l'arciere
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lunedì 24 ottobre 2011
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il film più visto di sempre
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L'apoteosi del Bond anni '60 e la chiusura del primo ciclo della serie. Il ritmo dei primi tre film rallenta a favore dell'assaporamento di ogni significanza spettacolare, dal cielo brumoso all'asfalto della strada, arrivando nelle sequenze subacquee allo psichedelico e in quelle del carnevale allo smemoramento metafisico, aiutato dalla formidabile colonna sonora di John Barry. La fotografia, un tripudio del Technicolor acceso ma raffinato e come filtrato (effetto occhiali da sole) da una nota verde-marrone è di Ted Moore, creatore esperto di una immagine chiara, limpida, semplice ma accattivante come un depliant turistico che invita alle Bahamas, fantastica ambientazione di gran parte del film.
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L'apoteosi del Bond anni '60 e la chiusura del primo ciclo della serie. Il ritmo dei primi tre film rallenta a favore dell'assaporamento di ogni significanza spettacolare, dal cielo brumoso all'asfalto della strada, arrivando nelle sequenze subacquee allo psichedelico e in quelle del carnevale allo smemoramento metafisico, aiutato dalla formidabile colonna sonora di John Barry. La fotografia, un tripudio del Technicolor acceso ma raffinato e come filtrato (effetto occhiali da sole) da una nota verde-marrone è di Ted Moore, creatore esperto di una immagine chiara, limpida, semplice ma accattivante come un depliant turistico che invita alle Bahamas, fantastica ambientazione di gran parte del film. Le scenografie metafisiche di Ken Adam, gli effetti speciali di John Stears (che vinse l'Oscar, l'unico a un film di 007) e il montaggio creativo di Peter Hunt completano il cast tecnico di un film che si avvale di un Sean Connery in gran forma, un Adolfo Celi statuario in un cattivo di ambiguità shakespeariana (l'attore è stato un grande di teatro), una splendida Claudine Auger la cui bellezza da brividi sembra aderire metafisicamente al paesaggio, l'esuberante Luciana Paluzzi a suo agio nel ruolo di cattiva, la deliziosa Molly Peters nel ruolo dell'infermiera e gli amabilissimi comprimari (M, Q, Moneypenny) ormai disinvolti nella parte. Con questo film 007 raggiunse l'acme del suo rappresentare, nel suo stesso modo di divertirsi anche con lo spettacolo, la civiltà occidentale. Elettrizzante come non sarà più nessun altro 007 della serie, fresco nonostante sia il quarto episodio, è un film che riesce a dare un senso di materiale attualità. Del precedente "Goldfinger", diretto da Guy Hamilton mutua soltanto la vocazione grandiosa, amplificandola, e la ricezione della cultura volgare. Per il resto è puro Terence Young, che ha portato un'eleganza e una raffinatezza che hanno definito per sempre la serie. Il film è terribilmente affascinante specie nelle sequenze subacquee che conferiscono insieme eleganza e senso di crudele morbosità. Il fatto che sia una superproduzione che non lesina sugli elementi spettacolari e sugli effetti speciali ha fatto storcere la bocca a molti critici, ma il film ha un intreccio tutt'altro che banale, un'alta qualità dei dialoghi (soprattutto per merito della collaborazione alla sceneggiatura del drammaturgo) e una galleria di personaggi divertenti e intriganti. In proporzione al prezzo del biglietto, cioè calcolando numericamente chi lo ha visto, è stato il film di maggior successo della storia del cinema. Se aveva ragione Stanley Kubrick -che trovava 007 allarmante- a ritenere che la vera e più importante reputazione di un film sia nell'affetto che il pubblico gli mantiene nel corso degli anni (questo film è stato capace di fare dopo 40 anni in prima serata tv share da varietà) allora il giudizio di chi scrive non sembrerà esagerato.
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renato corriero
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martedì 3 luglio 2007
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grande spettacolo sub per il quarto bond!
