Black Sheep |
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Un film di Jonathan King.
Con Nathan Meister, Danielle Mason, Tammy Davis, Peter Feeney, Oliver Driver.
continua»
Horror,
durata 87 min.
- Nuova Zelanda 2006.
- Mediafilm
uscita venerdì 19 settembre 2008.
MYMONETRO
Black Sheep
valutazione media:
2,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Zappoleide -Parte Seconda-di ReiverFeedback: 6088 | altri commenti e recensioni di Reiver |
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giovedì 20 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ecco un film da segnalare. Mi piacciono i registi di personalità, quelli a cui non basta fare il compitino. Questo Jonathan King è uno di quelli. Anche Zappoli l'ha capito. Tre stelle. Tre stelle a questa "cosa". Si, perchè King, ripeto, non si è accontentato, è voluto andare oltre, e il risultato è uno dei film più orrendi (sul piano artistico, se esiste in questa pellicola ) e stupidi (sul piano dell'intelletto, anzi del non-intelletto) che io abbia mai visto. E l'ho visto tutto, fino al finale, che è una delle cose più sconclusionate, strampalate, volgari e senza senso della storia del cinema. Una roba inguardabile che ha avuto il pregio di scatenare il più grande effetto di umorismo involontario che io abbia mai registrato. Pecore geneticamente modificate, mostri metà uomo e metà pecora , trasformazioni che citano "l'ululato" di Dante, una sequenza copiata da "Gli uccelli" di Hitchcock (cosa discutibile, mettere assieme "uccelli" e pecorina), dialoghi assurdi... Eppure Zappoli parla di "cifra stilistica", di "tensione narrativa". Non so, delle due l'una: o è del segno dell'"Ariete" e dunque si è sentito parte in causa, oppure ha visto un altro film. L'apice "artistico" del film si ha quando il protagonista si mimetizza da pecora e viene subito "notato" da uno dei mostri, che non trova niente di meglio che provare a sedurlo... Già, proprio così. Qui non si sfiora il grottesco, ci si cade proprio dentro. Eppure, chissà, forse ha proprio ragione Zappoli... Chissà, forse verranno realizzati anche dei sequel. Così mi sono fatto venire delle idee su possibili soggetti. "Nightmare sheeps": le pecore che vengono contate prima di dormire escono dal sogno e fanno strage di chi si addormenta. "L'ultimo dei montoni": un povero montone , sentendosi usato e apprezzato solo per le sue virtù di maschio, decide di farla finita. "Natale a Usellus": De Sica trascorre le feste a pulire escrementi di pecora a Usellus, in Sardegna. "Il pecorone nero": un soggetto interessante, su un animale a cui uccidono i genitori e che dedica la vita alla vendetta, diventando un supereroe. "Il silenzio delle pecore": film sociale sulla nascita di un sindacato di pecore che si ribellano allo stereotipo della posizione della "pecorina", sostenendo la necessità di provare altre posizioni (lui sotto e lei sopra però si rovina la lana). "American pecoron": un elegantissimo pecorone, vestito Armani, fa il gigolò per vecchie pecore. Insomma, qualche idea buona c'è: lascio al regista King il compito di sviluppare questi soggetti, io non chiedo nulla in cambio. Solo che questi film vengano recensiti da Zappoli, così le tre stelle (come minimo) non mancheranno. Io ne metto solo una però. Perdonatemi, il mio cervello non è geneticamente modificato come le pecore del film, il fine umorismo e la tensione narrativa generati da pecorazze che divorano uomini non riescono a far presa su di me. Vi rimando alla prossima puntata di "Zappoleide": magari quando uscirà un film su uno scienziato che crea peni dentati geneticamente modificati. Il titolo è già pronto: "Il signore degli uccelli".
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