oznerol
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venerdì 28 marzo 2008
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patetico
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L'ho trovato noioso e scadente, innanzitutto nella scelta dei dialoghi ORRENDI! Poi nella assoluta inveridicità dei personaggi, che cambiano non carattere, non umore, ma personalità in maniera assolutamente non credibile. Non c'è maturazione ma nemmeno una vera regressione: solo un gran miscuglio di emozioni che gli attori (bravi) sanno esprimere, ma senza una vita reale. Dal novero degli attori escludo assolutamente l'attore VITALIANO TREVISAN... orribile, ma che personaggio è?!?! Rimane la sensazione che sia uno di quei film che pretendono troppo da se stessi, e alla fine non ti lasciano proprio niente! Far riflettere sulle questioni della società attuale? Ma dove!!! Prova patetica di un regista poco capace, tutto fumo e niente arrosto, di quelli che costruiscono i film a partire da aforismi, costruendo un armatura troppo pesante per un film misero misero.
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fotofa
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lunedì 4 febbraio 2008
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nonostante gli sforzi di puccioni
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La pellicola sembra essere una sagra del luogo comune dove una famiglia alternativa è composta da due donne di differente estrazione sociale dove la partner "povera" lotta per la sopravvivenza, vive soggiogata dalle scelte della compagna benestante che, a sua volta, deve necessariamente avere desiderio di maternità altrimenti inespressa (sia verso la compagna che verso il ragazzo), dove un immigrato del Marocco si arrangia come può (nessuno nel 2007/8 va a cercare parenti alla cieca) e dorme con le scarpe su un divano in una casa lussuosa; dove un albanese è presentato come gretto e subdolo ladro organizzato. Dulcis in fundo la povera ragazza precaria si fa attrarre dall'inevitabile maschio (cosa alquanto improbabile visto l'aspetto da virago che le era stato conferito per volontà dell'autore) e, cosa ancor più grave, il messaggio che arriva è che le relazioni omosessuali non hanno carattere di stabilità (qui sottolineato per giunta da mosse pseudo meschine delle protagoniste).
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La pellicola sembra essere una sagra del luogo comune dove una famiglia alternativa è composta da due donne di differente estrazione sociale dove la partner "povera" lotta per la sopravvivenza, vive soggiogata dalle scelte della compagna benestante che, a sua volta, deve necessariamente avere desiderio di maternità altrimenti inespressa (sia verso la compagna che verso il ragazzo), dove un immigrato del Marocco si arrangia come può (nessuno nel 2007/8 va a cercare parenti alla cieca) e dorme con le scarpe su un divano in una casa lussuosa; dove un albanese è presentato come gretto e subdolo ladro organizzato. Dulcis in fundo la povera ragazza precaria si fa attrarre dall'inevitabile maschio (cosa alquanto improbabile visto l'aspetto da virago che le era stato conferito per volontà dell'autore) e, cosa ancor più grave, il messaggio che arriva è che le relazioni omosessuali non hanno carattere di stabilità (qui sottolineato per giunta da mosse pseudo meschine delle protagoniste). Direi che la figura della coppia omosessuale viene danneggiata più per le scelte personali delle protagoniste che non dal quadro sociale globale presentato.
Troppa carne al fuoco in un'unica visione, troppi i temi voluti affrontare in simultanea (lavoro, amore, denaro, potere, immigrazione, morale, educazione, matrimonio, divorzio, morte, famiglia - tradizionale e non -), troppe le inesattezze - e qui l'elenco è lungo - per una possibile visione realistica. Nel complesso non mi sembra possa andare a risvegliare gli animi per poter sfatare i luoghi comuni ma, al contrario, sembra intenzionato a rafforzarli, allontanando ancor più l'opinione pubblica da un possibile apprezzamento per una famiglia alternativa. Peccato, speravo in qualcosa di più incisivo e utile.
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[+] i tuoi pregiudizi ideologici e il wishful thinking
(di anonimo487291)
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stryx
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lunedì 28 aprile 2008
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ridefinire il mondo
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Quello di RIPARO è un tentativo estremo di capire cosa si nasconde dietro le pieghe della realtà. In che costruzione ideologica stiamo vivendo? Perchè ci siamo ritrovati separati da muri, steccati, confini. Cosa ci è successo? Non abbiamo più cuore, siamo delle macchine "economiche" che eliminano le parti in eccesso, e producono senso rispetto a questo castello di bugie che ci circonda. Abbiamo tentato di allundare la mano , di autare gli altri, di immaginare un sistema più equo, che ristabilisca dei rapporti umani, per andare insieme davanti al nostro futuro, ma abbiamo fallito e in modo cinicio siamo tornati alla legge della giungla. RIPARO compie un miracolo di chiarezza, è razionale nella sua accusa al sistema, ma appassionato quando deve farti sentire vicino ai personaggi.
