La cronaca quotidiana ci ricorda che una serata di "divertimento" si puo' trasformare in un incubo senza ritorno per chiunque: il cinema fatica a rincorrere la realta' e resta spesso un passo indietro nel rappesentare "fatti veri", limitandosi a riprodurli. Gli esordienti inglesi preferiscono lavorare su questo registro di "cinema verita'", piuttosto che avventurarsi, come hanno gia' fatto molti francesi, sul "torture-porn" di fantasia. In questo film ci si scosta anche dal registro americano degli horror-teem movies, che propone stereotipi comportamentali esasperati e stupidamente lontani dalla realta'. Nei primi 30 minuti di Donkey Punch ci si limita ad osservare i giovani e proprio per questo il film sembra avere lo stesso stile con cui apre anche Wolf Creek: volutamente spontaneo e banale.
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La cronaca quotidiana ci ricorda che una serata di "divertimento" si puo' trasformare in un incubo senza ritorno per chiunque: il cinema fatica a rincorrere la realta' e resta spesso un passo indietro nel rappesentare "fatti veri", limitandosi a riprodurli. Gli esordienti inglesi preferiscono lavorare su questo registro di "cinema verita'", piuttosto che avventurarsi, come hanno gia' fatto molti francesi, sul "torture-porn" di fantasia. In questo film ci si scosta anche dal registro americano degli horror-teem movies, che propone stereotipi comportamentali esasperati e stupidamente lontani dalla realta'. Nei primi 30 minuti di Donkey Punch ci si limita ad osservare i giovani e proprio per questo il film sembra avere lo stesso stile con cui apre anche Wolf Creek: volutamente spontaneo e banale. Ma invece che proporre infantili effusioni su di un cratere australiano, premessa ad un immanente incubo atteso, il film inglese scivola con poche battute in un'orgia di alcool, droga, nudo ed anche sesso tutt'altro che intuito. Poi inizia l'incubo e curiosamente il film abbandona definitivamente ogni tentativo di provocare lo spettatore: le situazioni di tensione, i colpi di scena, la fuga tra gatto e topo si svolgono al di fuori di rituali di sangue o di sadismo compiaciuto. Ragazzi e ragazze protagonisti si spaventano davanti al sangue, si disperano dei gesti inconsulti, si vergognano delle proprie azioni: sembrano veri, cosi' veri da deludere le aspettative dello spettatore che aspetta le mosse dello psyco-serial-killer di turno o che vorrebbe dettagli raccapriccianti e morbosi. Ci sarebbero le carte per un thriller, non proprio originalissimo, ma convincente. Purtroppo, a differenza di molti francesi, americani e australiani, i film degli esordienti inglesi spesso peccano nella tecnica cinematografica: si vede in Donkey Punch, ma anche in opere simili come Eden Lake (che comunque e' gia' classificabile tra i torture-porn). Non giovano: la scelta di girare l'intero film in effetto notturno (senza essere dei maghi della luce come Greg Mc.Lean), le inquadrature prive di personalita', per altro ben montate, la sonorizzazione episodica e che non sostiene l'immagine, questi ed altri difetti sminuiscono il mordete dell'opera. Ci si affida allora a promettere "The sexiest, most shocking thriller of the year", come fa la copertina del DVD inglese, rischiando di concentrare l'attenzione dello spettatore nella prima mezz'ora del film, che se non censurata, rischiera' di imbattersi nel divieto ai 18 (come successo in UK e USA), persino il titolo del film risulterebbe censurabile... (...capirete il perche' vedendolo, a meno che non siate a conoscenza dello slang del kamasutra anglosassone).
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