Gli occhiali d'oro

   
   
   

come adattamento televisivo-illustrativo si salva Valutazione 3 stelle su cinque

di giorgio


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venerdì 22 agosto 2008

E' innegabile che il film non è precisamente un adattamento brillante di Bassani; ma non per questo, il film è da ritenersi 'tout court' infedele. Il romanzo 'gli occhiali d'oro' condivide con 'il giardino dei finzi contini' una scrittura complessa incentrata su un doppio livello, un livello etico-politico legato alla contemporaneità (per Bassani, la contemporaneità è iniziata col fascismo) ed un livello lirico-evocativo, di chiara impronta proustiana, come molto acutamente è stato detto già in questo 'forum'. Ora, certo 'gli occhiali d'oro' perpetua una tradizione cinematografica (da 'la lunga notte ...' a 'il giardino' di de sica) propensa ad impoverire e a rendere decisamente piatto ed illustrativo il versante storico-contemporaneistico del racconto di Bassani. Di solito, i registi sono propensi a sviluppare il lato lirico, il quale, però, spogliato della dialettica etico-politica di Bassani, viene spesso ridotto a facile sentimentalismo, stile 'bohème'. Non è così, invece, per la tragica storia dell'omosessuale Dr. Fadigati, che Montaldo rende con esattezza estrema, specie nel 'mix' di squsitezza mondana e stravaganza 'belle epoque' con cui è reso da Bassani. Se possibile, Bassani rende il persoaggio ancora più crudo, nel senso che insiste non poco sui lati materiali dell'omosessualità (es. la provocatoria proposta di Eraldo propalata al Dr. fadigfati in treno davanti agli altri ragazzi di visitargli -nientemeno!- l'inguine; l'io narrante che scopre il Dr. Fadigati a Bologna in compagnie di studenti 'bohèmienn'; l'io narrante che scopre il Dr. Fadigati in Via del Turco a Ferrara vicino alla 'latrina' di un casino ...). Certo, questa riuscita dipende dalla 'performance' di Noiret, che da solo di fatto regge il film. Menzione speciale anche per Stefania Sandrelli che con le sue maldicenze rovina la reputazione del Dr. Fadigati a Riccione: nel romanzo, è una signora cattolica di sani principi che si atteggia a tutrice della morale pubblica; nel film di Bassani è un personaggio forse più spinto alla maldicenza da civetteria femminile, ma comunque lo spirito del personaggio del romanzo mi sembra azzeccato. Certo, con queste limitate risorse, il film appare un adattamento illustrativo del romanzo di Bassani; con movenze comunque più da sceneggiato televisivo che da film vero e proprio. Poco brillanti gli altri attori da Rupert Everett, a Valeria Golino, a Nicola Farron. Sprecato Herlitzka.

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