frankmoovie
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domenica 15 dicembre 2019
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non ci resta che sorridere ...
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“Il primo Natale” è l’ultimo film di Ficarra e Picone, ma non ultimo: il successo è garantito e quindi ne seguiranno altri come premio del pubblico per i due comici che con Nicola Guaglianone hanno scritto una storia nuova che non è nuova … E’ la storia notissima della nascita di Gesù vista da due persone, un ladro e un prete, che tornano indietro nel tempo ed è questo il “non nuovo”: tanti film ci hanno fatto viaggiare indietro nel tempo e, per esempio, altri due comici, Troisi e Benigni, ci hanno accompagnato nel passato con grande successo … Ficarra e Picone sono due comici popolari che si rivolgono a tutte le tipologie di pubblico, grandi e piccini, e il film fa l’occhiolino a ognuno, persino a chi non è credente e a chi crede, a chi cerca nel passato dei riferimenti alle situazioni presenti (ricordo il commento di Salvo quando di fronte alla costruzione lenta di una strada nel passato, dice: “Ma che sta costruendo? La Gerusalemme Reggio Calabria?”) o a valori etici e morali, sfiorando violenze, guerre, immigrazione e razzismo.
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“Il primo Natale” è l’ultimo film di Ficarra e Picone, ma non ultimo: il successo è garantito e quindi ne seguiranno altri come premio del pubblico per i due comici che con Nicola Guaglianone hanno scritto una storia nuova che non è nuova … E’ la storia notissima della nascita di Gesù vista da due persone, un ladro e un prete, che tornano indietro nel tempo ed è questo il “non nuovo”: tanti film ci hanno fatto viaggiare indietro nel tempo e, per esempio, altri due comici, Troisi e Benigni, ci hanno accompagnato nel passato con grande successo … Ficarra e Picone sono due comici popolari che si rivolgono a tutte le tipologie di pubblico, grandi e piccini, e il film fa l’occhiolino a ognuno, persino a chi non è credente e a chi crede, a chi cerca nel passato dei riferimenti alle situazioni presenti (ricordo il commento di Salvo quando di fronte alla costruzione lenta di una strada nel passato, dice: “Ma che sta costruendo? La Gerusalemme Reggio Calabria?”) o a valori etici e morali, sfiorando violenze, guerre, immigrazione e razzismo. Tutto ciò si intravede, ma non è stato approfondito e forse si poteva “giocare” su questo, ma i due amano farsi vedere al “neutrale”, far ridere con vecchie gag e alcune nuove e d’effetto. Sicuro, meno male, che non siamo di fronte a un Cinepanettone! Il film è pulito, mai volgare , piacevole … Sono state utilizzate belle location, panorami desertici, tante comparse, caratteristi, bambini e bravi attori e al di sopra di tutti Massimo Popolizio che è un erode crudele, ironico, simpatico … Una presenza costante è quella del Presepe che, sia nel mondo attuale che nel passato, rappresenta il simbolo d’amore, di pace, di uguaglianza … Il personaggio fondamentale è quella statuina, che appare e scompare, del Gesù Bambino, bello, col ditino in bocca, simbolo della tranquilla innocenza e figlio di quel Dio che “fa miracoli, ma qualche volta deve essere aiutato da noi”, come dice il pretino quando rivede le sue convinzioni …
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chiara
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martedì 17 dicembre 2019
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il vero natale di ficarra e picone
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Il Primo Natale puo' ben dirsi il Vero Natale, perche' concentra l'attenzione oltre che sull'evento che ha dato origine alla festivita' (ovvero la nascita di Gesu') anche su un profondo senso di umanita' che chiama a giocare in campo ciascun uomo, ieri come oggi. Il film ha una trama semplice ed e' rivolto a tutti, grandi e piccini. Salvo e' un ladro ateo che si appropria di un pregiato bambinello destinato al presepe vivente, che con grande cura il prete Valentino ha intenzione di allestire per la sua parrocchia. Padre Valentino trova il malvivente e inizia ad inseguirlo, quando ad un certo punto i due si ritrovano "per miracolo" in un'altra epoca: la Palestina al tempo di Gesu' di Nazareth.