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Il quarto Bond è un grande spettacolo, ma non fine a se stesso, infatti la trama originale è stata molto rispettata e si nota l'impronta di Fleming! All'uscita del film, chi aveva molto apprezzato il classico di spionaggio "Dalla Russia con Amore" poteva essere rimasto un po' deluso, ma rivedendolo si nota che la trama è ben congegnata e quindi il supporto di paesaggi esotici e sottomarini e come sempre contornati da splendide "Bond-girls"ne fanno un film veramente da apprezzare e da gustare! Sean Connery è al massimo della forma e della popolarità. E ricordo come all'uscita del film mi aveva colpito la novità delle battute umoristiche. Ad esempio quando Luciana Paluzzi è nella vasca da bagno e chiede a Bond qualche cosa da indossare lui le porge un paio di pantofole da bagno! Oppure quan
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Il quarto Bond è un grande spettacolo, ma non fine a se stesso, infatti la trama originale è stata molto rispettata e si nota l'impronta di Fleming! All'uscita del film, chi aveva molto apprezzato il classico di spionaggio "Dalla Russia con Amore" poteva essere rimasto un po' deluso, ma rivedendolo si nota che la trama è ben congegnata e quindi il supporto di paesaggi esotici e sottomarini e come sempre contornati da splendide "Bond-girls"ne fanno un film veramente da apprezzare e da gustare! Sean Connery è al massimo della forma e della popolarità. E ricordo come all'uscita del film mi aveva colpito la novità delle battute umoristiche. Ad esempio quando Luciana Paluzzi è nella vasca da bagno e chiede a Bond qualche cosa da indossare lui le porge un paio di pantofole da bagno! Oppure quando l'infermiera gli chiede che mestiere fa egli risponde "Il commesso viaggiatore, con licenza di combinare guai!" Altro tratto ironico quando nuota sott'acqua con Dominò, si appartano dietro uno scoglio, e agli occhi del pubblico arriva un 'esplosione di bollicine! Anche i particolari tecnici che allora sembravano fantascienza si sono rivelati poi per la maggior parte o realmente esistenti o inventate dopo su modello di quelle del film! Possiamo dire che Thunderball sia proprio il capostipite dei films d'azione abbinati a grande spettacolo!!
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paolo 67
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giovedì 3 novembre 2011
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thunderfilm
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Il fascino di questo film sta nell'ardimento oltre (e meglio di) ogni altro 007 sia nella scrittura che nel montaggio (con frequenti stasi contemplative fino all'ipnosi psichedelica delle sequenze subacquee che rompe il ritmo indiavolato consueto a 007) portando all'estremo e virtualmente esaurendo le potenzialità spettacolari del periodo d'oro della serie. Mastodontico nelle sequenze ma elegante, terribilmente divertente con un grandioso Adolfo Celi nella parte dell'ambiguo e crudele Largo, una splendida Claudine Auger che mette qualcosa di suo anche nella costruzione del personaggio di Domino, uno spettacolo della natura al pari dei meravigliosi scenari naturali delle Bahamas, uno Sean Connery al meglio della forma, lascia trasparire il clima di divertimento generale (dovuto alla consapevolezza dei propri mezzi dopo il successo mondiale raggiunto dalla serie), di rilassatezza in cui è stato girato.
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Il fascino di questo film sta nell'ardimento oltre (e meglio di) ogni altro 007 sia nella scrittura che nel montaggio (con frequenti stasi contemplative fino all'ipnosi psichedelica delle sequenze subacquee che rompe il ritmo indiavolato consueto a 007) portando all'estremo e virtualmente esaurendo le potenzialità spettacolari del periodo d'oro della serie. Mastodontico nelle sequenze ma elegante, terribilmente divertente con un grandioso Adolfo Celi nella parte dell'ambiguo e crudele Largo, una splendida Claudine Auger che mette qualcosa di suo anche nella costruzione del personaggio di Domino, uno spettacolo della natura al pari dei meravigliosi scenari naturali delle Bahamas, uno Sean Connery al meglio della forma, lascia trasparire il clima di divertimento generale (dovuto alla consapevolezza dei propri mezzi dopo il successo mondiale raggiunto dalla serie), di rilassatezza in cui è stato girato. Curato in una lunga post-produzione dal montatore Peter Hunt (qui promosso a regista della seconda unità) è rimasto non solo il Bond di maggior successo, ma il film col maggior numero di spettatori della storia. Fresco nonostante sia il quarto episodio (altro primato) della serie, continua a mantenere un elettrizzante senso di attualità ed è anche dotato di un sentimento del mistero. Vinse l'Oscar (l'unico per un film di 007) per gli effetti speciali (John Stears) ma avrebbe forse meritato anche quello per le scenografie (Ken Adam), il montaggio (un inventivo Peter Hunt che addirittura manda scene all'indietro o al contrario, o le scambia tra di loro per raggiungere il massimo grado di tensione ed eccitazione), la musica (le note coinvolgenti di John Barry, autore di una partitura di efficacia stupefacente) per tacere della cristallina fotografia dell'esperto Ted Moore. Il fortunato concorso di tanti artisti e tecnici uno più bravo dell'altro, e un cast indovinato (lo stesso connubio del primo film, qui solo con un budget molto più alto) distilla in un film gli anni sessanta al loro culmine, e la civiltà occidentale.
