Bastardi senza gloria |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Mélanie Laurent.
continua»
Titolo originale Inglourious Basterds.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 160 min.
- USA, Germania 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 2 ottobre 2009.
MYMONETRO
Bastardi senza gloria
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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140 minuti di tensionedi olgadikFeedback: 9778 | altri commenti e recensioni di olgadik |
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venerdì 9 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Difficile descrivere la sensazione di meraviglia mista a un certo fastidio che provoca l’ultima opera di Quentin Tarantino.Quando arriva la fine della proiezione di quasi tre ore, ci si accorge di non averla subita, come in Baaria, bensì vissuta con costante attenzione-tensione, fatti salvi i rari momenti di stanca. La tecnica della citazione e delle simmetrie interne tra ciò che è della sceneggiatura con ciò che accade nella finzione del cinema (tutto: quello di una volta e quello di oggi) è tipica dell’autore, ma in altre occasioni sembrava puro espediente o giochetto intelligente che lasciava freddi . In Bastardi senza gloria il fascino è dato da tre elementi. Il primo riguarda il fatto che la tecnica usata, cioè il gia visto e sentito, la pallina di ping-pong che va dall’accadere sullo schermo ai fatti narrati, è qui strettamente essenziale al dipanarsi dell’azione.Il secondo è un ritmo che non lascia spazi vuoti o cali di adesione ma tiene soggiogato lo spettatore come può farlo uno stravagante e colorato spettacolo pirotecnico.Il terzo è la composizione dell’inquadratura e la fotografia veramente superba. Basta citare la prima scena in campo lunghissimo o quelle relative ai personaggi femminili con vibranti primi piani e raffigurazioni che rimandano alla cartellonistica del cinema anni ’40. Non ho spiegato però la sensazione un po’ fastidiosa di cui parlavo all’inizio. Mi riferisco all’armamentario di brutalità sanguinolente che sono anch’esse un marchio di fabbrica della ditta, fin dai tempi di Pulp Fiction. Del resto l’autore è tale da doversi accettare in blocco con luci ed ombre, con la sua creativa genialità postmoderna, dove tutti i generi (che conosce da cinefilo e non solo da regista) nonché le memorie cinematografiche, si mescolano. Sotto i nostri occhi passano anni e anni di storia del cinema, come un enorme forziere da cui si attingono in continuazione oggetti. Per citarne solo alcuni, fortissima è la presenza di Fassbinder, di Ford, di Riefenstahl, del cinema francese alla Clouzot, dei sottogeneri italiani che il regista ama e conosce. Insomma il vero protagonista è il cinema insieme alla libera invenzione che lo guida. Solo nel buio di una sala infatti si può reinventare la Storia e far diventare una favola balzana, un po’ thriller, un po’ cinema di guerra, un po’ spaghetti-wetern, la Seconda guerra mondiale. Uno come Quentin Tarantino, curioso, intelligente e dispettoso come una scimmia, non poteva correre il rischio di presentare in forme canoniche quel terribile evento. In quanto al resto la musica è tale da comprendere anch’essa di tutto: dalle canzoni americane alla colonna sonora di film famosi, al classico Per Elisa. Tra gli interpeti mi è sembrato convincente per una recitazione duttile ed espressiva l’austriaco Cristoph Waltz; minore quella di Brad Pitt, ingrassato ad arte ma non per questo più efficace. Nei ruoli giusti le due coprotagoniste femminili vestite di raffinate toilettes anni ’40.
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