Parliamo di Fassbinder. Finalmente Raitre, grazie a Ghezzi, sta proponendo, sia pure a orari impossibili, una sua bella retrospettiva il lunedì notte. Fassbinder è un genio assoluto. In questo film descrive bene come un ragazzo ingenuo sia traviato e sfruttato da una società che lo disprezza ma che attinge senza scrupoli ai suoi soldi, ottenuti con una vincita al gioco sbandierata ai quattro venti. Fassbinder non smette mai di analizzare e guardare con spietata lentezza, i suoi film sono volutamente lunghi per non lasciare nullal di non scrutato a fondo, non precisato, la piccola e media borghesia tedesca, ancora così intimamente nazista e razzista. Passiamo a un film sorprendente, se solo pensiamo che il regista l'ha girato a soli 23 anni: "Il fabbricante di gattini": Con questo termine spregiativo, uno dei tanti riservati agli immigrati che pure hanno costituito le fondamenta del miracolo economico tedesco (da nazione sconfitta a asse portante dell'Ue), un gruppo di giovani indica un immigrato greco (lo stesso Fassbinder), giovani che, ben vestiti, molto carini (soprattutto le donne, anche se sottomesse a un certo bieco maschilismo, di presunti machi che invece sono bisex) passano la vita cercando soldi che ottengono spesso prostituendosi (come una ragazza che spera così di ottenere un ruolo in televisione) e spettegolando sugli altri, ma soprattutto cercando nel greco il capro espiatorio, fino a picchiarlo brutalmente e a determinarne la fuga.
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Parliamo di Fassbinder. Finalmente Raitre, grazie a Ghezzi, sta proponendo, sia pure a orari impossibili, una sua bella retrospettiva il lunedì notte. Fassbinder è un genio assoluto. In questo film descrive bene come un ragazzo ingenuo sia traviato e sfruttato da una società che lo disprezza ma che attinge senza scrupoli ai suoi soldi, ottenuti con una vincita al gioco sbandierata ai quattro venti. Fassbinder non smette mai di analizzare e guardare con spietata lentezza, i suoi film sono volutamente lunghi per non lasciare nullal di non scrutato a fondo, non precisato, la piccola e media borghesia tedesca, ancora così intimamente nazista e razzista. Passiamo a un film sorprendente, se solo pensiamo che il regista l'ha girato a soli 23 anni: "Il fabbricante di gattini": Con questo termine spregiativo, uno dei tanti riservati agli immigrati che pure hanno costituito le fondamenta del miracolo economico tedesco (da nazione sconfitta a asse portante dell'Ue), un gruppo di giovani indica un immigrato greco (lo stesso Fassbinder), giovani che, ben vestiti, molto carini (soprattutto le donne, anche se sottomesse a un certo bieco maschilismo, di presunti machi che invece sono bisex) passano la vita cercando soldi che ottengono spesso prostituendosi (come una ragazza che spera così di ottenere un ruolo in televisione) e spettegolando sugli altri, ma soprattutto cercando nel greco il capro espiatorio, fino a picchiarlo brutalmente e a determinarne la fuga. Solo la più carina del gruppo, Hanna Shygulla, si innamora di lui ma in modo romantico, senza considerare che egli ha in patria moglie e figli e perciò viene comunque criticata dal gruppo (che a guardare in casa sua avrebbe di ben altro su cui spettegolare). Indicativa e preziosa è la passeggiata che le amiche, a braccetto a due a due, con l'immancabile borsetta e le tremende minigonne dell'epoca (siamo nel 1969) compiono sullo sfondo di un cortile punteggiato dalle serrande dei box delle auto, squarcio di un tessuto urbano povero, meschino come le loro esistenze e i loro fatui discorsi, sempre con la paura del comunismo e i conti sostanzialmente non fatti sull 'orrendo passato della Germania, un passato che riguardava appena i padri dei Fassbinder e che lui, Rainer Maria, non ha mai mancato di criticare, anche e giustamente in modo feroce e puntuale. I film di Fassbinder andrebbero visti e meditati e io li trovo stupendi, da non anscondere di certo nel cuore della notte! Per certi versi sono anche didattici, non conosco infatti regista più chiaro. E' davvero un maestro da non dimenticare.
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