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paolo 67
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mercoledì 21 dicembre 2011
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l'irripetibile (e al meglio) squadra dei primi 007
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L'aspetto cristallino dei primi 4 film di James Bond è merito della fotografia di TED MOORE, che diede un look semplice ma interessante, con immagini chiare e pulite con una profondità di campo dove tutto si vedeva alla perfezione, che facilitò e stimolò la creatività dell'innovativo montaggio di PETER HUNT, capace di stringere il ritmo e di un uso parsimonioso, e perciò efficace, dei primi piani, che ben si fondeva con l'elegante regia di TERENCE YOUNG, dotato di raffinatezza e gusto sorprendente. JOHN STEARS, eccezionale ingegnere, curò in "Thunderball" gli effetti speciali (che vinsero l'Oscar) mentre la colonna sonora di JOHN BARRY, che orchestra il tema originale di MONTY NORMAN e inventa nuove musiche si fonde a meraviglia col film, incisiva e coinvolgente con le note giuste scena per scena.
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L'aspetto cristallino dei primi 4 film di James Bond è merito della fotografia di TED MOORE, che diede un look semplice ma interessante, con immagini chiare e pulite con una profondità di campo dove tutto si vedeva alla perfezione, che facilitò e stimolò la creatività dell'innovativo montaggio di PETER HUNT, capace di stringere il ritmo e di un uso parsimonioso, e perciò efficace, dei primi piani, che ben si fondeva con l'elegante regia di TERENCE YOUNG, dotato di raffinatezza e gusto sorprendente. JOHN STEARS, eccezionale ingegnere, curò in "Thunderball" gli effetti speciali (che vinsero l'Oscar) mentre la colonna sonora di JOHN BARRY, che orchestra il tema originale di MONTY NORMAN e inventa nuove musiche si fonde a meraviglia col film, incisiva e coinvolgente con le note giuste scena per scena. Il suono dei film di Bond è estremamente curato grazie all'opera del tecnico NORMAN WANSTALL (Oscar per "Goldfinger"). Uno degli assi del Bond è certamente KEN ADAM, genio visionario il cui talento fiammeggia in set strabilianti, con fastose e imponenti scenografie, coraggiose, audaci, ma anche ironiche. Uno degli elementi di cui si parla poco ma importante per il successo dei film di 007 è BOB SIMMONS, lo stuntman che per primo coreografò le scene di combattimento, dividendole in sezioni e aumentandone l'efficacia. Era tra l'altro un ottima controfigura di Connery perchè pur essendo più piccolo si muoveva come lui. Fondamentale l'apporto alla sceneggiatura di RICHARD MAIBAUM, che aveva la grande qualità di trasferire il libro al film senza rovinarlo (cosa che nel cinema accadde spesso), se non addirittura migliorandolo. Ma naturalmente il merito principale del successo del Bond va agli attori, a cominciare dalla scelta indovinatissima di SEAN CONNERY, 007 insuperato, la cui straordinaria efficacia consiste nella felice combinazione dell'elemento atletico (da "giocatore di calcio" secondo lo sceneggiatore Maibaum) e l'eleganza, la raffinatezza, lo stile (di derivazione Younghiana) che gli vennero infusi: ciò lo rese immediatamente accettabile. Fondamentali le Bond girl, in questo film la splendida CLAUDINE AUGER, che coniuga innocenza e sex-appeal, la deliziosa MOLLY PETERS nel ruolo dell'infermiera, che sarà ricordata come una della apparizioni femminili più intriganti del Bond e l'esuberante LUCIANA PALUZZI, fortunata in un azzeccato ruolo di cattiva, il migliore della sua carriera. Importante tanto quello del Bond, il ruolo del cattivo (vilain), qui un formidabile ADOLFO CELI, ambiguo (con tutta l'esperienza di attore di teatro) e crudele, vera personificazione del male, colla trovata piratesca della benda. I comprimari: un'altra componente indovinata del Bond, come BERNARD LEE nel ruolo di "M", mitico e insostituibile, che rende alla perfezione lo scontroso superiore di Bond del libro; LOIS MAXWELL, l'altrettanto mitica Moneypenny, e forse su tutti DESMOND LLEWELYN nella parte di"Q", il capo dell'ufficio equipaggiamento, ispirato al maggiore Boothroyd, uno dei personaggi più amati della serie tanto che la sua comparsa diventò per i fan uno dei momenti più lieti e attesi dei film della serie. Dulcis in fundo, i titoli di MAURICE BINDER, adorabile personaggio che traeva ispirazione dalla invidiabile collezione di opere d'arte figurativa che aveva in casa, autore di geniali titoli di testa tra i più belli della storia del cinema, come quelli di "Thunderball" che un critico definì "come una canzone di Louis Armstrong: tre minuti di paradiso".
