Immaturi

<<Immaturi>> è un'altra piacevole sorpresa per quanto riguarda la produzione made in Italy di questi ultimi mesi. Paolo Genovese dà infatti vita, poco dopo aver diretto il bel ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo, ad una pellicola ancora migliore della precedente. Forte di una sceneggiatura solida e trasparente, il regista mette insieme un cast simpatico e in stato di grazia, per raccontare una storia più o meno universale, sempre in bilico tra il sorriso e qualche venatura di malinconia. Malinconia che a tratti ricorda quella del bellissimo "Compagni di scuola" di Carlo Verdone, in cui si metteva in scena l'incontro tra ex alunni molti anni dopo la fine del liceo. Nessuno ne usciva bene; rimaneva una tristezza di fondo a far da collante alle vite che si erano riunite dopo tanto tempo. Anche in questo caso, nonostante il tono sia più leggero, i protagonisti si ritrovano in età adulta a dover fare i conti con se stessi: ci sono decisioni da prendere e scelte da cui fuggire, donne da amare o da (ri)trovare, amici traditi o che hanno tradito, e un passato che, in qualche modo, non se ne è mai andato davvero del tutto.  Come filo conduttore, l'esame di maturità annullato e che tutti, già impegnati(?) con le proprie esistenze e i rispettivi lavori, dovranno sostenere una seconda volta; pena l'annullamento delle varie posizioni professionali raggiunte per i più, o la perdita di quell'unico traguardo ottenuto nella vita per qualcun altro.
Il film fa ridere, ma va anche oltre. Dipinge una generazione che, come canta Alex Britti nella canzone portante della colonna sonora, forse matura non sarà mai. E, probabilmente, va bene così. Ognuno cerca di trovare il se stesso che vorrebbe essere, e i riferimenti a Epicuro non sono semplicemente dovuti all'esame che i nostri dovranno sostenere. Perché i protagonisti si interrogano davvero, e ci interrogano, sulla ricerca della felicità; si accorgono, chi più chi meno, che forse non sempre ci si deve poi accontentare per riuscire ad essere davvero felici. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che riporta gli ex compagni di classe (e molti spettatori) indietro a quegli anni rispetto ai quali loro, ultratrentenni di belle speranze, non sono mai davvero cambiati. Perché nonostante il nuovo millennio, nonostante internet, nonostante le donne, i figli, il lavoro , le responsabilità, quei ragazzi/adulti sono ancora lì, su di una spiaggia, con un croissant in mano, a cercare di capire qualcosa di loro stessi, prima ancora di ciò che devono affrontare, e anzi in funzione di questo.
C'è tanta nostalgia in questa pellicola corale, recitata alla perfezione da tutti (Bova e Memphis in particolare, ma nessuno è da meno); c'è una storia che scorre via liscia ed è capace di far ridere e riflettere al tempo stesso; c'è la voglia di dimostrare che è possibile fare del buon cinema senza doversi inventare nulla o dover andare a cercare chissà quale trovata che possa stupire a tutti i costi. 
Chiedere di più, in questo caso, non avrebbe senso, perché questa non è soltanto un'opera riuscita. Questo è davvero un bel film.