L'infernale Quinlan |
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Un film di Orson Welles.
Con Janet Leigh, Charlton Heston, Marlene Dietrich, Orson Welles.
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Titolo originale Touch of Evil.
Poliziesco,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 93 min.
- USA 1958.
MYMONETRO
L'infernale Quinlan
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un vero capolavoro di stiledi il cinefiloFeedback: 35226 | altri commenti e recensioni di il cinefilo |
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domenica 22 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
TRAMA:La storia si svolge al confine tra gli Stati Uniti e il Messico dove un poliziotto messicano onesto(l'attore è Charlton Heston)si trova a scontrarsi con i metodi investigativi ambigui del capo della polizia Hank Quinlan(Orson Welles)...RECENSIONE:Il regista e attore Orson Welles realizza con TOUCH OF EVIL(il titolo originale)una delle opere noir più complesse e affascinanti del cinema americano. Questo film si contraddistingue da molti altri film di questo genere grazie anche all'uso geniale che O.Welles fa della cinepresa il quale,attraverso una serie di inquadrature e piani-sequenza molto particolari,riesce a farne uno strumento con il quale non si limita a filmare le potenti interpretazioni dei protagonisti ma diventa un autentica"lente d'ingrandimento"sulla personalità dei personaggi che gli attori si trovano a portare sullo schermo e soprattutto sul personaggio di Hank Quinlan. La potenza del film si trova proprio nella cinepresa e nella tecnica"Wellesiana"di costruire una realtà composta unicamente di luci e ombre(che vale dal punto di vista tecnico-stilistico e da quello psicologico analizzando le personalità dei due poliziotti in cui,se da una parte uno di loro è tanto onesto e "limpido" professionalmente l'altro,al contrario,rivela un ambiguità immorale e una meschinità senza limiti)e che ricorda,sotto questo aspetto,la maestria dimostrata in QUARTO POTERE. Il regista dimostra una grande bravura anche nel portare in scena,oltre ai protagonisti,anche una carrellata di attori secondari(ma non meno particolari)quali Marlene Dietrich e Joseph Calleia e resta indimenticabile la frase finale detta a proposito di Quinlan:"era un farabutto ma a modo suo era un grande uomo"svelando così un apparente e geniale paradosso della sceneggiatura(scritta dallo stesso regista).
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