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gipinna
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domenica 28 ottobre 2012
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007 sulle orme di nemo
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Quarto Bond della serie, pesante e un po privo di ritmo, stranamente, ma comunque spettacolare, alterna sequenze notevoli (la fuga col jet,la battaglia nella villa di Largo) ad altre francamente noiose (lo scontro acquatico troppo tirato per le lunghe). Ma lascia il segno...abbastanza violento, per l'epoca (007 uccide il colonello Jacques Bouvar con un attizzatoio, il killer Vargas con una fiocinata), meno ironico e ritmato del precedente (e mitico) Goldfinger, con un Adolfo Celi cattivo di gran classe che diverrà famoso. Oscar per gli effetti speciali, che per la prima volta sovraccaricano un film della serie E' il maggior incasso della serie, aggiornato all'inflazione. La sequenza dove Sean Connery rischia di morire centrifugato sarà coverizzata in 'Moonraker'.
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paolopacitti67
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mercoledì 29 ottobre 2014
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la celebrazione dello spettacolo
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L'ultimo film di 007 che sembra prendersi sul serio presenta un cast formidabile con un Connery perfettamente a suo agio nella parte e donne splendide. Una vera festa del Technicolor, il cui tripudio cromatico rappresenta anche le sensazioni, gli umori di quegli anni (il cuore degli anni '60). Il terzo e l'ultimo della serie con la regia di Terence Young, che spettacolarizza al massimo le soluzioni di regia con un godimento immediato e sensorio in un film che adotta un ritmo di ampio respiro. A decenni di distanza il film conserva una freschezza e una elettricità che non saranno più eguagliate e presenta molte situazioni in cui il divertimento raggiunge abissi di smemoramento e insieme leggerezza; spesso si incanta anche in mezzo all'azione, indugiando ogni qualvolta si presenta l'occasione per assaporare luoghi, momenti, sensazioni, suoni.
