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"Il ritorno di Zanna Bianca"(Lucio Fulci, 1974, che il regista ha scritto con Alberto Silvestri e Roberto Gianviti, seguito del film su Zanna Bianca del 1973)certo non ha nulla a che vedere con il classico(non solo pe ragazzi di Jack London)che, peraltro, la buona suorina cattolica non l'avrebbe mai voluta, in un film tratto dalle sue opere, ma tant'è. Fulci mette comunque , da buon comunista, in luce la fondamentale cattiveria dei ricchi, ma mostra anche come le"masse", indistinatamente, siano di per sè sempre preda di furori ed entusiasmi imporvvidi(l'aveva già detto, a teatro, tale William Shakespeare, qusi quattro seocli fa, ma è sempre meglio ripeterlo), soprattutto nella parte nella quale proprio il bellissmo "Zanna Bianca", cane ma di origine"lupo", come London sottolinea sempre nelle sue opere, viene accusato di un crimine mai commesso e si scatena una reazione popolare incontrollata, un concetto che richama direttamente quello di"agnello sacrificiale"di René Girard. Ancora il tema del travestimento, appunto nella figura del"vilain"(un a suo modo mplto efficace John Steiner)da parte del "vilain"ricchissimo, che si presenta come un invlaido, ovviamente non essendolo, le sequenze della gara di slitte per raggiungere la miniera d'oro(sacra auri fames virgliana, che però nel 1800 era considirionata da motivi pratici, uno dei temi non solo"leggendari"ma realsitici del wild West, una certa violenza nell scene d'azione, che comunque Fulci padroneggia benissimo. Tutto ciò per dire sia di una totale infedletà rispetto ai classici della letteratura, ma anche di un cinema"medio"made in italy che allora era d'altra qualità, cosa che oggi non si ripropoone assolutamente, non esistendo più il cinema d'avventura, non essnedoci neppure un cinema"Medio"vario, ossia quasi sicnreatisticamente capace di racchiudere in sè vari generi, che avrebbe la funzione un tempo avuta dall'opera lirica e dalla letteratura popolare, "d'appendice"etc. Nel ruolo dello s crittore con studi di medicina alle spalle Franco Nero, attore non certo grandissimo ma abbastanza bravo, anche nelle sequenze nelle quali presenta un suo libro, un po'irridendo al pubblico"ricco e sfarozo", in una sperduta località artica(il film è stato girato in Canada, ma l'ambientazione si vorrebbe groenalndese o situata in Alaska, grosso modo), dove la verosimiglianza, che comunque importa zero al cinena, natrualemtne non è richesta né può esserlo; la suorina buona è Virna Lisi, il bambino che ha un rapporto sintonico particoalre(ma ce l'ha anche Nero)con il grande cane"Zanna Bianca"; ovviamente eroico, è Renato Cestié, da bmaibno all'epoca molto quotato come giovanissimop interprete, ora meno, come si sa... IN complesso, da recuperare in un quadro che appunto rivalorizzi una cinematrografica da B.movie, quale quella di Fulci , che ha saputo mantenersi sempre, al netto di difficoltà produttive e altre, a un livello molto dignitoso, non più raggiunto...come si è cercato di dire sopra, in anni più recenti. Certo"O tempora o mores", ma anche il non aver creato un reciproco adeguaemento in tal senso è colpevole, in qualche modo.... El Gato
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