L'evaso

Questo è uno dei film più affascinanti che io abbia mai visto. Le chiuse sul canale, i battelli che passano piano, la pioggia che sbatte sui vetri, quasi a significare solitudine e malinconia. Ho letto che si parla di un film crepuscolare, ed è la piena verità, talmente è intriso, come ho già detto, del vero sentimento della solitudine. Un evaso, che non ha più nulla da perdere e nessun posto dove andare, trova rifugio e lavoro presso una contadina, una vedova, una splendida Simone Signoret. Questa donna, ormai anziana, dura solo in apparenza, trova conforto e rifugio nelle braccia di un fantastico Alain Delon. Questo film potrebbe essere un film muto, talmente è intensa, facciale e di movimento la recitazione dei due splendidi attori. Ma quale è il vero tema del film? L'invidia e la cattiveria altrui, molto spesso gratuita. E si tratta di un'invidia covata, ragionata, che esiste in moltissime persone. Shakeaspeare, nel suo celebre "Otello", fa dire a Jago: "La tua vita è una primavera e dà ombra alla mia". Per questo Iago rovina Otello, perchè la sua presenza è la negazione di se stesso. L'evaso è rovinato dall'invidia presente in molte famiglie. Ci possiamo scegliere gli amici, ma i parenti, purtroppo, no. Contro questo sentimento molto spesso non c'è nulla da fare, come non c'è nulla da fare davanti al falso perbenismo della collettività. Bellissima la scena in cui la Signoret, al lavabo pubblico, lava gli indumenti del suo uomo, incurante degli sguardi invidiosi ed indagatori delle altre donne. Una frase di un dialogo è un vero capolavoro: "Nessuno ci capirà" - dice la Signoret. Delon risponde: "Nessuno capisce mai". Penso non ci sia altro da dire.