Amour

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Un film di Michael Haneke. Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco.
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Titolo originale Amour. Drammatico, durata 127 min. - Francia, Austria, Germania 2012. - Teodora Film uscita giovedì 25 ottobre 2012. MYMONETRO Amour * * * * - valutazione media: 4,19 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
antonio montefalcone venerdì 26 ottobre 2012
le pieghe intime e dolorose dell'amore... Valutazione 4 stelle su cinque
69%
No
31%

Haneke torna a esplorare i volti oscuri e crudeli dell’esistenza, di una realtà sempre sfuggente e nascosta. E lo fa tramite una cupa e cinica incursione nel mondo della vecchiaia e della malattia, dove il male che devasta i corpi si traduce in malessere che annienta le anime. A dispetto di ciò che può evocare il titolo, il film è tutt’altro che dedito al sentimentalismo e alla dolcezza. Lo sguardo è impietoso, la messa in scena sobria. Però fa commuovere e riflettere (non lascia mai interpretazioni univoche). La lucida e rigorosa indagine si concentra stavolta nell’amore di due ottantenni e nelle miserie di una malattia. Il fascino di questo dramma da camera è dettato dalla negazione di ogni retorica e giudizio morale, di ogni aspetto consolatorio, di ogni facile aspettativa e idea preconcetta su queste controverse tematiche. [+]

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miraj domenica 11 novembre 2012
come pochi ormai Valutazione 5 stelle su cinque
84%
No
16%

Ormai poche volte si esce da una sala cinematografica con l'assoluta convinzione che hai visto qualcosa di veramente bello. Godard disse che il cinema è morto, che non ha più la sua funzione ed il tempo come in tutte le cose lo relegava a cosa di altri tempi ormai. Io ieri uscendo dalla sala dopo aver visto Amour ero pieno pieno e felice che ancora Haneke abbia potuto fare un film così. E dentro di me dicevo ancora grazie che esiste il cinema. Forse per pochi film lo posso dire, ma questo si. Film ancora più bello e grande perchè ti tocca e ti fa stare male per una cosa che la società in fin dei conti (lo fa capire Haneke) fa ancora paura LA VECCHIAIA con i suoi normali dolori insicurezze e improvvise cadute. [+]

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laura sommovigo domenica 4 novembre 2012
non sono d'accordo con la critica trionfalistica Valutazione 1 stelle su cinque
59%
No
41%

Il mio voto , una sola stella, non è dato per la mediocrità del film,valutazione ovviamente erronea, ma per la rabbia che ha suscitato in me il voler frugare con un affilatissimo ed impietoso bisturi quelle parti dell'anima, che contengono la paura della malattia, vecchiaia e morte, che tutti noi accuratamente rimuoviamo. In questa dolorosissima operazione niente è dato in cambio per sollievo. E' come aprire una bara per vedere lo scempio della morte.

[+] nessuna speranza (di aghini)
[+] beh... (di guardianeyes)
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mericol martedì 16 luglio 2013
amore sino alla morte Valutazione 5 stelle su cinque
83%
No
17%

 In un elegante appartamento parigino vivono Georges (J.L.Trintignant) e Anne (E. Riva), ultraottantenni, musicisti pianisti,una figlia pianista,forse anche una nipote sta per seguire le tradizioni di famiglia.
Affiatamento, comprensione,affetto, amore. Un ictus porta Anne alla invalidità. L’evento drammatico non turba il ritmo degli affetti tra i due. Georges collabora sino al sacrificio. Poi il sacrificio si accompagna alla insofferenza, ad esempio verso la giovane badante, che invece sembra svolgere lodevolmente il suo compito, ma viene licenziata. Quale colpa? Forse perché Anne si è notevolmente aggravata ed aveva già espresso il desiderio di farla finita. [+]

[+] sembra svolgere lodevolmente il suo compito? (di flag64)
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paride86 sabato 1 dicembre 2012
privo di qualsiasi fascino Valutazione 1 stelle su cinque
54%
No
46%

Spinto dal fatto che il film è di Michael Hanake - non mi aveva mai deluso, finora - mi sono recato al cinema pieno di belle speranze, anche tenendo conto della Palma D'Oro. Invece mi ritrovo con un film geriatrico, piatto, noioso, interminabile.
La prima parte può anche salvarsi: vi si descrivono i personaggi e le loro caratteristiche; la seconda, invece, è una vera agonia che si trascina avanti tra sguardi vuoti, malattia, dialoghi inconcludenti, il tutto nella claustrofobia di un solo appartamento. [+]

