Un tripudio di effetti speciali e di bellissime immagini digitali: bello... per i primi tre minuti, poi basta. Imbastirci sopra due ore e quaranta di prolissità gratuite mi pare eccessivo. A ciò si aggiungano una trama d’una banalità disarmante (e ciò, spesso, in un film può voler dire poco, ma quando non c'è nemmeno null'altro di contorno assume un grande valore), una sceneggiatura ricolma dei soliti insipienti dialoghi cameroniani, un ridondante frastuono degli effetti sonori (forse realizzato per celare metaforicamente l'assordante vuoto di tutto il resto?) ed un millantato messaggio morale che alla fine si rivela in tutta la sua pochezza e pretestuosità ed ecco che otteniamo come esito un mediocre prodotto da botteghino che, con la messe di Oscar che sicuramente vincerà, consacrerà alla storia del cinema la figura di J. Cameron come regista più sopravvalutato di sempre. Avatar dura quasi tre ore ma potrebbe essere riassunto in un quarto d'ora di pellicola (nelle restanti si vedono solo grandi planate e scontri e spari e tutte quelle altre robe lì) e che dice di essere portatore di un grande messaggio di speranza nel promulgare la comunanza dell'uomo con la natura e l'amore verso la nostra Madre Terra... bla, bla, bla. Cose già viste, riviste, dette e ridette con tanta più efficacia e sincerità da tanti altri. Colossali effetti speciali del tutto fini a stessi. Non mi si venga però ad obiettare che questo sono le parole di un cinefilo che deve per forza ostentare il suo elitarismo snobbando tutto ciò che riscuote notevole successo di pubblico o che, ancor peggio, in fin dei conti Avatar è una fiaba e come tale può permettersi di risultare grande seguendo anche i canoni della banalità: guardo tanti film di autori amici del botteghino, continuerò a guardarli volentieri ed a giudicarli in base alla loro capacità di saper emozionare con un minimo di genuinità, senza dover andare a cercare le altezze stilistiche di Kubrick o di Hitchcock. Per quanto riguarda poi la questione fiabesca, beh, non posso che ribattere così: avete mai visto un film di Miyazaki? Anche quelle di Miyazaki sono pure fiabe di animazione in cui i buoni trionfano ed in cui il concetto di simbiosi con Madre Natura assume un'importanza principale, ma in maniera genuina e contornata da grande accuratezza stilistica e di elaborazione della trama. Senza andare a ricercare poi un autore così ostico al pubblico italiano (e non finirò mai di chiedermi perchè, data la sua infinita bravura ed accessibilità), basti ricordare le note e notevoli fiabe Disney, da Biancaneve a Il Re Leone: scontro tra buoni e cattivi, amore, trionfo dei giusti e lieto fine. Gli stessi schemi di Avatar, ma senza la necessità di ricorrere ad effetti speciali a raffica e frastuono di spari per colmare un colossale vuoto di contenuti ed un colossale unico intento, quello di sbancare al botteghino. Concludo togliendomi un piccolo sassolino dalla scarpa: il Farinotti, nella recensione de Il Buono, il Brutto e il Cattivo, dice che il messaggio morale che il regista tenta di far passare è "fumo negli occhi", mentre poi parla di Avatar in toni quasi entusiastici: beh, se era fumo negli occhi quello leoniano, questo di Cameron cos'è? Probabilmente una ciminiera d'inceneritore conficcata dritta dritta nella retina. Peccato: non mi aspettavo un capolavoro, ma almeno un film decente. Delusione totale. Una stella per il film, mezza per gli effetti visivi che, volente o nolente, sono di qualità. Basta.
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