Vero come la finzione

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Un film di Marc Forster. Con Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Dustin Hoffman, Queen Latifah, Emma Thompson.
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Titolo originale Stranger Than Fiction. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 113 min. - USA 2006. - Sony Pictures Italia uscita venerdì 2 febbraio 2007. MYMONETRO Vero come la finzione * * * - - valutazione media: 3,14 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
\\\mikko/// domenica 24 giugno 2007
tutto merito di un orologio! Valutazione 4 stelle su cinque
76%
No
24%

Inserisco il disco nel lettore DVD...lo accendo...mi guardo il film...e ora eccomi quà...per raccontare a voi cosa ne penso e per dirvi qualcosa in più su questa commedia. Bhe... da dove comincio? Non è la solita commedia divertente le cui battute a volte passano dall'esilarante al ridicolo e addirittura al patetico, è un film semplice e ben strutturato che per prima cosa mette davanti agli occhi dello spettatore la complessità e la bellezza della trama...tralasciando delle frasi che sminuirebbero tutto. Mi è piaciuto molto e inoltre ha un cast eccezzionale che già ti presenta il film come un "grande". Harold Crick non poteva che non essere interpretato da Will Ferrell che con la sua comicità un po "retrò" non ti dà ne l'occasione di ridere ma neanchè l'imput per annoiarti, creando una situazione di armonia e stabilità nella storia. [+]

[+] eccezionale (di ecc)
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gulliver martedì 6 febbraio 2007
intelligente Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

Un film davvero brillante e intelligente. come dice Francesco, riesce ad affrontare la solitudine senza troppi piagnistei. E riesce anche a divincolarsi dagli stereotipi. La vera forza di questo film è la sceneggiatura, veramente brillante, oltre ovviamente a degli ottimi attori. Bravissimo Will Ferrel, perfetto per la parte. Ottima la Thompson, ma del resto, quando mai ha recitato male? e nelle "retrovie" ci sono due come Queen Latifah ( un pò in ombra) e Dustin Hoffman, che è finalmente a suo agio, non stretto in anguste particine, come in neverland dello stesso Forster. C'è anche spazio per il dramma: ma non è un drammone piagnone, bensì più una riflessione interiore. Lo scrittore non ha dunque nessuno scrupolo a sacrificare i suoi protagonisti? Nelle esperienze di scrittura che ho a [+]

[+] ana pascal (di gulliver)
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vitto40 martedì 1 giugno 2010
la morte e le tasse Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

E' il sogno di chiunque abbia manie di protagonismo, l'incubo di chiunque soffra di paranoia. Essere al centro di qualcosa, l'eroe di una storia, immortalato in un'opera letteraria. Laddove mi aveva deluso The Truman Show, è riuscito in pieno questo film molto meno conosciuto, ormai "vecchio" per una recensione (è infatti del 2006), che avevo già visto quando uscì e che mi sono gustato anche in lingua originale tanto per scremare i meriti dell'ottimo doppiaggio. Da The Truman Show eredita il concetto primario: la vita di una persona comune divenuta oggetto di una storia da pubblicare, e la scelta di un attore comico, dalla spiccata mimica facciale, come protagonista drammatico. Will Ferrell è Harold Crick, abitudinario agente del fisco con la mania ossessivo-compulsiva di contare tutto e di mantenere l'ordine, un'esistenza che rispecchia il clichè della banalità. [+]

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riccardo88 martedì 27 luglio 2010
sentirsi narrare la propria vita in diretta!! Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Vero come la finzione narra la storia di Harold Crick (Will Ferrell), esattore delle tasse incastrato nella propria routine; Harold, un uomo qualunque, è però protagonista inconsapevole dell'ultimo libro della scrittrice Key Eiffel (Emma Thompson con un piacevole accento inglese in lingua originale). Per un qualche bizzarro motivo Harold, un mattino, sentirà la voce della scrittrice descrivere dettagliatamente, in tempo reale e con sfoggio di buona retorica, ogni sua azione; nel tentativo di capire cosa gli stia succedendo il nostro eroe incontrerà un divertente Dustin Hoffman nei panni di un eccentrico professore di letteratura.
Il regista Marc Foster riesce a riprodurre le atmosfere sognanti di Field of Dreams, dove però era la "voce" di Ray Liotta a mettersi in contatto con il protagonista: Kevin Costner. [+]

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freghinho lunedì 3 settembre 2012
simpatico, triste e riflessivo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Una commedia non banale...una bella trama...e una grande interpretazione di un ottimo Will Farrell...mai noioso...a tratti simpatico...triste...e riflessivo...un finale inaspettato..che lascia una visione soddisfatta e desiderosa..un uomo che riscopre i sapori della vita nello svago...uscendo dai binari della "vita normale" e  tradendo il perfezionismo...colonna sonora meravigliosa "Vangelis - La petite fille de la mer"...a me è piaciuto molto.