[+] come si fa a consigliare un film come queso ? (di effepi)
[+] siete ancora in tempo. (di occhitorvi)
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kimkiduk domenica 11 novembre 2012
film sulla realta' Valutazione 5 stelle su cinque
56%
No
44%

Quanto è difficile rappresentare una cosa "semplice" come la vecchiaia, il dolore, il male, la morte. Haneke ci riesce facendo forse "niente", ma descrivendo solo quello che succede. E allora l' unica critica che leggo è proprio questa, dire quello che realmente succede e farlo vedere. Per me è cinema ASSOLUTO, amore allo stato puro. Accanto a questo l'ipocrisia della gente con esempi perfetti che non cito per rendere misterioso quello che succede. Film bellissimo, imperdibile, dolorosissimo nella sua verità. Da abbracciare per la loro immensa bravura sia Trintignat ma soprattutto la Riva, che ha reso il normale in un modo indescrivibile. [+]

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adelio giovedì 18 luglio 2013
acqua che corre..gli ultimi piatti lavati ..e via! Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Pochi film sanno raccontare con serena delicatezza, attraverso le immagini e le cadenze temporali, l’Amour di cui sono capaci un uomo e una donna al crepuscolo della loro storia di vita.
Quello che il regista Haneke ci mostra è infatti il racconto molto intenso e toccante degli ultimi momenti di vita di Anne e Georges, due vecchi musicisti uniti da un amore smisurato, irrinunciabile e a dire il vero, di questi tempi (vedi badante licenziata), quasi incomprensibile.
Anne e Georges sono una coppia di questo mondo e da questo mondo è presa …esce idealmente dalla moltitudine di pubblico nella scena del concerto iniziale per entrare all’interno della sacralità della loro casa, idealmente nel tempio del loro Amore. [+]

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norman_joker venerdì 9 novembre 2012
un capolavoro di rara delicatezza Valutazione 5 stelle su cinque
53%
No
47%

Sono andato al cinema a vedere “Amour”, questo film francese di cui non ho voluto alcuna anticipazione: sapevo soltanto che avesse vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Le premesse riguardanti l’apparato tecnico possono non risultare incoraggianti: film indipendente, sette od otto attori, non più di due telecamere, nessuna musica per due ore e un quarto ambientate esclusivamente all’interno di una abitazione.
Inquadrature fisse, lente quasi fino al limite del sopportabile, con dialoghi brevi ed essenziali oppure piene di un silenzio che grava sullo spettatore. Si è dinanzi al realismo puro, alla quotidianità espressa nella sua più sconcertante sincerità, senza fretta o senza arricchimenti stilistici e verbali, senza forzature o abbellimenti. [+]

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tiziana2013 domenica 13 gennaio 2013
il coraggio dell'amore Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Amour o….. della vita quando la malattia irrompe prepotentemente e allaga l’anima, quando la vecchiaia ti toglie  speranze e futuro, quando ti ruba tutto.
Amour e’ un film molto bello, commovente, di una tristezza e malinconia assolute,  sulla  vecchiaia, la malattia, la solitudine, il rimpianto, l’amore, la morte.
A chi esalta la vecchiaia come un  auspicabile  traguardo di serenita’, come il periodo  della rivincita in cui si puo’ recuperare il tempo perduto durante la vita, ormai liberi dagli obblighi, il film dice ‘’Basta filosofeggiare!’’ La vecchiaia e’ decadimento progressivo, inevitabile! C’e n’e’ di che star male durante e dopo la proiezione. [+]

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yoklux lunedì 11 febbraio 2013
agghiacciante vitalità della morte Valutazione 5 stelle su cinque
69%
No
31%

La morte ultimo tabù rimasto rivive nell' opera di Haneke in una visione agghiacciante del reale, perchè il reale è tremendamente "anti-filmico", perchè il reale per lo più non abbisogna di una visione edulcorata e sentimentale e perchè il reale oggi non appassiona nessuno, se non stuzzica bassi istinti, poesia smielata o adrenalina spinta. Invece qui l'unico eccesso è il decesso, l'estinzione, naturale completamento della parabola vitale, privo di qualsiasi finta tribolazione metafisica-religiosa.
Il film combina magistralmente il senso di un amore, quindi della vitalità, della passione, del sentimento eterno, con la fine biologica, del prendersi cura  del proprio amore, della propria moglie sino al termine del "viaggio", con la profonda ipocrisia di una società che non riesce a fare i conti con la morte, non è in grado di accettare la fine, che assolutamente non vuole, cerca infatti di combatterla, di mercificarla, d'imparruccarla. [+]

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