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Il Primo Natale puo' ben dirsi il Vero Natale, perche' concentra l'attenzione oltre che sull'evento che ha dato origine alla festivita' (ovvero la nascita di Gesu') anche su un profondo senso di umanita' che chiama a giocare in campo ciascun uomo, ieri come oggi. Il film ha una trama semplice ed e' rivolto a tutti, grandi e piccini. Salvo e' un ladro ateo che si appropria di un pregiato bambinello destinato al presepe vivente, che con grande cura il prete Valentino ha intenzione di allestire per la sua parrocchia. Padre Valentino trova il malvivente e inizia ad inseguirlo, quando ad un certo punto i due si ritrovano "per miracolo" in un'altra epoca: la Palestina al tempo di Gesu' di Nazareth. Sono numerosi i miracoli che si susseguono nel lungometraggio, i piu' importanti dei quali quelli che toccano il cuore dei personaggi, in primo luogo il co-protagonista Salvo. Lo stesso Valentino si ritrova cambiato dopo quest'avventura, un prete che scopre l'importanza del fare qualcosa di concreto per il prossimo oltre che dedicarsi ai presepi e alla preghiera. L'impresa importante per la stramba coppia diventa dunque quella di salvare il Bambino e tutti i piccoli che Erode vuol fare uccidere, insieme al popolo vessato dai Romani. Comico, epico ed avventuroso il Primo Natale raggiunge lo spettatore come una cometa, illumina e fa riflettere donando un ottimo cinema. Bello il cast, belli l'ambientazione ed i costumi. I salti temporali riportano all'eta'presente, dove trovarsi nei panni di un immigrato e' un attimo. Costanti i riferimenti all' Altro, allo straniero, al malcapitato che da sempre viene schiacciato dai piu' potenti. Il Primo Natale giunge davvero al significato piu' profondo del Natale, che non e' fatto di addobbi e paillettes, ma di Amore, quello che non dovrebbe lasciare mai indietro nessuno. Ficarra e Picone giungono al loro lavoro piu' maturo e ci conducono per mano nel loro viaggio, con il garbo, l'umilta' e l'intelligenza che sanno regalare al loro pubblico, rendendo leggera ogni cosa, con una sana ironia.
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matteo fedele
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lunedì 30 dicembre 2019
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dio e' doc brown
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Il duo comico siculo ha fatto molto di meglio con i suoi primi film, fondati su scrittura e personaggi, incentrati su amicizia e famiglia. Questo è più che altro incentrato sul budget. I soliti due personaggi antitetici vengono "narnianamente" trasportati nella Terra Promessa dell'anno 0, in cui ovviamente si parla italiano, e decidono di cercare la Sacra Famiglia nella speranza che la Vergine Maria sappia come funzionano i viaggi nel tempo. Ficarra è un agnostico ladruncolo di antichità religiose armato di metro laser pressapochista. Come al solito le battute migliori sono riservate a lui. Il suo personaggio nella prima metà del film ride da solo e si zittisce da solo. Nella seconda metà del film perde questa abitudine e nessuno ne sente la mancanza.
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Il duo comico siculo ha fatto molto di meglio con i suoi primi film, fondati su scrittura e personaggi, incentrati su amicizia e famiglia. Questo è più che altro incentrato sul budget. I soliti due personaggi antitetici vengono "narnianamente" trasportati nella Terra Promessa dell'anno 0, in cui ovviamente si parla italiano, e decidono di cercare la Sacra Famiglia nella speranza che la Vergine Maria sappia come funzionano i viaggi nel tempo. Ficarra è un agnostico ladruncolo di antichità religiose armato di metro laser pressapochista. Come al solito le battute migliori sono riservate a lui. Il suo personaggio nella prima metà del film ride da solo e si zittisce da solo. Nella seconda metà del film perde questa abitudine e nessuno ne sente la mancanza. Picone è un prete che non conosce la teologia. In quel caso saprebbe che la Madonna non fa miracoli, ma al massimo intercede. E questa chiaramente è una critica alla visione folkloristica che molti hanno della religione, ma è anche l'obbiettivo dei protagonisti per tutto il secondo atto, obbiettivo che noi sappiamo da subito che non riusciranno a perseguire. Il primo Natale fatica a ingranare, ma col viaggio nel tempo ci riesce e da lì procede con un ottimo ritmo fino a un finale ultrabuonista basato sulla concezione secondo la quale Dio agisce in modi misteriosi. Quindi qualunque avvenimento è giustificato. Basta far capire che é opera di Dio. Nel frattempo il film imbastisce le due sottotrame amorose dei protagonisti, che non portano da nessuna parte, soprattutto quella di Picone. Meritavano più spazio anche la presa di coscienza di quest'ultimo e la conversione di Ficarra, ma essendo questo un film comico a nessuno interessa la crescita dei personaggi. Ma a parte le forzature di trama (alcune necessarie), la comicità funziona, l'opera diverte genuinamente fra equivoci e parodie bibliche, coinvolge fra tradimenti e redenzioni. Più di tutto funziona, come sempre, l'interazione fra Salvo e Valentino, che dopo molti film mantengono inalterata la loro chimica e in questo caso si sono misurati con la commedia in costume sicuramente meglio di molti loro colleghi. Menzioni d'onore. Bravo Massimo Popolizio nei panni di un Erode sempre sopra le righe. Impeccabile la regia degli stessi Ficarra e Picone. Notevoli la fotografia di Daniele Ciprì e la colonna sonora di Carlo Crivelli in un film che non ha nulla di cui vergognarsi sul versante tecnico, ma avrebbe necessitato di più cura (quindi più tempo) in fase di scrittura.
