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"Giulio Cesare contro i poirati"(Sergio Grieco, soggetto molto "avventuorso"di Maria Grazia Borgiotti, anche sceneggiatrice con Gino Mangini., Fabio de Agostini e non accreditato lo stesso regista Greico, 1962)senza molti, anzi quasi senza appigli storici tout court parla di Cesare che, costtetto a fuggire su una nave, prepara l'insurrezione contro SUlla(Silla), il tiranno e viene fatto prigioniero dai pirati ma, con l'iauto della bella Plauzia, che era stata fatta schiava a sua volta anni prima e ridotta ad essere amante del pirata.capo, riesce a fuggire, in procinto di tornare a Roma, dato che , morto Sulla, la strada è libera e sono arrivate le sue troppe... Uno dei pepla diretta da uno specialista in quegli anni di pepla, appunto, Sergio Grieco, questo film è un prodotto di quei B.movies italiani che, oltre all'eroismo(?)e all'amor patrio per Roma, avevano due ricette di fondo: il sadismo nelle scene di torutura, a livelli di quasi insopportabilità e quel po'di erotismo concesso dalla censura del tempo, ridgidisssima, che prevedeva scene di danzatrici appunto danzanti e qualche scena di contorno, dove si faceva vedere qualche gamba femminile, qualche seno (non proprio"à coup de poitrines et de fesses", come scrive e canta Brel...), dato che, appunto, di più non si poteva rispettivamente mostrare e vedere, se guardiamo il piano del regista e degli attori e dello spettatore., Per il resto, molto vago l'accenno a Sulla(Silla in italiano)che qualche storico più recente ha, se non proprio rivalutato, almeno considerato con maggiore intenzione, senza ridurlo al ruolo di"uomo nero"della politica e di tiranno senza appello, ma che all'epoca, in questi film il cui livello era da scola media inferiore, per essere generosi, diventa senz'altro il"vilain"; il cattivone di turno, il bruto da spazzar via senza pensarci un attimo. Interpreti ingabbiati nei ruoli rispetivi, con Gordon Mitchell che fa il supercattivo, Gustavo Rojo che impestona Cesare in maniera abbastanza statica, forse con qualche barlume di "furbizia"che pure al grande Giulio non doveva mancare, Abbe Lane nella parte di Plauzia, dove le musiche di Carlo Innocenzi seguono schemi armonici e melodici vetusti, dove insomma, per dirla chiaramente mancava ancora la solida immisssione di Ennio Morricone come compositore di sound trackes. In complesso, poche novità,rispetto allo standard filmico del tempo, con l'aggravante(bisogna pur dirlo e ribadirlo, diamine)che qui anche il minimo appiglio storico o manca totalemnte oppure è comunque molto lontano dal vero, dunque soggettista e sceneggiatori hanno agito come voleva il pubblico o meglio aderendo alle aspettative di un pubblico francamente a digiuno di storia classica e impregnato di amore per un cinema vagamente(dove l'avverbio credo dica molto)"spettacolare" El Gato
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