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fabio di meo lunedì 5 febbraio 2007
la surreale vita di un agente del fisco Valutazione 3 stelle su cinque
59%
No
41%

Questo film di Marc Forster, già visto nel commovente Neverland, ha perlomeno il merito di provarci. Prova a buttar giù una trama, una recitazione ed alcune ambientazioni che abbiano un senso, o meglio che tentano di lasciare i segni di un “senso” nello spettatore che, dapprima un po’ sorpreso da inconsueti effetti grafici e dall’anomalia di una sceneggiatura surreale, si rende invece ben presto conto che da qualche parte si tenta di andare a parare. Una scrittrice, la bravissima Emma Thompson, afflitta dal famigerato “blocco” e nel disperato tentativo di uscirne prendendo spunto dal quel mondo che sta fuori e intorno alla sua stanza vuota, asettica, dove dalle vetrate si scorge solo un indistinta nebbia. [+]

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odissea 2001 mercoledì 11 febbraio 2009
quando il destino va oltre la sua trama Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

Fa parte delle commedie tristi, tipo "Quattro matrimoni e un funerale", anche se rispetto al film che ha lanciato Hugh Grant mostra qualche pretesa in più e si può fregiare di qualche battuta in meno. "Vero come la finzione" è un film leggero,comunque curioso. Si potrebbe definire originale se non fosse per la lentezza narrativa che consente allo spettatore di non restare totalmente spiazzato dalla storia. Il soggetto, che intreccia vita reale e creazione letteraria, è il suo punto di forza, la sceneggiatura appare un po' sbiadita, meno spigolosa e accattivante di altri film dello stesso genere come "Thank you for smoking", che anche per il tema trattato si mostra più intraprendente e cinico, . [+]

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brina78 lunedì 24 gennaio 2011
il coraggio di farsi morire Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Come facciamo a capire se la nostra esistenza è al centro di una tragedia o di una commedia?

Harold si ascolta raccontare la propria vita come fosse una prolungata elencazione di gesti, senza che la cosa lo sorprenda o lo angosci più di tanto.
Ma una mattina si rende conto che quella reiterazione monotona di gesti e parole rischia di essere un presagio di morte.

E così, terrorizzato, interroga la psicologia, la saggezza della letteratura.

Ma alla fine, si rende contro che la piega ultima della propria vicenda dipende unicamente da sè, e dal coraggio che comporta il rinnovamento di sè stesso. [+]

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gianni lucini domenica 6 novembre 2011
citazioni letterarie Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Il commediografo Zach Helm nella sua prima esperienza di scrittura per il cinema gioca a disseminare nella sceneggiatura e nei dialoghi una lunga serie di riferimenti colti, a partire dal questionario del dottor Hilbert, il cui metodo per esclusioni sollecita nello spettatore il gusto l’accoppiamento tra le risposte di Harold e i generi o gli autori esclusi. Il gusto per il divertimento di Helm trova però il suo massimo momento nella scelta dei cognomi per i personaggi principali rubati tutti a famosi matematici, scienziati, ricercatori e ingegneri: Francis Crick, David Hilbert, Gustave Eiffel, Blaise (ma anche Ernesto) Pascal, Maurits Cornelis Escher, Gösta Mittag-Leffler ecc. [+]

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irretendo giovedì 10 gennaio 2013
se dio si incarna in una scrittrice nevrotica... Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

E' come se l'Onnipotente ci venisse presentato dagli autori del film nella veste di una scrittrice di storie deprimenti,  inconsapevole dei suoi poteri demiurgici, ed anzi a sua volta nevrotica ed oberata da manie suicidarie, nonché ossessionata dalla morte tragica dei protagonisti da lei stessa creati. Ma una metafora tanto onerosa intorno al senso dell'esistenza viene sviluppata ad un livello di ironia e leggerezza tali da sfiorare la genialità poetica e rendere la visione della pellicola assolutamente godibile, senza scadere mai nella superficialità della farsa, ma piuttosto continuando a solleticare con arguzia la sensibilità e la riflessività dello spettatore. [+]

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