Torna al cinema in versione restaurata uno dei capolavori diretti da Renoir (e da lui scritto insieme a Charles Spaak prima del II conflitto mondiale). “La grande illusione”, forte di una progressione drammatica sempre più intensa e lirica nelle 3 parti dello script (il primo campo, la fortezza, la campagna nebbiosa) è una pellicola elegante e raffinata, mirabile ed efficace nel ritrarre con malinconia la fine dell’aristocrazia, dei suoi ideali, del suo senso dell’onore, ed evocare un futuro ricco di solidarietà interclassista (la figura di Maréchal). Il film, in equilibrio tra coralità e intimismo, messinscena complessa e semplicità visiva, regia sensibile e attori immensi (Erich von Stroheim memorabile nel ruolo di von Rauffenstein; ma anche Fresnay e Gabin), racconta il tema dell’amicizia capace di superare barriere di classe e nazionalità.
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Torna al cinema in versione restaurata uno dei capolavori diretti da Renoir (e da lui scritto insieme a Charles Spaak prima del II conflitto mondiale). “La grande illusione”, forte di una progressione drammatica sempre più intensa e lirica nelle 3 parti dello script (il primo campo, la fortezza, la campagna nebbiosa) è una pellicola elegante e raffinata, mirabile ed efficace nel ritrarre con malinconia la fine dell’aristocrazia, dei suoi ideali, del suo senso dell’onore, ed evocare un futuro ricco di solidarietà interclassista (la figura di Maréchal). Il film, in equilibrio tra coralità e intimismo, messinscena complessa e semplicità visiva, regia sensibile e attori immensi (Erich von Stroheim memorabile nel ruolo di von Rauffenstein; ma anche Fresnay e Gabin), racconta il tema dell’amicizia capace di superare barriere di classe e nazionalità. Una delle opere più pacifiste mai realizzate (insieme a “Orizzonti di gloria” di Kubrick). Vinse la Coppa della giuria al festival di Venezia.
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[+] un film immortale!
(di tom87)
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