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L'ultimo film di 007 che sembra prendersi sul serio presenta un cast formidabile con un Connery perfettamente a suo agio nella parte e donne splendide. Una vera festa del Technicolor, il cui tripudio cromatico rappresenta anche le sensazioni, gli umori di quegli anni (il cuore degli anni '60). Il terzo e l'ultimo della serie con la regia di Terence Young, che spettacolarizza al massimo le soluzioni di regia con un godimento immediato e sensorio in un film che adotta un ritmo di ampio respiro. A decenni di distanza il film conserva una freschezza e una elettricità che non saranno più eguagliate e presenta molte situazioni in cui il divertimento raggiunge abissi di smemoramento e insieme leggerezza; spesso si incanta anche in mezzo all'azione, indugiando ogni qualvolta si presenta l'occasione per assaporare luoghi, momenti, sensazioni, suoni. Claudine Auger è una bellezza da brivido che sembra fare tutt'uno metafisico col paesaggio mentre Sean Connery è un'icona di un'epoca. Adolfo Celi conferisce all'ambiguo e malvagio Largo una statura shakespeariana. Molly Peters, l'infermiera, è - come dice il protagonista - una gioia mentre l'esuberante Luciana Paluzzi è all'altezza di un ruolo non facile. Bravi anche i comprimari del cattivo, mentre sono sopra ogni elogio, come sempre, i meravigliosi caratteristi nei ruoli di "M", "Q" e "Moneypenny", una delle felici cose indovinate della serie, di cui Operazione Tuono chiude la prima, inarrivabile parte. La musica di John Barry è più che mai incisiva e coinvolgente, un vero elemento consustanziale del film, così come geniale è Ken Adam alle scenografie, fantasiose, evocative, intuitive, che colgono ed enfatizzano perfettamente la psicologia e la ideologia di 007. Terence Young è il regista più erotico del Bond, grazie al suo gusto raffinatissimo che si evidenzia in una miracolosa e superba resa del sesso, il vero tema di fondo della serie, di cui questo film esprime una dimensione non meno che metafisica: la salvezza del mondo (o di migliaia di persone) ad un certo punto coincidono in pratica e per importanza con quella della donna amata e desiderata dal protagonista. Incorniciato da un prologo e un epilogo con elementi autoironicamente baracconeschi, Operazione Tuono rappresenta una società che gode della rappresentazione di se stessa nei suoi aspetti affascinanti, contraddittori e inquietanti, anche terribili, ma presentati come un piacevole smemoramento in un film vitale, solare, serale, crepuscolare, luminoso, plumbeo, ellittico, abissale, a suo modo esauriente delle possibilità dello spettacolo di un'epoca e di una civiltà.
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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uno tra i film di 007 più intriganti
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"Thunderball" è, dal punto di vista della trama, uno tra i film di James Bond migliori oltre che più forti.
A mio avviso, i punti principali funzionano bene anzi c'è più originalità rispetto ad altri.
Ottimi i personaggi che sono ben evidenziati : il carismatico e diabolico Emilio Largo ( Adolfo Celi ), la bellissima quanto aggressiva Fiona Volpe ( Luciana Paluzzi ) e la dolce e affascinante Domino Derval ( Claudine Auger ).
Così come il precedente "Missione Goldfinger", "Thunderball : Operazione Tuono" è stato un ottimo successo forse anche grazie all'aver coinvolto noti attori di altra nazionalità come Celi e Paluzzi in Italia e Auger in Francia.
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"Thunderball" è, dal punto di vista della trama, uno tra i film di James Bond migliori oltre che più forti.
A mio avviso, i punti principali funzionano bene anzi c'è più originalità rispetto ad altri.
Ottimi i personaggi che sono ben evidenziati : il carismatico e diabolico Emilio Largo ( Adolfo Celi ), la bellissima quanto aggressiva Fiona Volpe ( Luciana Paluzzi ) e la dolce e affascinante Domino Derval ( Claudine Auger ).
Così come il precedente "Missione Goldfinger", "Thunderball : Operazione Tuono" è stato un ottimo successo forse anche grazie all'aver coinvolto noti attori di altra nazionalità come Celi e Paluzzi in Italia e Auger in Francia.
La storia, se si vede adesso, è molto simile a film d'azione moderni come "Mission : Impossible" ma è il lato esotico a rendere il film più intrigante e appassionante.
Belle e affascinanti le scene acquatiche e sotto l'acqua o underwater anche se, siccome ripetute abbastanza volte, potrebbero risultare un pò lunghe e noiose ma pur sempre molto ma molto ben fatte; ben fatte anche le scene iniziali in cui Bond fugge dal castello con il Jet-Pack.
Un capitolo della saga di 007 da non perdere ... e voglio segnalare la presenza della bellissima theme song di Tom Jones, che non sfigura affatto accanto alla magnifica "Goldfinger" di Shirley Bassey.
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attiliocoppa
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domenica 24 gennaio 2016
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uno dei più grandi blockbuster del cinema
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Sebbene nelle interviste il regista Terence Young abbia ridimensionato le storie e la figura di Bond, i suoi 007 sembrano quelli che si prendono più sul serio. Con molto denaro a disposizione dopo "Goldfinger", "Thunderball" é una produzione mastodontica ma insieme anche un film raffinatissimo. Ciò per il ritorno di Young alla regia e per la sceneggiatura alla quale col sempre ispirato Maibaum ha collaborato il drammaturgo John Hopkins, molto abile nel rendere insieme il fascino e il terribile del mondo di 007. Per avere idea di quanto fu elaborata la storia basta leggere i titoli: sceneggiatura di Maibaum e Hopkins da una storia di Jack Whittingham basata su una storia originale di Mc Clory, Whittingham e Ian Fleming.
