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Questo"Mia moglie è una strega"(1980, Castellano e Pipolo, anche autori della sceneggiatura con Franco Marotta e Laura Toscano), oltre ad essere uno dei film più simpatici di Renato Pozzetto, che dà pienamente "fiato"alla sua capacità di essere stralunato, imbranato e al tempo stesso furbescamente presente in quello che chiamiamo"Mondo reale"e qui è veramente il caso di dirlo, dato che siamo nella dimensione sospesa tra realtà e magia. Finnicella, alias Eleonora Giorgi, deve recuperare un lontano discendente di colui , un cardinale, che l'aveva fatta bruciare sul rogo. Vi riesce, anche senza bisogno del filtro magico(che Emilio.Renato Pozzetto non beve, in quanto "bravo bambino astemio"). Ma sulle sue tracce c'è Asmodeo(e chi più "diabolico"di Helmut Berger?). Una vicenda divertente, ben scritta(qualche volta, anche le collaborazioni a quattro, ossia a otto mani, riescono, sembra incredibile...), che, a parte il richiamo presunto a un vecchio film di René Clair praticamente irrecuperabile, dunque da mettere senz'altro"fra parentesi", riesce a tenere la piacevole tensione ma più che altro la linea comica per tutto il tempo del film, con un Pozzetto che"conduce"l'azione, la Giorgi che, senza essere la Monroe ma neppure Sarah Bernhardt(diciamolo, rispetto, per dire, a Monica Vitti , solo per fare un esempio, è indietro di molte"spanne"), riesce abbastanza bene a districarsi nel ruolo della seduttrice -streghetta buona", senza mai cadere nel ridicolo, con il supporto di Berger, cui il ruolo sembra tagliato a pennello, con Jimmmy Il Fenomeno e Lia Tanzi, tra gli/le altri/e, che riescono ad esprimere la propria essenza(diciamo così)di caratteristi. Pozzetto riesce, ormai a poco più di un lustro dall'inizio della sua attività cinemaotografica, ad essere simpaticamente"surreale"(lasicamo perdere il surrealismo, che è altra cosa), con la sua comicità bonaria, prima di tornare, dopo l'exploit di"Saxophone", a scrivere il proprio personaggio come autore. La tendenza favolistica, poi, la riprenderà nella"Casa Stregata"di Bruno Corbucci, un film di due anni dopo rispetto a questo. A dimostrazione di un genere, quello comico con spunti latamente"fantastici"che gli appartiene, anche a partire dalle straordinarie canzoni e dagli sketches altrettanto superlativi scritti e interpretati con Cochi Ponzoni e proposti al cabaret, ma poi visti da moltissimi di noi in TV, in occasioni diverse. El Gato
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