Babe va in città |
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Un film di George Miller (II).
Con Mickey Rooney, James Cromwell, Magda Szubanski, Mary Stein, Paul Livingston.
continua»
Titolo originale Babe Pig in the City.
Avventura,
durata 92 min.
- USA 1998.
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buon sequel del primo"Babe"di elgatolocoFeedback: 257552 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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lunedì 28 dicembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Babe, pig in the City"(George Miller, anche autore della sceneggiatura, con Judy Morris e con Bill Miller e Doug Mitchell, su soggetto di Dick King-Smith, 1998), esce tre anni dopo il primo film e ne rinnova efficacemente il successo. animali, con ovviamente in testa Babe, simpaticisssimo"pig", maialino, alle prese con avventure ma soprattutto disavventure, dove rischia di rimanere separato dalla fattoria, ma, dopo qualche incertezza, riesce a trovarsi benissimo anche con gli altri animali che incontra a Metropolis, città che è il simbolo quintessenziale del Caos(e difatti di caos o meglio Khaos ci parlano tutte le didascalie del film, sia grafiche sia vocali), Siamo in una zona"vincente"per l'innovazione, che in effetti c'è, con un tourbillon di effetti speciali anche rutilante, ma senza arrivare a disturbare, dato che lo stile del primo film deve essere mantenuto e in effetti l'oparazione riesce. Babe è coraggioso, abile, decisamente legato agli altri animali, con cui sa rapportarsi(qui una famiglia di scimpanzé, moltissimi cani e anche gatti, dove la "storica"e in qualche modo mtizzaa lotta atavica rra canidi e felini viene non solo accettata ma in senso stretto fatta propria, vista come inleliminabile...).senza trascurare altri esponenti della fauna. COmplessivamente il film è divertente, anche "istruttivo"a ben vedere(nel senso che educa al rispetto delle biodiversità), piacevole senza volersi in qualche modo imporre come unica soluzione possibile. Magda Szubansky e Mickey Rooney, dal punto di vista degli interpreti umani sono i rappresentanti più famosi e celebrati, ma anche James Cromwell e Mary Stein non vanno trascurati. Utiile in epoche di diveritmento natalizio, possibilmente intelligente, il film si afferma anche come metafora di un inno alla libertà, purché la stessa sia"ptotetta". La ptrduzione australiana dei due film ha condotto a un successo ulteriore della cinematografia di quel continente, un tempo defintio(ma oggi la classificazione dell'epoca non regge più)"Nuovoissimo". Chi ama gli anmali a fortiori, i bambini(e , ma di ogni etò e chi vuol sttaccarsi almeno per un po'ìdalle noie della routine il fim si impone senz'altro, piuttosto che altre produzioni.il cui successo è stato dovuto piuttosto a"spinte"pubblcitarie maggiori all'epoca e in seguito. Animali parlanti, a ben vedere, esistono nella filmografia"cartoonata"dai tempi di"Dumbo"e "Mickey Mouse", ma naturalmente la tecnica mista e ben più"avanzata"ora proposta presenta elementi di interesse maggiori rispetto anche a questi benemeriti classici della filmografia"animata". Progressi continui, se volgiamo, ma poi un conto è la tecnica, altra cosa la capacità di applicarla creativamente, il che non è affatto scontato, anzi molte volte rimane una speranza solo potenziale, sulla carta, che poi non si realizza sul piano visivo. Da considerare, come elemento importante per ragionare sul tema delle innovazioni tecnologiche che devono rapportarsi realmente con l'invenzione creativa El Gato
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