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Sebbene nelle interviste il regista Terence Young abbia ridimensionato le storie e la figura di Bond, i suoi 007 sembrano quelli che si prendono più sul serio. Con molto denaro a disposizione dopo "Goldfinger", "Thunderball" é una produzione mastodontica ma insieme anche un film raffinatissimo. Ciò per il ritorno di Young alla regia e per la sceneggiatura alla quale col sempre ispirato Maibaum ha collaborato il drammaturgo John Hopkins, molto abile nel rendere insieme il fascino e il terribile del mondo di 007. Per avere idea di quanto fu elaborata la storia basta leggere i titoli: sceneggiatura di Maibaum e Hopkins da una storia di Jack Whittingham basata su una storia originale di Mc Clory, Whittingham e Ian Fleming. I diritti appartenevano a Mc Clory, ma Saltzman e Broccoli non volevano un film concorrente della serie e si accordarono. Mc Clory é indicato nei titoli come produttore del film, e ha un cameo come il signore coi baffi che fuma un sigaro quando Bond entra nella casa da gioco a Nassau. Meraviglioso il montaggio di Peter Hunt: uomo di gran gusto, ha dato un decisivo contribuito nella lunga e particolarmente curata post-produzione del film. Egli, grazie anche alla perfezione della fotografia di Ted Moore, ha fatto un uso creativo della sua arte integrando gli effetti speciali (di John Stears, che vinsero l'Oscar) nel migliore dei modi e risolvendo brillantemente problemi con capolavori di ingegno come già nei film precedenti (come spostando scene o invertendole in senso spaziale o temporale). Prima della parte ambientata alle Bahamas, il film é già un superbo spettacolo nelle scene in Inghilterra, dove il geniale scenografo Ken Adam tornato dal lavoro con Kubrick per "Il dottor Stranamore" realizza altri capolavori come la sala riunioni della SPECTRE, dove Adolfo Celi, formidabile nella parte del Numero 2 Emilio Largo dà un saggio di bravura per come reagisce alla folgorazione di un membro che aveva rubato dai proventi delle attività criminali dell'organizzazione. Nelle scene nella clinica privata presso una base NATO si può ammirare una delle più belle e sexy Bond girl, l'infermiera Patricia Fearing (Molly Peters). A differenza che in "Dalla Russia con amore" il nudo che si intravede in trasparenza é realmente suo. Alle Bahamas Bond incontra Domino (Claudine Auger, Miss Francia 1958), perfetto equilibrio di sex appeal e innocenza, un personaggio cardine della storia. Un'altro fiore, questa volta malvagio, é Luciana Paluzzi, molto a suo agio nella parte di Fiona Volpe. Oltre ai consueti amabilissimi "M", "Q" e "Moneypenny" sono efficacissimi nel ruolo i tirapiedi di Largo come Vargas (Philip Locke). Superba la musica di John Barry, alle stesse vertiginose altezze - o profondità - di quella di "Goldfinger". Riguardo alle riprese subacquee lo stesso regista e il montatore temevano che rallentassero troppo il film, che ha un ritmo molto più tranquillo degli 007 precedenti. Ma oggi molti concordano nel ritenere queste sequenze, specie l'ultima - il combattimento decisivo - le più avvincenti (di Ricou Browning, futuro regista di "Salty, il cucciolo del mare", operatore Lamar Boren). Connery, più in forma che mai, apparirà in muta sulla copertina di "Life". Un'altra grande bellezza é Martine Beswick che interpreta la caraibica Paula Kaplan dopo una conveniente abbronzatura, come si può vedere dal costume. Mondano, materiale, appariscente ma corrispondente alle aspettative del pubblico, un film pieno di meraviglie e di eleganza.
