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Cinema francese un pò superficiale e spesso scontato, soprattutto nella prima parte, ma che non giudica nessuno e mantiene una classe ed un'ironia particolare, neanche questa mai sentenziosa (Quella frase sull'ex- bambino che, quando cade, si alza e prende gli applausi). Certo, la trovata _ripetuta- dei vivi che parlano col morto non è esaltante. Ma i protagonisti annoiano (Un pò) di meno di quelli del discutibile "Les chansons d'amour", altro film che (si) proponeva di mescolare canzoni e realtà, ed alla fine il morto, che "Dice" al figlio vivo di avere provocato apposta tutto questo trambusto, mi richiama il "Regista" del "Basta che funzioni" alleniano. E'come se avesse una visione d'insieme, (Percepibile negli intensi ricordi che ha lasciato ma anche nelle scene che lo vedevano protagonista), termine del resto molto applicabile ad un filmetto in cui realtà e spettacolo si fondono abbastanza armoniosamente. A proposito delle (Pochissime) scene appena citate, l'evidentissima omosessualità non serve tanto per il solito pistolotto sul gay , ma per lasciare spazio adun'instabilità, anche sessuale, che caratterizza alcuni protagonisti. Come fosse tutto instabile, a cominciare dalle emozioni dei prsonaggi stessi.
Da segnalare Géraldine Pailhas, attrice in Italia praticamente (Semi?) sconsosciuta, impegnata nel complicato ma interessante personaggio di Marianne.
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