A leggerla con attenzione c'è una sorta di velenosità nata, a parer mio, dalla frustrazione 1) di non poter collocare la pellicola in un genere preciso e 2) di doverci mettere del proprio. Il fatto che non sia un film facile ed immediato ha innervosito la nostra apripista che, evidentemente, ad un certo punto ha mollato la presa predisponendosi ad un giudizio NE' NEGATIVO NE' POSITIVO MA SCONCERTATO... SCONCERTATO MA SCONCERTANTE, però! Povera Marzia, fatele recensire film più semplici la prossima volta....
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hollyver07
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martedì 8 marzo 2011
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condizionamento...? chissà...!?
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Ciao, Onestamente la recensione della sig. Gandolfi non mi è piaciuta, forse perchè si è persa in iperboli descrittive che rubavano spazio ad una più semplice "lettura" (magari troppo semplicistica) di ciò che sia plausibile attendersi da questo film (un fatto casuale..?). Per quanto mi riguarda, il genere di classificazione di "Black swan" è semplice... Drammatico! Se poi si vuole disquisire sul perchè di tale affermazione, oppure su quali metodi artificiosi Aronofsky abbia usato per mascherarlo da film visionario... allora la cosa diventa assai più complessa, precisando... non per la spiegazione ma per il "dibattito" che potrebbe originarsi. Saluti a te
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marezia
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mercoledì 9 marzo 2011
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mah...
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condizionamento o altro, io non mi capacito di come si possa non vedere la realtà, soprattutto nel caso di persone ABITUATE a riflettere. Io l'ho visto senza essermi preparata in nulla, seguendo fotogramma dopo fotogramma e ho capito BENISSIMO ogni sfumatura. E' stato faticoso però se ce l'ho fatta io... La sensazione che ho avuto alla fine della proiezione è stata quella di aver assistito ad una parabola descritta, come ho detto nella mia seconda recensione, attraverso l'uso dell'immagine secondo un criterio non strettamente cinematografico e non per l'uso della macchina a spalla (che ha indispettito la Gandolfi) ma per la capacità di creare esseri incorporei ma reali e vivi più di quelli in carne e ossa.
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condizionamento o altro, io non mi capacito di come si possa non vedere la realtà, soprattutto nel caso di persone ABITUATE a riflettere. Io l'ho visto senza essermi preparata in nulla, seguendo fotogramma dopo fotogramma e ho capito BENISSIMO ogni sfumatura. E' stato faticoso però se ce l'ho fatta io... La sensazione che ho avuto alla fine della proiezione è stata quella di aver assistito ad una parabola descritta, come ho detto nella mia seconda recensione, attraverso l'uso dell'immagine secondo un criterio non strettamente cinematografico e non per l'uso della macchina a spalla (che ha indispettito la Gandolfi) ma per la capacità di creare esseri incorporei ma reali e vivi più di quelli in carne e ossa. La sequenza finale del ballo in cui noi vediamo lo scontro tra i doppi e il loro avvicendarsi fino al raggiungimento della tanto agognata perfezione è una cosa STRAORDINARIA, che si apprezza SOLO SE CI SI STACCA DALL'IDEA CHE QUELLO CHE ACCADE SULLO SCHERMO SIA RAZIONALMENTE PLAUSIBILE IN SE' PER SE'. Un sapiente uso dell'immagine permette TUTTO a patto che si abbia una visione "tridimensionale", cosa che evidentemente è nota a pochi... 2 stelle sono un'ammissione di incapacità, la loro spiegazione una firma, pazienza. Resta UN CAPOLAVORO.
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