Nel 1975 Alain Delon interpreta il commissario della surete francese Roger Borniche, dal cui libro di memorie è tratto il film. Il fidato regista Jacques Deray dirige il tutto, forse senza sapere bene che strada percorrere, infatti non è propriamente un polar, un poliziesco classico, ne un trattato sociologo della psicopatia criminale reazionaria, anche se a tratti il tentativo sembra questo.
I metodi dell' ispettore Borniche sono quasi "maigrettiani". Il finale con il rapporto tra Borniche e lo spietato Buisson che spara agli operai a sangue freddo e odia gli scioperi di sinistra lascia più di una perplessità, così come Delon che guarda in macchina da presa e con stile documentaristico ci spiega come Buisson verrà condannato a morte e giustiziato nel 1956.
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Nel 1975 Alain Delon interpreta il commissario della surete francese Roger Borniche, dal cui libro di memorie è tratto il film. Il fidato regista Jacques Deray dirige il tutto, forse senza sapere bene che strada percorrere, infatti non è propriamente un polar, un poliziesco classico, ne un trattato sociologo della psicopatia criminale reazionaria, anche se a tratti il tentativo sembra questo.
I metodi dell' ispettore Borniche sono quasi "maigrettiani". Il finale con il rapporto tra Borniche e lo spietato Buisson che spara agli operai a sangue freddo e odia gli scioperi di sinistra lascia più di una perplessità, così come Delon che guarda in macchina da presa e con stile documentaristico ci spiega come Buisson verrà condannato a morte e giustiziato nel 1956.
Delon porta abiti fantastici, ma sicuramente troppo eleganti per un ispettore (che non smette mai di fumare Galuois). Ci sono due splendidi caratteristi italiani, Renato Salvatori e Giampiero Albertini. Luogo atipico per la resa dei conti, in una osteria, sotto copertura, addirittura accompagnato dalla fidanzata!!!
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