(13) Tzameti |
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Un film di Géla Babluani.
Con George Babluani, Pascal Bongard, Aurélien Recoing, Fred Ulysse
Thriller,
b/n
durata 93 min.
- Francia, Georgia 2005.
uscita venerdì 30 giugno 2006.
MYMONETRO
(13) Tzameti
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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quasi capolavorodi davide_chiappettaFeedback: 7859 | altri commenti e recensioni di davide_chiappetta |
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lunedì 17 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
geniale nell'idea della roulette come gioco costretto a farsi,il film ricorda un po hostel e turistas (che racconta un gruppo di ragazzi ignari in viaggio in brasile finite nelle mani di aguzzini che li uccidono a uno a uno per asportargli i loro organi e rivenderli) ma lo stile è super , di sangue ne scorre pochissimo per rendere l'orrore ancora piu reale, alcune situazioni ricordano molto il cameramen e l'assassino, tutti gli attori recitano in modo magistrale, perfetta l'idea di girare in francia perche la parlata francese rende bene l'idea del gioco, (cosi come nel "il cacciatore", i scommetittori parlano francese) siamo piu sulle parti di Melville o Becker (alcune cose ricordano Bresson come nell'argent)per i sguardi e i gesti che di altri registi moderni, ogni tanto il film perde di pochi secondi in tensione, (il commissario, il fratello del protagonista, la moglie del drogato morto e il morto stesso potevano essere rimpiazzati da altri attori piu credibile come fisicità), gli altri attori sono magistrali a partire dal protagonista stesso che sembra un giovane de niro o il tassista o i scommettitori o il "croupier" che urla ( è il migliore del film), l'orrore è diretto dopo quasi un ora di situazioni ordinarie, ci si trova catapultati dalla casa isolata in campagna a tamburi di pistole che ruotano, lenzuoli che coprono i cadaveri per dare l'effetto verita, il sudore del protagonista le sue smorfie di ancoscia, e tanti altri piccoli particolari per rendere credibile ogni secondo la situazione, nonostante tutto questo, nonostante la perfetta conoscenza e padronanza dei mezzi cinematografici che dispone il giovane regista, a una terza o quarta visione il film non esprime quasi piu nulla come emozione, credo sia un film che gli manca qualcosa (il finale è un po scontato) , forse doveva approfondire di piu alcuni personaggi o renderne credibili di altri, o forse il regista sembrava piu preoccupato a farsi notare che i grandi registi esistono ancora (se voleva scioccare avrebbe fatto una specie di hostel, per fortuna non l'ha fatto) certo la bilancia pende tutta sulla padronanza narrativa, ma non ci si stringe il cuore per il finale, come al contrario ci si stringeva per esempio nel finale delle Iene(il finale è piu importante del film stesso)
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