per palloni gonfiati autoreferenziali, talmente tronfi nel loro vuoto conformismo esistenziale da tacciare di inferiorità quelli ai quali semplicemente non è piaciuto. Peccato per l'ottimo cast sprecato, come il tempo di chi ha visto questo inutile film.
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