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jonnylogan
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giovedì 25 giugno 2020
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non ci resta che ridere
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Salvatore, un ladro specializzato in furti di opere religiose, decide di derubare la parrocchia di Padre Valentino, parroco di un piccolo comune in provincia di Palermo che come ogni anno, in occasione del Natale, sta organizzando un presepe vivente assieme ai suoi parrocchiani. Quando Valentino si accorge che Salvo lo sta derubando inizia a inseguirlo fino a quando, dopo aver attraversato un canneto, i due si ritroveranno catapultati in un lontano passato poco prima della nascita di Cristo.
Sfruttando il salto nel tempo, tema caro al cinema Italiano che nella sua migliore espressione produsse nel 1984 Non ci resta che piangere, Ficarra e Picone confezionano la loro sesta fatica cinematografica capace, in occasione delle ultime feste natalizie, di divenire il loro miglior incasso di sempre.
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Salvatore, un ladro specializzato in furti di opere religiose, decide di derubare la parrocchia di Padre Valentino, parroco di un piccolo comune in provincia di Palermo che come ogni anno, in occasione del Natale, sta organizzando un presepe vivente assieme ai suoi parrocchiani. Quando Valentino si accorge che Salvo lo sta derubando inizia a inseguirlo fino a quando, dopo aver attraversato un canneto, i due si ritroveranno catapultati in un lontano passato poco prima della nascita di Cristo.
Sfruttando il salto nel tempo, tema caro al cinema Italiano che nella sua migliore espressione produsse nel 1984 Non ci resta che piangere, Ficarra e Picone confezionano la loro sesta fatica cinematografica capace, in occasione delle ultime feste natalizie, di divenire il loro miglior incasso di sempre. Il duo comico riesce sfruttando stereotipi comici rodati e aggiungendovi una sceneggiatura solida e scritta a quattro mani assieme ai soliti sodali Guaglianone e Testini a sfornare la loro prima pellicola non solamente natalizia ma che partendo da questo argomento cerca di trattare numerosi temi tutti declinati con i prodromi della commedia, a cominciare da cosa sia il Natale e cosa la religione e come questa vada unita alla voglia di agire. Come il singolo desideri credere in qualche cosa di soprannaturale al quale affidarsi e al quale aggiungere anche una critica nei confronti del mondo dell’accoglienza. Declinando il tutto in termini fiabeschi e con una ricostruzione d’ambienti e di costumi perfette e curiosamente affidate a colui che grazie alla pellicola di Benigni e Troisi, del quale i due siciliani da sempre si sono professati grandi appassionati, deve la sua affermazione definitiva, ovvero il pluripremiato Francesco Frigeri. Film che quindi seppur possa essere banalmente scambiato per una fiaba per famiglie diviene, grazie ai continui cambi di registro dettati dell’onnipresente azione fisica comune a tutte le pellicole del duo siciliano, un modo per trattare diversi argomenti declinati in maniera molto intelligente.
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felicity
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mercoledì 30 dicembre 2020
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commedia all''acqua di rose un po'' zoppicante
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Si ride poco ne il Primo Natale.
I due comici accennano, senza mai andare fino in fondo, temi importanti come l’immigrazione, l’amicizia, l’altruismo e l’egoismo, la fede religiosa e l’ateismo.
