breberto
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lunedì 28 luglio 2008
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un esordio registico memorabile
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E' il primo film di Nicholas Ray, regista celebrato, autore di film culto, come GIOVENTU' BRUCIATA o JOHHNY GUITAR, ma credo che questo suo film di esordio non sia stato più eguagliato nella sua filmografia. E' un film che amo moltissimo e mi conquista ad ogni rivisitazione. Naturalmente non è più la vicenda che mi attrae ma - ogni voltta- l'intenso lirismo con cui Ray accarezza i suoi due protagonisti, non rifuggendo da dialoghi di un intenso romanticismo che, con un altro autore, e soprattutto con due altri interpreti, sarebbe stato indigesto. E invece, se ci inteneriamo ogni volta per la sorte di Bowie e di Cheechie, è per merito del modo in cui Ray ha scelto e guidato due meravigliosi giovanissimi attori: Granger non è più stato così bravo nella sua non esaltante filmografia, era il suo esordio e aveva l'età del suo personaggio, 22 anni.
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E' il primo film di Nicholas Ray, regista celebrato, autore di film culto, come GIOVENTU' BRUCIATA o JOHHNY GUITAR, ma credo che questo suo film di esordio non sia stato più eguagliato nella sua filmografia. E' un film che amo moltissimo e mi conquista ad ogni rivisitazione. Naturalmente non è più la vicenda che mi attrae ma - ogni voltta- l'intenso lirismo con cui Ray accarezza i suoi due protagonisti, non rifuggendo da dialoghi di un intenso romanticismo che, con un altro autore, e soprattutto con due altri interpreti, sarebbe stato indigesto. E invece, se ci inteneriamo ogni volta per la sorte di Bowie e di Cheechie, è per merito del modo in cui Ray ha scelto e guidato due meravigliosi giovanissimi attori: Granger non è più stato così bravo nella sua non esaltante filmografia, era il suo esordio e aveva l'età del suo personaggio, 22 anni. E' ternero, commovente, espressivo e Ray gli regala dei bellissimi primi piani, così come fa con la dolce Cathy O'Donnell, penso esordiente anche lei, che aveva 22 anni come il suo partner. C'è chi considera la sua migliore interpretazione quella offerta in I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA di Wyler, dell'anno seguente (1946) nel ruolo della dolce fidanzata di Omer che ha perso le braccia in guerra, dal canto mio io ritengo insuperabile la sua prestazione nel film di Ray e penso che se questo poliziesco non è invecchiato per niente o è invecchiato benissimo, sia dovuto sì all'atmosfera notturna che domina la vicenda, ma soprattutto alla presenza di questi due giovanissimi esordienti nei panni di una coppia di innamorati fra i più teneri e sfortunati della storia del cinema statunitense.
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fedeleto
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martedì 25 settembre 2012
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vivere per morire..
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Siamo nell'America degli anni 30,un giovane di nome Bowie e' evaso insieme a due delinquenti,li aiuta nel colpo per rapinare una banca,ma quando si innamorera' di Keetchie le cose forse potranno cambiare.Ma puo' veramente cambiare il suo destino?nonostante l'amore che entrambi provano?forse la il destino a volte e' troppo crudele.Nicholas Ray,esordisce con questa buona pellicola,che si incentra sui due personaggi in stile Bonnie e Clyde,ma e' anche un ritratto di due vite destinate probabilmente fin dal''inzio ad azzerarsi.il film presenta numerosi punti interessanti,dalle riprese aeree( un esempio di come l'occhio del destino metta il suo interesse su i personaggi delineati nella loro fine,che sono essenzialmente Bowie e i suoi due amici appunto a morire) e non mancano anche inquadrature in stile realista con Cathy O'donnel sognante e innamorata ci regala una grande interpretazione.
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Siamo nell'America degli anni 30,un giovane di nome Bowie e' evaso insieme a due delinquenti,li aiuta nel colpo per rapinare una banca,ma quando si innamorera' di Keetchie le cose forse potranno cambiare.Ma puo' veramente cambiare il suo destino?nonostante l'amore che entrambi provano?forse la il destino a volte e' troppo crudele.Nicholas Ray,esordisce con questa buona pellicola,che si incentra sui due personaggi in stile Bonnie e Clyde,ma e' anche un ritratto di due vite destinate probabilmente fin dal''inzio ad azzerarsi.il film presenta numerosi punti interessanti,dalle riprese aeree( un esempio di come l'occhio del destino metta il suo interesse su i personaggi delineati nella loro fine,che sono essenzialmente Bowie e i suoi due amici appunto a morire) e non mancano anche inquadrature in stile realista con Cathy O'donnel sognante e innamorata ci regala una grande interpretazione.Il soggetto pertanto e' tratto da un romanzo di Edward Anderson,con il rimaneggiamento della sceneggiatura dello stesso regista Ray e Charles Schnee.La storia dunque si orienta verso la fuga iniziale verso la liberta' che diventa gradualmente la direzione della morte,i protagonisti sono il ritratto dell'innocenza nel loro vivere e non possiedono in alcun modo la cattiveria o l'odio,ma forse a volte e' il fato stesso che impedisce un seguito,anche se Il prode Bowie riuscira' comunque ad avere un figlio che non vedra' mai.La notte che e' la vera potagonista del film precede l'eterno sonno che accarezzera' il povero Bowie e gli fara' scontare quella pena eterna.Un piccolo capolavoro questo dell'esordiente Ray,che dimostra talento nelle inquadrature come primi piani e riprese aeree,e ritrae due giovani oramai finiti nella loro illusoria liberta'.
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