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Nello svariato numero di B-movies prodotti nel corso degli anni 50, sulla scia della cultura maccartista, questo titolo si evidenzia per originalita' del soggetto e per l'accuratezza delle scenografie. I maestri del genere si concentravano sulla spettacolarita' e complessita' degli effetti speciali o, come Siegel, mettevano al centro del racconto gli attori e non i "mostri" (ne L'invasione degli Ultracorpi). L'allievo Sherwood gioca umilmente carte semplici e dall'effetto incredibilmente realistico, accosta ad una scenografia, splendida e dettagliatissima, un "mostro inanimato" di grande effetto (e basso costo). Questo film diventa testimonianza involontaria di un'epoca: dalle splendide auto alla cittadina della provincia americana, a ridosso del deserto, rappresentata con dettagli accuratissimi. Grande la resa degli originalissimi effetti: la scena della diga, della valanga d'acqua, dei monoliti che crollano, il tutto realizzato con un modellino in miniatura, allagato ad arte e ripreso ad alta velocita', per poi riproiettarlo a velocita' normale, ottenendo un realistico effetto rallentato ed un nitido dettaglio dell'acqua in movimento. Un effetto ancora usato nei disaster-movies degli anni 90: una scena realizzata con tecnica simile c'e' in "Dante's Peak - La furia della montagna",addirittura 40 anni dopo, nel 1997, in era pre-digitale. Nel film si nota anche l'altra tipica caratteristica dei film di quell'epoca: stravaganti verita' scientifiche, per meta' credibili e per l'altra meta' fantastiche. In questo film l'acqua alimenta la crescita delle pietre meteoritiche, che succhiano silicio dalla pelle dell'uomo pietrificandolo, ma stranamente la stessa acqua, se salata, risolve ogni problema e risuscita i corpi gia' pietrificati. L'acqua salata fu un rimedio usato anche in altri film dell'epoca: contro le piante deambulanti ed urlanti del mitico "Giorno dei Triffidi".
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