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paolocorsi
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venerdì 29 gennaio 2016
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un botto di film
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Anche se tra i più popolari "Operazione tuono" è un film abbastanza diverso dagli altri di 007. Esso non ha il ritmo dei tre precedenti ma mette a frutto le potenzialità spettacolari dell'immagine implicite nello schermo panoramico (splendida fotografia di Ted Moore) per la prima volta usato nel Bond. Terence Young, un regista mai troppo apprezzato vi apporta un gusto raffinato e realizza insieme agli altri pregevoli collaboratori un film festoso e intrigante, con una sceneggiatura tra le migliori della serie - molte sono le battute memorabili - se si considera che essa non può avere la profondità e la serietà dei classici della letteratura, pur trattando quello che Bond era diventato, un vero e proprio mito moderno.
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Anche se tra i più popolari "Operazione tuono" è un film abbastanza diverso dagli altri di 007. Esso non ha il ritmo dei tre precedenti ma mette a frutto le potenzialità spettacolari dell'immagine implicite nello schermo panoramico (splendida fotografia di Ted Moore) per la prima volta usato nel Bond. Terence Young, un regista mai troppo apprezzato vi apporta un gusto raffinato e realizza insieme agli altri pregevoli collaboratori un film festoso e intrigante, con una sceneggiatura tra le migliori della serie - molte sono le battute memorabili - se si considera che essa non può avere la profondità e la serietà dei classici della letteratura, pur trattando quello che Bond era diventato, un vero e proprio mito moderno. Un mito per l'uomo contemporaneo, che non prevede eroi come quelli classici ma piuttosto anti-eroi o personaggi strani, ambigui rispetto alla morale, lussuriosi. I film di Bond non devono essere troppo seri. Essi sono pura evasione. Il tono di questo viene aumentato e rappresentato dalle scene sottomarine, che conferiscono al film buona parte del suo fascino. Adolfo Celi e Luciana Paluzzi sono due cattivi perfetti. Molly Peters è una Bond girl favolosa nella prima parte, prima della comparsa di Claudine Auger, che Bond si occuperà di liberare dal crudele Largo mentre nel frattempo salva il mondo. Il film pone un parallelismo tra il sesso e la missione di 007 in senso assoluto. Come aveva fatto Kubrick ne "Il dottor Stranamore" il concetto creazione/distruzione è rappresentato dall'atomo in qualche modo connesso alla pulsione sessuale. La trama ruota sulle bombe atomiche anche se la generosa storia del film a un certo punto se ne allontana. 007 quando non mena (e ci si preoccupa che venga anche un po' menato) o spara passa il suo tempo tra un piacere e l'altro, un modo di vita che si può discutere se sia poco o molto intelligente. Fellini, che non lesinava giudizi né nel bene né nel male era un gran fan del Bond, a suo avviso illuminante e allarmante, oltre la superficie smaltata e brillante, sul mondo moderno. Gli anni '60 sono perfettamente rappresentati, lo spirito del tempo è reso. Bond è stato il fenomeno cinematografico di quella decade e non troverà più se non a sprazzi la freschezza, l'elettricità, il senso di presenza e il coinvolgimento emotivo, intellettuale e (soprattutto) sensuale dei film con Connery. Anche se nella vita reale l'attore era molto diverso dal personaggio che intepretava (è questo contrasto a rendere particolarmente affascinante il suo Bond), che a un certo punto ebbe in uggia. Le tensioni che sfoceranno nel suo abbandono per il momento non hanno modo di alimentarsi e il film resta forse quello con Connery più in forma. Peter Hunt, regista mancato come successore di Young (con l'eccezione di "Al servizio segreto di sua maestà") dà al film un grande contributo come regista della seconda unità e montatore. Il film ha anche una terza unità: quella delle scene subacquee - Ricou Browning e Lamar Boren -, anche esse meravigliosamente montate. Quella decisiva dura circa otto minuti senza calare di tensione, cosa per una scena d'azione assolutamente eccezionale. La musica di John Barry (quanti talenti in un solo film) è sopra ogni elogio. Ken Adam realizza scenografie capolavoro come quella del consiglio della SPECTRE e John Stears (Oscar per gli effetti speciali) a momenti ammazza la troupe con l'esplosione finale dello yacht di Largo, la cui onda d'urto mandò in frantumi i vetri a 50 km. di distanza.
