pensionoman
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mercoledì 30 marzo 2011
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il mito che non ti aspetti...
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è un film che non si ricorda per il racconto del lato umano del mito... infatti è assolutamente particolare il fil rouge che lega le fasi della crescita e maturazione del personaggio, sempre concentrato sul suo miglioramento interiore, prima che fisico e tecnico, per prepararsi da sempre allo scontro con la sua nemesi, il suo demone interiore che lo caccia e insegue per tutta la vita... metafora della forza interiore che ognuno di noi deve sviluppare per raggiungere l'equilibrio..da questo punto di vista quindi il film non è una mera celebrazione del personaggio, ma un racconto intimista, a tratti anche di pregevole azione e divertimento, che parla della diversità e del rapporto che abbiamo con essa (si veda il comportamento della suocera di bruce e quello, altrettanto chiuso, dei grandi maestri cinesi che vorrebbero impedire la diffusione delle arti marziali), dell'amore e della famiglia, forze trainanti della vita, e del miglioramento e forza di volontà che devono guidarci sempre (magistrale la sequenza della riabilitazione dopo il trauma alla schiena).
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è un film che non si ricorda per il racconto del lato umano del mito... infatti è assolutamente particolare il fil rouge che lega le fasi della crescita e maturazione del personaggio, sempre concentrato sul suo miglioramento interiore, prima che fisico e tecnico, per prepararsi da sempre allo scontro con la sua nemesi, il suo demone interiore che lo caccia e insegue per tutta la vita... metafora della forza interiore che ognuno di noi deve sviluppare per raggiungere l'equilibrio..da questo punto di vista quindi il film non è una mera celebrazione del personaggio, ma un racconto intimista, a tratti anche di pregevole azione e divertimento, che parla della diversità e del rapporto che abbiamo con essa (si veda il comportamento della suocera di bruce e quello, altrettanto chiuso, dei grandi maestri cinesi che vorrebbero impedire la diffusione delle arti marziali), dell'amore e della famiglia, forze trainanti della vita, e del miglioramento e forza di volontà che devono guidarci sempre (magistrale la sequenza della riabilitazione dopo il trauma alla schiena). insomma un piccolo gioiellino che si fa sempre rivedere con piacere per gli insegnamenti (anche profondi) che lascia nello spettatore.. se a questo aggiungiamo che il film è ben recitato e diverte, pur conservando l'aura del mito e della sua figura epica in tutta la sua interezza, non può che segnalarsi per la sua originalità e pregevolezza.
decisamente 4 stelle. da rivedere spesso per apprezzarlo sempre più.
un saluto e sempre buona visione
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zero99
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domenica 11 gennaio 2015
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bruce lee, un mito diventato leggenda
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Bruce Lee è stato una persona straordinaria, è riuscito là dove nessun orientale era mai arrivato. E' riuscito nella sua breve vita a farsi conoscere sia in Oriente che in Occidente, ed è riuscito a fare da ponte tra queste due culture molto diverse e molto distanti. Era anche una persona rivoluzionaria, perchè aveva osato dire che i metodi delle arti marziali tradizionali cinesi, erano ormai superate per il mondo moderno, e quindi bisognava modernizzarle. Io lo ammiro molto perchè è riuscito ad imporsi senza farsi scoraggiare, ed a lasciare una traccia di sè e dei suoi insegnamenti, anche dopo la sua prematura morte! Non si è lasciato scoraggiare nè dalla Cina, che non voleva che facesse conoscere le loro arti marziali in Occidente, e nè dall'Occidente che lo classificava solo uno dei tanti cinesi (quando ancora non era famoso).
