luca scial�
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sabato 17 novembre 2012
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le vicende del galles e la famiglia morgan
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Fine '800. In un paesino del Galles la cui popolazione è di tutti minatori, si svolgono le vicende della famiglia Morgan: due genitori amorevoli, credenti e all'occorrenza severi, 6 figli maschi e una femmina. Anch'essa è legata alla miniera. Tutti vi lavorano, anche il figlio piu' piccolo Huw che l'ha scelta nonostante vada bene a scuola. Ma sara' proprio quella miniera a separarli, tra chi resta senza lavoro e parte per terre lontane e chi vi trovera' la morte. La stessa figlia femmina non trovera' la felicita' sponsando il figlio del proprietario.
John Ford traspone magnificamente un romanzo di Richard Lerwellyn, dimostrando di essere, insieme all'americano William Wyler, uno dei pochi dell'epoca a riuscirci sempre egregiamente.
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Fine '800. In un paesino del Galles la cui popolazione è di tutti minatori, si svolgono le vicende della famiglia Morgan: due genitori amorevoli, credenti e all'occorrenza severi, 6 figli maschi e una femmina. Anch'essa è legata alla miniera. Tutti vi lavorano, anche il figlio piu' piccolo Huw che l'ha scelta nonostante vada bene a scuola. Ma sara' proprio quella miniera a separarli, tra chi resta senza lavoro e parte per terre lontane e chi vi trovera' la morte. La stessa figlia femmina non trovera' la felicita' sponsando il figlio del proprietario.
John Ford traspone magnificamente un romanzo di Richard Lerwellyn, dimostrando di essere, insieme all'americano William Wyler, uno dei pochi dell'epoca a riuscirci sempre egregiamente. Il film viaggia sulla falsariga della spensieratezza e della nostalgia, colpendo pero' sovente lo spettatore con massicce dosi di realismo ed eventi drammatici. Perché la vita non è una favola.
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nana'
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mercoledì 30 dicembre 2009
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grazie all'autore del romanzo richard llewellyn.
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Il film è certamente un autentico capolavoro della cinematografia, degno di essere annoverato non nella 7^ arte quale il cinema rappresenta ,ma in una "collocazione" più alta.Penso ch'esso costituisca un forte elemento di pedagogia per le generazioni d'oggigiorno.Infatti,Il contenuto val la pena sottolinearlo, è di grandissima dignità e degno di essere riproposto per il suo valore culturale ed educativo (nonostante sia soltanto un copione!):il Cast è di una bravura impagabile ed impareggiabile senza eccezione alcuna fra gli attori.Ho apprezzato tantissimo la parte interpretata da Walter Pidgeon dove parla della preghiera al ragazzino,il personaggio interpretato da Roddy McDowall,parole che rimangono impresse nella mente e che fanno vibrare d'emozione!Una lode particolare al regista che ha avuto il talento e la bravura di dirigere questo film.
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fabio
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giovedì 28 marzo 2019
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un classico del cinema di ford
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La dura vita di una comunità di minatori del Galles vista con gli occhi di un ragazzo. I canti, l'innocenza, la lotta per la vita e la dignità. Temi eterni per un film che resta eterno anche se oggi può apparire datato.
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samanta
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domenica 7 giugno 2020
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un mondo che non esiste più ---
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Nel 1941 esce questo film tratto dal romanzo omonimo con la regia di John Ford che ottenne il suo terzo Oscar, il film fu pluripremiato come miglior film, scenografia, fotografia mentre Donald Crisp ottenne il premio come migliore attore n.p.
John Ford che aveva cominciato con il cinema muto, nel 1939 aveva diretto il suo capolavoro assoluto western Ombre Rosse e l'anno dopo Furore ottenendo il suo secondo Oscar, con Come era verde la mia valle diventò il più acclamato direttore di Hollywood dirigendo ancora grandi successi (e un quarto Oscar) con il film che commentiamo affronta come in Furore temi sociali nuovamente, ma con prospettive diverse.
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Nel 1941 esce questo film tratto dal romanzo omonimo con la regia di John Ford che ottenne il suo terzo Oscar, il film fu pluripremiato come miglior film, scenografia, fotografia mentre Donald Crisp ottenne il premio come migliore attore n.p.
John Ford che aveva cominciato con il cinema muto, nel 1939 aveva diretto il suo capolavoro assoluto western Ombre Rosse e l'anno dopo Furore ottenendo il suo secondo Oscar, con Come era verde la mia valle diventò il più acclamato direttore di Hollywood dirigendo ancora grandi successi (e un quarto Oscar) con il film che commentiamo affronta come in Furore temi sociali nuovamente, ma con prospettive diverse.
La trama: Huw Morgan (Rod McDonald) lascia per sempre la valle del Galles in cui ha abitato, in un flash back che dura tutto il film rievoca la vita in famiglia con il padre Gwilyn (Donald Crisp attore britanico con una lunga carriera: Figlia del Vento, Torna a casa Lassie, L'ultimo hurrà) i 5 fratelli maggiori, tutti minatori, e con la bellissima sorella Angharad, esistenza impostata sul lavoro, il senso religioso, il coraggio di affrontare con forza e dignità serena la vita.Un pò alla volta tutto si dissolve, le condizioni durissime del lavoro con continui licenziamenti del personale per sostituirlo con giovani sottopagati, inducono 2 fratelli ad emigrare in USA, 2 altri fratelli fomentano lo sciopero in contrasto con il padre, dopo molte settimane di sciopero riprende il lavoro, ma i 2 frateli vengono licenziati e decidono di emigrare in Nuova Zelanda, il quinto fratello sposa la bella Browyn (Anna Lee) che rimarrà incinta ma il marito muore in un incidente in miniera. Il giovane Huw che insieme alla madre Beth (Sarah Allgood) per una disgrazia cade nell'acqua gelata, si salva ma ha le gambe paralizzate, viene aiutato dal buon Pastore protestante Gruffydd (Walter Pidgeon: Decisione suprema, Il Pianeta proibito, Funny Girl) a recuperare la funzionalità. Il pastore è innamorato di Angharad che ricambia. ma lui non vuole sposarla perché non faccia la vita di stenti come la sua. La ragazza sposa malvolentieri il rampollo, un giovane borioso, del ricchissimo proprietario della miniera che la richiede in matrimonio e va a vivere in USA. Ritornerà dopo alcuni anni a vivere da sola nella splendida villa del marito, a causa dei pettogolezzi di una relazione (inesistente) con il Pastore questi decide di lasciare il paese, proprio in quel giorno in un ennesimo incidente in miniera.muore il capofamiglia e così termina la storia.
Il film affronta alcuni temi tipici di Ford: la nostalgia per il passato che evidentemente gli ricorda quello della sua amata Irlanda, i temi sociali dello sfruttamento del lavoro, (Ford da cattolico sapeva che 2 dei 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono: "non dare giusta mercede agli operai e l'oppressione degli umili"), le condizioni disumane di lavoro nella miniera con l'impiego di adolescenti. Però fa vedere l'aspetto positivo della vita: la solidarietà e l'ordine in famiglia in famiglia e tra i minatori, emerge un rispetto per l'uomo e la sua dignità. Ottima la recitazione di un cast "fordiano" (c'è anche Barry Fitzgerald"), bravissimi oltre a Donald Crisp, Walter Pidgeon, Sarah Allgood e Maureen O'Hara, alcune scene sono memorabili come quando al ritorno del giorno di paga marito e i 5 figli lasciano nel suo grembiule i soldi ricevuti, messi da parte dalla madre, che in cambio dà un pò di argent de poche (per bere la birra al Pub e divertirsi).
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