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urbano78
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domenica 10 luglio 2016
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il migliore spettacolo della civiltà occidentale
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Questo film dalla travagliata genesi per problemi di diritti (nei titoli di testa è accreditato come produttore Kevin Mc Clory, che ne dirigerà un remake in "Mai dire mai") è una esaltante, avvincente, coinvolgente, elettrizzante opera di un cast tecnico eccezionale e di attori bravissimi perfettamente calati nella parte. In alcuni tratti ha una consustanzialità visivo-musicale che sfiora l'incredibile: forse la perfezione di 007 (è stato per decenni il film con maggior numero di spettatori tenendo conto del prezzo del biglietto). Ed è sempre estremamente efficace: si crede a quello che si sta guardando, non sapremo mai quanto vicino o lontano dalla vera realtà. Il film, assieme ad altre opere coeve di grandi artisti (come i dischi di Sun Ra) anticipa la psichedelia in molti momenti, specie nelle ipnotiche sequenze subacquee, che il regista Terence Young e il montatore Peter Hunt, regista anche della seconda unità (due persone una più raffinata - che vuol dire anche elegantemente spietata - dell'altra) hanno sempre ritenuto troppo lunghe e rallentanti il film, che infatti non ha il ritmo indiavolato dei primi tre della serie ma le cui sequenze marine affidate alla terza unità di regia di Ricou Browning e Lamar Boren contribuiscono al suo particolare fascino e alla sua atmosfera speciale.
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Questo film dalla travagliata genesi per problemi di diritti (nei titoli di testa è accreditato come produttore Kevin Mc Clory, che ne dirigerà un remake in "Mai dire mai") è una esaltante, avvincente, coinvolgente, elettrizzante opera di un cast tecnico eccezionale e di attori bravissimi perfettamente calati nella parte. In alcuni tratti ha una consustanzialità visivo-musicale che sfiora l'incredibile: forse la perfezione di 007 (è stato per decenni il film con maggior numero di spettatori tenendo conto del prezzo del biglietto). Ed è sempre estremamente efficace: si crede a quello che si sta guardando, non sapremo mai quanto vicino o lontano dalla vera realtà. Il film, assieme ad altre opere coeve di grandi artisti (come i dischi di Sun Ra) anticipa la psichedelia in molti momenti, specie nelle ipnotiche sequenze subacquee, che il regista Terence Young e il montatore Peter Hunt, regista anche della seconda unità (due persone una più raffinata - che vuol dire anche elegantemente spietata - dell'altra) hanno sempre ritenuto troppo lunghe e rallentanti il film, che infatti non ha il ritmo indiavolato dei primi tre della serie ma le cui sequenze marine affidate alla terza unità di regia di Ricou Browning e Lamar Boren contribuiscono al suo particolare fascino e alla sua atmosfera speciale. Il quartetto di Bond girl (la dolce Claudine Auger, l'esuberante Luciana Paluzzi, la selvaggia Martine Beswick e la materna Molly Peters) è a dir poco affascinante, Connery non è mai stato così in forma e Adolfo Celi è formidabile nella parte del cattivo. La fotografia in Technicolor di Ted Moore è mostruosamente bella, con colori saturi brillanti, accesi e corposi. Anche il cast non protagonista è eccellente, come il tirapiedi del cattivo Vargas (Philip Locke) o Felix Leiter interpretato dall'allora fidanzato di Anita Ekberg Rick Van Nutter, che assomiglia anche fisicamente al personaggio dei libri di Fleming. Il film è nella trama uno dei più drammatici e palpitanti ma ha un costante sottofondo umoristico - a parte le solite battute (agghiacciante nel suo cinismo, specie nella versione originale, quella dopo aver ucciso Vargas) di Bond, in ragione della raffinatissima sceneggiatura, frutto di diverse riscritture alla cui definitiva ha dato un contributo fondamentale il drammaturgo John Hopkins. Il film è diviso in due parti: quella in Francia e Inghilterra, che dura circa tre quarti d'ora e quella alle Bahamas, che occupa il resto del film. Nonostante quest'ultima raggiunga vertici o profondità vertiginose, la prima non le cede nulla in finezza sia drammaturgica che visiva e sonora. Oscar agli effetti speciali di John Stears, proprio quelli che la maggior parte della critica considerò esagerati (ma tutto è esagerato nel Bond). Il titolo della mia recensione è valido almeno fino al Bond di Craig: "Casino Royale", "Skyfall", lo stesso (almeno a parere di chi scrive) "Spectre" sono l'ennesima conferma che Bond è un'araba fenice: quando è dato per morto rinasce al suo livello migliore.
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