antonello villani
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venerdì 19 maggio 2006
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commedia frizzante per un autiel in grande forma
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In principio erano Claudia, Cindy, Linda e tutte le ragazze filiformi che calcavano le passerelle alla fine degli anni ‘80: belle come dee e pagate fior di quattrini per una sfilata di qualche stilista famoso. Con l’avanzata di letterine, veline e dive cinematografiche il mito delle top model sembra ormai tramontato, così ci pensa un regista francese a riportare in auge la bellezza eterea: “Una top model nel mio letto” racconta il classico triangolo -lui, lei e l’altro- conquistando il pubblico grazie al vecchio stereotipo della principessa e del ranocchio. Dopo “La cena dei cretini” e “L’apparenza inganna”, Francis Veber dirige una storia sentimentale che tra equivoci e malintesi sfocia nella lotta di classe: il Presidente di un’importante industria ricattato dalla giovane amante dopo essere stati immortalati dai paparazzi nel bel mezzo di una litigata; uno sfigato appena mollato dalla ragazza deve fingere di essere il boyfriend della bella modella per tacitare una moglie con intenzioni bellicose.
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In principio erano Claudia, Cindy, Linda e tutte le ragazze filiformi che calcavano le passerelle alla fine degli anni ‘80: belle come dee e pagate fior di quattrini per una sfilata di qualche stilista famoso. Con l’avanzata di letterine, veline e dive cinematografiche il mito delle top model sembra ormai tramontato, così ci pensa un regista francese a riportare in auge la bellezza eterea: “Una top model nel mio letto” racconta il classico triangolo -lui, lei e l’altro- conquistando il pubblico grazie al vecchio stereotipo della principessa e del ranocchio. Dopo “La cena dei cretini” e “L’apparenza inganna”, Francis Veber dirige una storia sentimentale che tra equivoci e malintesi sfocia nella lotta di classe: il Presidente di un’importante industria ricattato dalla giovane amante dopo essere stati immortalati dai paparazzi nel bel mezzo di una litigata; uno sfigato appena mollato dalla ragazza deve fingere di essere il boyfriend della bella modella per tacitare una moglie con intenzioni bellicose. Per uno strano scherzo del destino François Pignon, parcheggiatore senza arte né parte, si ritrova una bella somma di denaro e una top model che scorrazza per casa, il fedifrago si rode il fegato a vedere i due piccioncini che fingono di amoreggiare mentre la ricca signora prepara la sua vendetta. Tra Porsche e Maserati il mondo dorato dei vip coinvolgerà per qualche giorno i comuni mortali, il povero parcheggiatore troverà l’amore della sua ex ragazza e il ricco industriale avrà ciò che si merita. Cast europeo con Daniel Autiel in forma più che mai –passa dal tragico al comico con estrema disinvoltura-, un attore quasi sconosciuto -Gad Elmaleh nella parte del ragazzo baciato dalla fortuna-, una sofisticata signora come Kristin Scott Thomas e Michel Aumont che interpreta un medico curato dai suoi stessi pazienti. In tanto fracasso spicca la bellissima Alice Taglioni, gambe chilometriche e sorriso accattivante, che si diverte a prendere in giro amante e fotografi ad ogni angolo di strada. D’altra parte chi non ha desiderato di passare una notte con una top model? Veber ci dà l’illusione di vivere il sogno con una commedia frizzante che non punta certo all’Oscar ma diverte con le sue piccole tragedie quotidiane.
Antonello Villani
(Salerno)
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piero
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giovedì 18 maggio 2006
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una canzoncina nel mio lettore
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Sedici anni fa un delizioso filmetto come “Pretty Woman” fece sognare milioni di giovani professionisti urbani e altrettante impiegate e parrucchiere. Trasportata dal regista Francis Veber in terra di Francia, la storia ha preso il titolo de “La doublure”, malamente convertito dagli importatori nostrani in “Una top model nel mio letto”, un autentico deterrente per i maschi al botteghino. Immaginate l’imbarazzo nel pronunciare il titolo e sentirsi rispondere: “Ti piacerebbe, eh!”. Molto meglio la traduzione letterale, “La controfigura”, che richiama il pietoso dibattersi fra moglie ricca e amante giovane del maturo protagonista, un industriale avido cui dà il volto Daniel Auteuil, lo Jean Gabin degli anni Duemila.
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Sedici anni fa un delizioso filmetto come “Pretty Woman” fece sognare milioni di giovani professionisti urbani e altrettante impiegate e parrucchiere. Trasportata dal regista Francis Veber in terra di Francia, la storia ha preso il titolo de “La doublure”, malamente convertito dagli importatori nostrani in “Una top model nel mio letto”, un autentico deterrente per i maschi al botteghino. Immaginate l’imbarazzo nel pronunciare il titolo e sentirsi rispondere: “Ti piacerebbe, eh!”. Molto meglio la traduzione letterale, “La controfigura”, che richiama il pietoso dibattersi fra moglie ricca e amante giovane del maturo protagonista, un industriale avido cui dà il volto Daniel Auteuil, lo Jean Gabin degli anni Duemila.
La situazione rappresentata è di certo non originale ma dagli indubbi risvolti comici. Una comicità giocata su alcuni ingredienti tipici della commedia (e anche della tragedia): l’equivoco, lo scambio di persona, l’accostamento di mondi opposti. Ne vengono fuori un’ora e 25 minuti di spettacolo gradevole. Un prodotto da rispettare. Così come sono da rispettare quelle canzoncine che chiedono poco a chi le ascolta, quasi dicessero “fammi stare con te per qualche minuto”, senza la pretesa di voler trovare “un senso a questa vita”.
Di “Pretty Woman” resta la camminata di Julia Roberts in microgonna e stivali, affidata alle lunghe gambe di Alice Taglioni, stellina rilucente nel firmamento della moda, che in pratica interpreta se stessa. La faccia da buono alla Fausto Coppi è invece una peculiarità del bravo Gad Elmaleh. È lui il fortunato, “la controfigura”, che si trova a passare nel posto sbagliato al momento giusto. A lui l’onore di consegnare alla storia del cinema la domanda che ogni persona di buon senso vorrebbe fare ad un’indossatrice: “Ma perché camminate tutte come i cavalli?”
A me l’onore di salutarvi, soprattutto le parrucchiere.
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ultimoboyscout
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martedì 8 febbraio 2011
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veber garanzia di qualità!
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Probabilmente meriterebbe più di due stelle. Gradevolissima commedia, magari già vista ma fatta fin troppo con situazioni grottesche al limite dell'assurdo che coinvolgono tutti ma in particolare lo sfigato di turno che si vede pagato per stare assime ad una modella...eh direte voi...magari! Io lo farei gratis!!!! E poi gli equivoci: sembra di rivedere le vecchie commedie anni '70-'80 che senza troppe pretese facevano tanto ridere proprio giocando su equivoci e incomprensioni. E poi Auteil si dimostra attore validissimo e poliedrico, in grado di impersonare i personaggi più diversi e in ruoli agli antipodi tra loro. Pericolosamente divertente, il triangolo, anche se forzato non perde mai il suo fascino!
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