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Quello di RIPARO è un tentativo estremo di capire cosa si nasconde dietro le pieghe della realtà. In che costruzione ideologica stiamo vivendo? Perchè ci siamo ritrovati separati da muri, steccati, confini. Cosa ci è successo? Non abbiamo più cuore, siamo delle macchine "economiche" che eliminano le parti in eccesso, e producono senso rispetto a questo castello di bugie che ci circonda. Abbiamo tentato di allundare la mano , di autare gli altri, di immaginare un sistema più equo, che ristabilisca dei rapporti umani, per andare insieme davanti al nostro futuro, ma abbiamo fallito e in modo cinicio siamo tornati alla legge della giungla. RIPARO compie un miracolo di chiarezza, è razionale nella sua accusa al sistema, ma appassionato quando deve farti sentire vicino ai personaggi. A tutti, compresa la borghese "stronza" che ritira la mano. Anche lei non la puoi giudicare, perchè se sei onesta con te stessa, sai che tu non avresti fatto di meglio. Cos'è l'altruismo in un sistema come questo, fin dove può arrivarae, anche quando si hanno le migliori intenzioni, ma non si ha il coraggio di liberarsi del peso delle cose? Come si può amare in queste condizioni? GLi attori, la sceneggiatura e la limpida regia ci mettono di fronte al fatto. Puoi esere lesbica, ricca o povera, ma non sfuggi alle contraddizioni di questa società solo perchè fai parte di una minoranza. NOn basta essere discriminati per essere al riparo del demone della discriminazione di classe o di cittadinanza. Quasto film ci apre la testa e costringe a guardarci dentro, forse così riusciremo a fare un po' d pulizia.
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minamovies
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venerdì 12 febbraio 2010
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recitato bene, vero
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Innazitutto, grazie a tutti quei registi che escono dalla romanità che monopolizza il nostro cinema, e decidono di ambientare le loro storie in altre città. Qui siamo nella provincia friulana. C'è una azienda calzaturiera messa in crisi dalla fase economica, una coppia omosessuale messa in crisi da un terzo incomodo/scomodo (un immigrato che si nasconde nell'auto di due ragazze di ritorno dalle vacanze). E' un film sul disagio e l'esclusione, visti attraverso varie identità: l'omossessualità, l'immigrazione clandestina. I personaggi principali funzionano bene: la coppia (maria de medeiros, che però andava doppiata! e antonia liskova, gran presenza, energica, sensuale, incazzosa), il ragazzo (scusate non ricordo il nome dell'attore, ma molto bravo che con gli occhi dice molto), e il fratello della ricca, imprenditore che incarnato da v.
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Innazitutto, grazie a tutti quei registi che escono dalla romanità che monopolizza il nostro cinema, e decidono di ambientare le loro storie in altre città. Qui siamo nella provincia friulana. C'è una azienda calzaturiera messa in crisi dalla fase economica, una coppia omosessuale messa in crisi da un terzo incomodo/scomodo (un immigrato che si nasconde nell'auto di due ragazze di ritorno dalle vacanze). E' un film sul disagio e l'esclusione, visti attraverso varie identità: l'omossessualità, l'immigrazione clandestina. I personaggi principali funzionano bene: la coppia (maria de medeiros, che però andava doppiata! e antonia liskova, gran presenza, energica, sensuale, incazzosa), il ragazzo (scusate non ricordo il nome dell'attore, ma molto bravo che con gli occhi dice molto), e il fratello della ricca, imprenditore che incarnato da v.trevisan è più vero del vero, armato che non sa sparare.
Certo carne al fuoco ce n'è tanta, forse manca un focus, ma questo film ha una sua forza, una sua ragione d'essere: anzitutto, il coraggio di raccontare storie così lontane dalla tendenza del cinema italiano attuale. Se guardiamo alla quasi totalità della produzione, ci troviamo di fronte alla borghesia romana o milanese che si guarda allo specchio, con crucci tipici della classe agiata. Oppure si fanno film su personaggi del passato, teroristi, criminali, santi o poeti. Un film che cerchi di scandagliare l'oggi, con partecipazione e coscienza civile, è impresa difficile, non a caso tentata dai migliori nostri attuali registi (garrone, sorrentino). quando l'impresa riesce, il cinema italiano ha qualcosa da dire al mondo. Quindi, è un piccolo film, ma la strada è quella giusta.
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