Il binomio costituito da una comitiva eterogenea ed un viaggio con qualche insidia, che deve essere affrontato dalla stessa, è molto ricorrente in ambito cinematografico, dove peraltro ha sempre molto ben funzionato: tra le prime pellicola di questo genere si ricorda “Ombre rosse” di John Ford, molto più ricordato per essere stato il capostipite del genere western classico, il cui titolo originale era “Stagecoach” letteralmente diligenza, ovverosia il mezzo di trasporto impiegato nel viaggio raccontato dalla pellicola .
Anche questa pellicola diretta dal regista francese di origini russe Victor Vicas, reca proprio nel titolo originale “The Wayward Bus”, tarducibile come la corriera stravagante, il riferimento al veicolo ed ai passeggeri che compongono il cast corale dell’opera, rendendosi esplicità così la sua ascrivibilità a questa categoria di film.
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Il binomio costituito da una comitiva eterogenea ed un viaggio con qualche insidia, che deve essere affrontato dalla stessa, è molto ricorrente in ambito cinematografico, dove peraltro ha sempre molto ben funzionato: tra le prime pellicola di questo genere si ricorda “Ombre rosse” di John Ford, molto più ricordato per essere stato il capostipite del genere western classico, il cui titolo originale era “Stagecoach” letteralmente diligenza, ovverosia il mezzo di trasporto impiegato nel viaggio raccontato dalla pellicola .
Anche questa pellicola diretta dal regista francese di origini russe Victor Vicas, reca proprio nel titolo originale “The Wayward Bus”, tarducibile come la corriera stravagante, il riferimento al veicolo ed ai passeggeri che compongono il cast corale dell’opera, rendendosi esplicità così la sua ascrivibilità a questa categoria di film.
Come nel capolavoro di Ford, e in tanti altri film di questo genere, l’ottima sceneggiatura propone un interessante intreccio di relazioni personali tra i vari partecipanti al viaggio; tra le altre ce ne è una, quella che vede come protagonisti la bionda Jayne Mansfield, che rimanda alla mente la storia sentimentale del già citato “Ombre rosse” di Ford, che in quel caso aveva come protagonisti John Wayne e Claire Trevor.
Il film di Vicas non è un western, pertanto le insidie che rendono impervio il viaggio non sono gli indiani, bensì eventi atmosferici avversi con tanto di frane e ponti che crollano. Questo elemento permette a Vicas di esibire una tecnica registica eccellente; in particolare si ricorda la scena dell’attraversamento del ponte che il regista francese valorizza con delle riprese davvero suggestive.
Come si è detto, la pellicola è caratterizzata dalla presenza di un cast corale del quale i nomi più celebri sono quelli della già citata Jayne Mansfield e di Joan Collins, con quest’ultima che per buona parte della pellicola sta in scena in una versione acqua e sapone, un po’ insolitamente se si pensa al trucco invece sempre molto marcato adoperato dall’attrice inglese, soprattutto in età più avanzata. Le altre parti di maggior richiamo sono quelle ricoperte da Dan Dailey, partner della Mansfield, e soprattutto da Rick Jason che insieme alla Collins è protagonista della storia a cui viene riservato maggiore spazio.
Una curiosità: solo un anno prima era uscito “Fermata d’autobus” pellicola di successo di Joshua Logan, che presentava varie similitudini col film di Vicas, come può evincersi dallo stesso titolo scelto per le due opere. Al riguardo si segnala che la pellicola di Logan aveva come protagonista femminileMarilyn Monroe, peraltro in un ruolo simile a quello assegnato alla Mansfield, che come ben noto era una sorta di rivale meno celebre della Monroe; un particolare questo che segnala come l’impiego della Mansfield rispondesse probabilmente a logiche di carattere commerciale.
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