L'onda

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Un film di Dennis Gansel. Con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul.
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Titolo originale Die Welle. Drammatico, durata 101 min. - Germania 2008. - Bim Distribuzione uscita venerdì 27 febbraio 2009. MYMONETRO L'onda * * 1/2 - - valutazione media: 2,91 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Perché in Italia non si fanno film così? Valutazione 4 stelle su cinque

di Rescart


Feedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart
domenica 9 gennaio 2011

Il film parte dall’idea, suscitata dal normale desiderio di un docente e della sua classe di creare motivazione alla partecipazione scolastica e interesse a seguire attivamente la lezione, di applicare il metodo scientifico sperimentale ad una affermazione (oggi in Germania il nazismo non potrebbe più tornare) nel tentativo di “falsificarla, cerando cioè di fare letteralmente di tutto per dimostrare che tale affermazione potrebbe essere falsa, arrivando alla conclusione che sì, forse il nazismo, almeno a breve termine, non potrebbe ritornare, ma il fascismo è sempre dietro l’angolo. Come lo fu in Italia dopo la fine della I guerra mondiale è lo è tutt'oggi ad ogni piè sospinto. A differenza del nazismo infatti il fascismo può essere fatto risorgere in qualsiasi momento, non necessita di una profonda crisi economica e sociale ma solo del suo spauracchio, il ripetere continuamente che una società potrebbe soccombere se se non si chiude a riccio e non espunge dai ranghi della sua classe dirigente è obnubilato da ideologie neo-giacobine ed eterodirette. Da noi il fascismo c’è veramente stato e continua ad essere una minaccia proprio nella scuola. Mussolini fu un burattino in mano alla classe borghese dirigente italiana (ma forse non solo) degli anni ’20 e ’30, come il nostro professore di educazione fisica, nonché allenatore di pallanuoto, viene apertamente sostenuto dal preside della scuola. Ma tutto questo, che è veramente accaduto in una scuola degli Stati Uniti negli anni ’60 (anche se lì la domanda di partenza fu: “com’è stato possibile che milioni di tedeschi non si accorgessero del genocidio che si stava perpetrando sotto i loro nasi?”) e che il regista considera plausibile possa avvenire in una scuola tedesca dei nostri giorni, non potrebbe mai avvenire in una scuola italiana dove un Preside è già di regola una sorta di controllore (o se si preferisce di dittatore) che bloccherebbe sul nascere qualunque tentativo di fare bizzarri esperimenti da parte di un professore. Come è avvenuto per quel professore recentemente licenziato per aver scannato davanti ai suoi studenti un paio di coniglietti ottimi da fare in salmì. In Italia i docenti sono fra i meno pagati dell’occidente e il loro uno dei lavori più bistrattati ad ogni livello scolastico. Eppure è stato anche merito degli insegnanti se l’Italia è diventata una potenza economica mondiale nel secondo dopoguerra. La società italiana è sempre stata, e lo è anche oggi, a rischio di fascismo, senza dovere aspettare una nuova grande depressione, come è successo in Germania dopo la crisi economica mondiale del ’29. A proposito infine della domanda che ha innescato nella realtà l’esperimento del professore statunitense, personalmente penso che io, che pure sono insegnante, invece di fare l’esperimento avrei risposto che questo piano malvagio di sterminare tutta la razza ebraica fosse sin dall’inizio della mente di Hitler, il quale per realizzarlo iniziò coll’eliminare sistematicamente altre tipologie di persone (zingari, testimoni di Geova, disabili mentali, omosessuali, oppositori del regime) riguardo i quali era facile ottenere il consenso sulla loro soppressione, quasi fosse una sorta di eutanasia., mentre non sarebbe stato possibile neppure ad un personaggio carismatico come Hitler realizzare sin dall’inizio la shoah perché gli ebrei non rappresentavano una catehoria di persone particolarmente fastidiosa o imbarazzante per la gente comune.

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