Danno poco spazio alla critica sociale e rivelano una morale un po’ troppo facile: sono gli uomini a fare i miracoli.
Ficarra e Picone non fanno di certo un film miracoloso, sebbene abbiano il merito di riportarci alle origini della natività.
Di certo non era una sfida semplice per i due comici.
Il primo Natale sembra decisamente più debole rispetto i loro ultimi film proprio a livello di ritmo, di dialoghi, di sketch comici tra i due protagonisti.
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Si ride poco ne il Primo Natale.
I due comici accennano, senza mai andare fino in fondo, temi importanti come l’immigrazione, l’amicizia, l’altruismo e l’egoismo, la fede religiosa e l’ateismo.
Danno poco spazio alla critica sociale e rivelano una morale un po’ troppo facile: sono gli uomini a fare i miracoli.
Ficarra e Picone non fanno di certo un film miracoloso, sebbene abbiano il merito di riportarci alle origini della natività.
Di certo non era una sfida semplice per i due comici.
Il primo Natale sembra decisamente più debole rispetto i loro ultimi film proprio a livello di ritmo, di dialoghi, di sketch comici tra i due protagonisti. E stavolta sembrano aver bisogno di una scrittura più costruita mentre in passato gli bastava anche uno sguardo fugace di uno verso l’altro, un movimento, un dettaglio.
Il primo Natale poteva essere una nuova scommessa verso una dimensione più fantastica.
L’idea sembra simile a quella di Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere. Ma in Il primo Natale manca la meraviglia e anche lo stupore del risveglio in un altro luogo e in un altro tempo. Si, forse il progetto è più ambizioso. Il tentativo di un cinema nel cinema. Il casting per il presepe, la Palestina in cui i due comici sembrano entrare come estranei dentro una storia che si sta già svolgendo e ne diventano, loro malgrado, protagonisti. Forse l’assolata Palestina di Il primo Natale è un altro schermo gigante. Da dove si passa dal presente al passato. Dalla realtà alla finzione. Che si può attraversare, avanti e indietro, come in La rosa purpurea del Cairo. E il cinema di Ficarra & Picone, non solo da questo ultimo film, sembrano rincorrere i propri sogni come nel cinema di Woody Allen.
Soltanto che questa volta i tempi morti sono troppi. La scena del furto della statuina del Bambino Gesù è quasi esclusivamente affidata alla loro comicità. E stavolta non è in sintonia soprattutto con le scene d’azione del film, in particolare in quelle dell’inseguimento degli uomini di Erode. E anche certe battute potevano funzionare meglio nelle situazioni dei film precedenti rispetto a questi.
Quel loro attraente pessimismo di fondo in Il primo Natale si congela in un film forse troppo conciliante. Il loro tentativo di non fermare il corso della Storia sembra solo una corsa affannata e un po’ zoppicante. Quella di Benigni/Troisi di stravolgente invece aveva una gioia innata. Qui il gioco c’è. Ma si accende e si spegne. Proprio come le luci di Natale.
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lucky italian movies
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giovedì 30 gennaio 2020
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il kolossal del duo
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La produzione indubbiamente impegnativa oltre al racconto ironico della Natività mischiato sapientemente ai salti temporali e ad argomenti di riflessione e attualità, fanno di quest'opera un kolossal della commedia italiana degli ultimi anni.
Gag divertenti, tormentoni, colpi di scena, frecciatine a certa politica, il tutto condito da una veritiera analisi dei vizi e virtù degli uomini e di quello che dovrebbe essere il significato del Natale.
Chi lo dice che Ficarra & Picone non sono fautori della risata grassa? Si ride e tanto, anche più che nei film di altri comici! La goffaggine del primo unita alla bonarietà ed ingenuità del secondo danno conferma di un mix vincente che da anni si erge, con pieno merito, ai vertici della classifica del box office assieme a Zalone.
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La produzione indubbiamente impegnativa oltre al racconto ironico della Natività mischiato sapientemente ai salti temporali e ad argomenti di riflessione e attualità, fanno di quest'opera un kolossal della commedia italiana degli ultimi anni.
Gag divertenti, tormentoni, colpi di scena, frecciatine a certa politica, il tutto condito da una veritiera analisi dei vizi e virtù degli uomini e di quello che dovrebbe essere il significato del Natale.