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Bruce Lee è stato una persona straordinaria, è riuscito là dove nessun orientale era mai arrivato. E' riuscito nella sua breve vita a farsi conoscere sia in Oriente che in Occidente, ed è riuscito a fare da ponte tra queste due culture molto diverse e molto distanti. Era anche una persona rivoluzionaria, perchè aveva osato dire che i metodi delle arti marziali tradizionali cinesi, erano ormai superate per il mondo moderno, e quindi bisognava modernizzarle. Io lo ammiro molto perchè è riuscito ad imporsi senza farsi scoraggiare, ed a lasciare una traccia di sè e dei suoi insegnamenti, anche dopo la sua prematura morte! Non si è lasciato scoraggiare nè dalla Cina, che non voleva che facesse conoscere le loro arti marziali in Occidente, e nè dall'Occidente che lo classificava solo uno dei tanti cinesi (quando ancora non era famoso). Negli anni '60 c'era molto razzismo in occidente verso gli orientali, e prima di Bruce Lee, i cinesi (ma anche gli orientali in generale) venivano visti male oppure derisi. La sua vita è stata come un film, molto interessante, intensa, e ricca di piccole vittorie che è riuscito a guadagnarsi con sacrificio e determinazione. Questo film sarà sicuramente un pò romanzato, però riesce a raccontare bene, e con trasporto, la vita di Bruce Lee. Purtroppo durando solo 2 ore era difficile approfondire tutta la sua breve vita, però si riesce a toccare ogni sua tappa che ha vissuto raccontandola bene. Il finale è bello con quella frase della moglie, però avrei preferito se avessero fatto vedere il funerale. Io ho visto anche qualche documentario sulla vita di Bruce Lee, e posso dire che i documentari approfondiscono molto di più la sua vita, e ho scoperto anche tanti retroscena che questo film non dice. Anche il demone che perseguitava Bruce è raccontato meglio nei documentari. Non essendo cinese penso che siano favole, però in Cina su queste cose ci credono molto, sono molto superstiziosi. Tanto è vero che Bruce è morto molto giovane (aveva solo 32 anni), e poi la stessa sorte è toccata anche a suo figlio Brandon (anche lui un maschio). Mi è piaciuta molto la grande storia d'amore tra Bruce e sua moglie, e la loro splendida famiglia. L'attore che interpreta Bruce l'ho trovato abbastanza convincente nel ruolo, sia esteticamente sia come agilità nei combattimenti. Un buon film, che ricorda la vita di un grande uomo che è diventato una leggenda.
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elgatoloco
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lunedì 4 maggio 2015
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efficace anche nella metafora
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Una biografia filmica(come anche una biografia letteraria, ma nel cinema si aggiungono le immagini...)rischia "fatalmente"di scivolare nella banalità, nella rappresentazione ipertrofica, "volgarizzante". Qui la cifra del regista Rab Cohen è decisamente scevra da compiacimenti, secca, essenziale, eppure attenta alla componente metaforica della personalità di Bruce Lee e delle sue manifestazioni/ estrinsecazioni. Ciò che al pubblico occidentale medio appare"assurdo", "folle"etc.non viene cassato o banalizzato, appunto, ma espresso metaforicamente, con la possibilità, per il pubblico, di avvvicinarsi maggiormente alla decifrazione dello strato metaforico, per mezzo di alcune semplici indicazioni "disseminate" nel film, senza che con questo il film stesso divenga una lagna didascalica.
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Una biografia filmica(come anche una biografia letteraria, ma nel cinema si aggiungono le immagini...)rischia "fatalmente"di scivolare nella banalità, nella rappresentazione ipertrofica, "volgarizzante". Qui la cifra del regista Rab Cohen è decisamente scevra da compiacimenti, secca, essenziale, eppure attenta alla componente metaforica della personalità di Bruce Lee e delle sue manifestazioni/ estrinsecazioni. Ciò che al pubblico occidentale medio appare"assurdo", "folle"etc.non viene cassato o banalizzato, appunto, ma espresso metaforicamente, con la possibilità, per il pubblico, di avvvicinarsi maggiormente alla decifrazione dello strato metaforico, per mezzo di alcune semplici indicazioni "disseminate" nel film, senza che con questo il film stesso divenga una lagna didascalica. Validi gli interpreti. El Gato
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