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Commedia grottesca e graffiante, sostenuta da uno splendido gruppo di attori in gran forma.
E` un insieme di storie di personaggi diversi, tutti accomunati dall’inquietante presenza di un’arma; la pazzia che dà il titolo al film è l’assurda facilità con cui un’arma trasformerà alcuni dei protagonisti in assassini e altri in vittime, anche se in realtà il titolo originale, più che alla pazzia, fa riferimento alla rabbia che spesso si cela dietro l’uso impulsivo di un’arma.
Il film si apre con un omicidio, apparentemente casuale, che si rivelerà premeditato: un uomo uccide il suo socio in affari, che lui crede amante della moglie, con la scusa di averlo scambiato per un ladro. Da questo gesto di gelosia estrema quanto infondata deriverà la fine del suo matrimonio. La moglie, in cerca di lavoro per potersi mantenere, finisce alle dipendenze di un multimilionario paranoico e agorafobico, che vive rinchiuso in una villa superprotetta dove trascorre le sue giornate giocando ai videogiochi, e non vuole avere contatti diretti con nessun essere vivente. C’è anche una ladra un po’ svitata con un fratello balordo, che vive alla giornata ai margini della strada, e bazzica spesso in un video noleggio il cui commesso è innamorato di lei. L’anello di congiunzione tra i vari personaggi è un avvocato di colore, il cui compagno, con tendenze psicotiche, ha da poco comprato una pistola per entrambi; questo lo porterà ad essere prima carnefice, suo malgrado, poi vittima innocente.
Era difficile pensare di fare una commedia su un argomento così drammatico ma il risultato è davvero ottimo, grazie soprattutto all’interpretazione degli attori e a una regia che conduce le storie su binari paralleli per poi intrecciarli senza forzature. I protagonisti sono tutti in parte, ma sugli altri spiccano sicuramente un formidabile Gary Sinise, nella parte del ricchissimo misantropo ipocondriaco, e Giovanni Ribisi nel ruolo del balordo un po’ suonato, geloso della sorella e paranoico. Si fa notare anche David Schwimmer (il Ross di Friends) che interpreta l’amante gay dell’avvocato, dando al personaggio una connotazione surreale che è perfetta per il film.
Ci sono alcune scene di una comicità esilarante (come quella del poligono di tiro) che sembrano quasi stridere con l’argomento del film; ma l’ironia gustosa e pungente che alleggerisce le situazioni più drammatiche rendendole a tratti ridicole, lascia comunque intravedere un giudizio morale che non assolve nessuno, e condanna senza appello qualunque uso delle armi, considerandolo comunque un abuso.
Del resto lo spirito della pellicola era chiaro fin dai titoli di testa, in cui appaiono drammatici articoli di cronaca legati all’uso improprio delle armi, inframezzati da immagini di allegre famigliole intente a dilettarsi con fucili e pistole.
Nell’insieme è una commedia gradevole e arguta, che fa riflettere con un sorriso e riesce a ironizzare con intelligenza su uno degli aspetti più drammatici della nostra società.
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