Chi lo dice che Ficarra & Picone non sono fautori della risata grassa? Si ride e tanto, anche più che nei film di altri comici! La goffaggine del primo unita alla bonarietà ed ingenuità del secondo danno conferma di un mix vincente che da anni si erge, con pieno merito, ai vertici della classifica del box office assieme a Zalone.
Geniali e divertenti.
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maramaldo
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domenica 15 dicembre 2019
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alleluja, brava gente, natale da miracolo
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Non proprio un prodigio però realizzazione di una certa aspirazione. Penso che l'amato duo abbia compiuto un salto di qualità. Intatta la gloriosa matrice isolana, più distanti dall'originaria comicità vernacolare.
Ficarra, sempre cialtrone e spiritato, a suo agio nel biblico mediorientale. Il pretino costruito da Picone lo conoscete, pieno di iniziativa, buon animatore, nel discorso di edificazione attinge ad un ricettario aggiornato.
Ma è l'intero cast ad essere immerso in un qualche stato di grazia senza le sbavature sempre in agguato in questi film. Con elementi di spicco. Non li ho individuati tutti tranne Rebecca (Roberta Mattei), levantina ambigua e intrigante.
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Non proprio un prodigio però realizzazione di una certa aspirazione. Penso che l'amato duo abbia compiuto un salto di qualità. Intatta la gloriosa matrice isolana, più distanti dall'originaria comicità vernacolare.
Ficarra, sempre cialtrone e spiritato, a suo agio nel biblico mediorientale. Il pretino costruito da Picone lo conoscete, pieno di iniziativa, buon animatore, nel discorso di edificazione attinge ad un ricettario aggiornato.
Ma è l'intero cast ad essere immerso in un qualche stato di grazia senza le sbavature sempre in agguato in questi film. Con elementi di spicco. Non li ho individuati tutti tranne Rebecca (Roberta Mattei), levantina ambigua e intrigante. Vi sarebbe la ragazza disneyana con la strana luce negli occhi seduta all'incrocio dei sentieri misteriosi. Ditemi soprattutto chi è quella che ogni tanto si avventa sul verginale Don Valentino, la baciatrice pressurizzata.
Dà pregio all'opera l'Erode di Massimo Popolizio. Understatement elegante, gesto finemente ironico, contributo intelligente alle ambizioni di tono e di stile degli autori. Avrebbe potuto liquidare l'Infanticida con le risapute escandescenze dell'istrione sanguinario.
Ecco uno dei trabocchetti evitati. Il primo sarebbe lo sviluppo del tema che è sempre rischioso se non altro per le balordaggini (ci sono pure) che l'uso dell'umorismo non può scansare. Non credo sia dispiaciuto del tutto. A non voler passare inosservati o inascoltati occorre ogni tanto acconciarsi il berretto a sonagli.
Periglioso è anche il balzo spazio-temporale che per alcuni si rivela un tonfo patetico nella faciloneria spacciato per onirico/surreale. Qui il passaggio tra un universo e l'altro è reso fluido. Quasi inavvertito l'intreccio tra parodia e pseudo ricostruzione storica.
Amenità, senza le quali nessuno va a vedere questi film. Qualche trovata pregevole. Rivedrei la sequenza del bagno in casa di Erode con le ancelle che spargono sui due alieni petali di rosa.
Lanciate anche voi qualche fiore a quest'esperimento in fondo riuscito, frutto di una vasta e affiatata collaborazione e mi spiace non nominarli tutti: soggettisti e aiutoregisti, sceneggiatori e scenografi, autori di dialoghi, perfino parolieri (quelle filastrocche...). Severità nei suoi confronti comporta una mesta e inutile riflessione. Non è aria. Lo considero tra i nostri migliori parti di questo 2019.
Un "natale" felice per un Felice Natale. Alleluja.
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umberto
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domenica 15 dicembre 2019
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natale 2.0
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Rivisitazione della natività in chiave Ficarra e Picone, esperimento impegnativo che il duo comico siciliano riesce a portare abbastanza in porto. Nonostante chiari riferimenti nella struttura ad altre storie, tipo le Cronache di Narnia, il film è gradevole e ben bilanciato tra i momenti comici e quelli un po' più introspettivi. Peccato che nell'ultima parte si sia voluto esagerare con la "fantasia" e il mettere troppa carne al fuoco, rendendo il finale confusionario.
Voto: 6,5
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