Evil - Il ribelle |
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Un film di Mikael Hafström.
Con Andreas Wilson, Henrik Lundstrom, Gustaf Skarsgård, Jesper Salén, Marie Richardson.
continua»
Titolo originale Ondskan.
Drammatico,
durata 113 min.
- Svezia 2003.
uscita venerdì 12 novembre 2004.
MYMONETRO
Evil - Il ribelle
valutazione media:
2,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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without Evil, we wouldn’t know what good isdi Paolo SchipaniFeedback: 1039 | altri commenti e recensioni di Paolo Schipani |
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sabato 7 novembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
«L’unica parola per poter definire le persone come te è evil», è il parere del preside della scuola in cui studia Erik Ponti (Andreas Wilson). Erik è un sedicenne svedese che ama Gioventù bruciata; un James Dean nel contesto svedese degli anni ’50: ribelle, strafottente e con un patrigno autoritario. Espulso dalla scuola, viene mandato in un collegio privato per essere “disciplinato”. Il film di Mikael Håfström –tratto dal romanzo Ondskan di Jan Guillou- sviluppa la storia di Erik e del suo rapporto con le istituzioni antidemocratiche della Svezia negli anni ’50. Come aveva già fatto Alf Sjöberg in Spasimo (1944, con la sceneggiatura di un giovane Ingmar Bergman), il regista propone una fotografia della società svedese di quel periodo, osservandone il funzionamento scolastico. Professori severi e indifferenti al “nonnismo” a cui sono sottoposte le matricole nel collegio: regole ferree e umiliazioni fisico-psicologiche. Evil Erik reagisce alla malvagità in cui è sprofondato dimostrando, a sé e agli altri, i due volti della virtù di un uomo: prima il compromesso (porgendo l’altra guancia), poi l’orgoglio (ribellandosi). Scopre i valori dell’amicizia e dell’amore; recupera progressivamente la sua dignità; si fa maestro di valori socialdemocratici forse un po' lungimiranti per quel periodo. «Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza», sosteneva Gothe. Erik l’ha messo in pratica. La parabola dell’eroe umiliato che alza la testa giungendo al lieto fine non è una novità nella storia del cinema; ma la sceneggiatura di Hans Gunnarsson e le immagini di Håfström portano lo spettatore a una reazione fisiologica (si chiude lo stomaco) che non sempre il cinema è in grado di provocare. Il film ha ricevuto la nomination agli Oscar 2004 per il miglior film straniero, e ha sottolineato come without Evil, we wouldn’t know what good is.
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