Salò o le 120 giornate di Sodoma

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irripetibile come il suo autore Valutazione 5 stelle su cinque

di pep82


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venerdì 25 luglio 2008

Difficile parlare di Salò, sul quale si sono spesi fiumi d'inchiostro. La critica migliore di questo film comunque la fornisce lo stesso Pasolini nelle sue ultime interviste a Bachmann. Quest'ultimo propone due modi per giudicare il film: se lo si considera tecnicamente, pur essendo ben girato, con una buona fotografia e rappresentando il culmine dello stile cinematografico di Pasolini, non è granchè innovativo; ricordiamo, infatti, che all'epoca il cinema era in fase "rivoluzionaria" con i vari Kubrick, Fellini, Herzog, ecc., maestri assoluti della forma. Se, invece, si considera la sceneggiatura, il contenuto, il messaggio profetico, le sconvolgenti, inedite e tutt'oggi, 2008, insuperate, per quanto osano mostrare, immagini, allora "Le 120 giornate di Sodoma" va accostato ai capolavori del cinema di tutti i tempi. Non mi dilungherò nell'esporre la trama, che certo tutti ben conosciamo, ma proverò a "spiegare" il film in un altro modo. Ho ascoltato un'intervista a G.Fini del 1976, sulla morte del poeta e sul suo ultimo lavoro, che definì un falso storico. Ecco, come molti l'allora missino non capì che Pasolini non intendeva girare un film storico, sarebbe stato un folle ed un masochista. In realtà il potere "fantoccio" della repubblica di Salò, viene utilizzato come metafora del potere in generale e, in particolare, del nuovo potere, quello che nel '75 andava affermandosi e che oggi è giunto alla massima espressione: l'ideologia consumistica, che arriva a consumare e dissacrare la vita stessa, attraverso la manipolazione dei corpi, concedendo quante più libertà e diritti possibile, soprattutto in campo sessuale, per "liberare" l'uomo da ogni inibizione, per renderlo "falsamente" razionale, prono a qualsiasi tipo di consumo, irreligioso, per annullare ogni tipo di diversità tramite la tolleranza, l'integrazione, l'omologazione, la distruzione di ogni cultura particolare. Non dimentichiamo che Pasolini in quegli anni, andando contro la sinistra (in particolare gli odiati ed odiosi sessantottini e gli hippie) e i radicali, scrisse articoli contestatissimi come "Contro l'aborto", "Contro i capelloni", "La droga:una vera tragedia italiana", e arrivò ad auspicare che la chiesa passasse all'opposizione, poichè riteneva che, dopo secoli di nefandezze, nell'epoca moderna era diventata una vittima del nuovo sistema, un sistema che non sa che farsene di concetti quali Dio, Compassione, Pietà, Umiltà, impicci tra i piedi della massa che deve consumare; perciò la chiesa cattolica, più di qualsiasi partito o movimento, poteva, col senso del sacro, fronteggiare il genocidio dell'anarco-capitalismo libertario (strada oggi intrapresa dalla Spagna di Zapatero e, come prevedeva Pasolini, da tutta la sinistra libertaria e capitalista europea, il cui campione è la politica olandese, in cui non c'è ormai alcuna differenza tra destra e sinistra). Perciò Salò non è un'opera antifascista, lo stesso Pasolini considerava l'antifascismo, nella sua accezione originaria, ridicolo, poichè il fascismo e quel tipo di potere "arcaico" sono morti; ben più pericoloso è il nuovo fascismo, infinitamente più subdolo, meno riconoscibile, che si impone grazie alla concessione di (false) libertà, di mode pseudo-ribelli. Per sua fortuna Pasolini è morto prima di vedere lo scempio dei nostri giorni. Se chiamava i sessantottini "imbecilli", come avrebbe definito i giovani di oggi,quelli conformisti e quelli inconsapevolmente conformisti,che però indossano maschere da ribelli?

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alexscorpio sabato 26 luglio 2008
ottima recensione !!!
87%
No
13%

Non aggiungo altro !!! Ciao !!! :-)))

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pep82 lunedì 11 agosto 2008
per alexscorpio
82%
No
18%

Grazie mille

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readcarpet giovedì 30 ottobre 2008
mi rimane un dubbio
18%
No
82%

il film è un'opera autonoma. il fatto che sia spiegabile con interviste passate non è un punto a favore. la tesi dovrebbe essere esposta tutta nelle due ore, quali sono i punti che spiegano tutto quello che dici? (a cui io credo, peraltro)

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pep82 mercoledì 5 novembre 2008
per readcarpet
61%
No
39%

Quando ho scritto che avrei provato a spiegare il film non soffermandomi sulla trama, intendevo proprio affermare che già dalle immagini e dalla storia si palesa il significato. Ammetterai che non è un film facile e che qualcuno potrebbe travisarlo(su questo forum in parecchi l'hanno fatto)perciò ho fatto ricorso ad inconfutabili interviste. Non ti posso esporre per ogni scena l'idea che si sviluppa, perciò ti porterò l'esempio più semplice. Il girone della merda è una condanna al sistema consumistico che ci fa mangiare merda(carni in scatola, mc donald's...)facendola passare per cibo. Il girone della merda è però anche una metafora del divorare se stessi. Ci sono perciò più livelli di lettura che a me sono apparsi evidenti già dalla prima visione del film. [+]

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giorgio martedì 30 dicembre 2008
spiegazioni
71%
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29%

Gli 'scritti corsari' li ho letti anch'io e ho letto anch'io che questi concetti Pasolini intendeva riprodurli negli scritti corsari. Ma guardiamo 'Salò' come racconto, come testo. Ora, il film 'Salò' presenta una narrativa, ovvero un incedere del racconto, che ha un referente letterario inconfondibile: DE SADE. Per concludere che nei nobili viziosi si deve vedere la figurazione e l'allegoria degli uomini corrotti dal 'libertinismo contemporaneo' di massa bisogna compiere un salto interpretativo che francamente mi pare molto forzato. Io non voglio entrare nel merito delle concezioni di Pasolini che in linea di massima condivido. Ora, se è vero che Pasolini intendeva fare questa denuncia attraverso il film, questa denuncia attraverso il film non si coglie: se c'è questa intenzione, questa intenzione è oscurata: Pasolini, cioè, si lascia prendere troppo la mano dalla narraiva sadiana. [+]

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