Un Leprechaun(sempre il simpatico e malvagio Warwick Davis) vuole sposare una famosa principessa di una lontana galassia ma, dopo uno scontro a fuoco con dei marines, gli viene sottratta e lui, arrabbiato anche per il fatto che gli hanno rubato il suo oro, vuole ritrovarla uccidendo tutti. Il quarto capitolo della saga(girato anche in America per il mercato Dvd) sposta le avventure del folletto negli spazi profondi di una galassia imprecisata, riprendendo il filo conduttore fantasy/fantascientifico del secondo capitolo della saga e proponendo stavolta come protagonisti, un plotone di soldati sbruffoni capitanati da un cyborg antipatico sotto il controllo di un professore-robot(l'attore Inglese Guy Sinar) con una determinata missione scientifica da svolgere.
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Un Leprechaun(sempre il simpatico e malvagio Warwick Davis) vuole sposare una famosa principessa di una lontana galassia ma, dopo uno scontro a fuoco con dei marines, gli viene sottratta e lui, arrabbiato anche per il fatto che gli hanno rubato il suo oro, vuole ritrovarla uccidendo tutti. Il quarto capitolo della saga(girato anche in America per il mercato Dvd) sposta le avventure del folletto negli spazi profondi di una galassia imprecisata, riprendendo il filo conduttore fantasy/fantascientifico del secondo capitolo della saga e proponendo stavolta come protagonisti, un plotone di soldati sbruffoni capitanati da un cyborg antipatico sotto il controllo di un professore-robot(l'attore Inglese Guy Sinar) con una determinata missione scientifica da svolgere. Alla regia ritroviamo Brian Trenchard-Smith che stavolta manca per un pelo il bersaglio, eccedendo troppo nel sensazionalismo e nell'omaggio esplicito alle ambientazioni di Alien di Ridley Scott. Un vero peccato, se si pensa che, nei limiti del piccolo budget, Trechard-Smith è riuscito a dirigere un'ottima pellicola horror(finalmente!, ma sempre tutta da ridere) dalle ambientazioni sinistre e dagli imprevisti colpi di scena e risvolti di trama che, seppur prevedibili, garantiscono un mostro mutante, il Leprecano diventato gigante(per mezzo di una macchina futuristica) e qualche battuta fulminante ovviamente di Warwick Davis. Inutile dire quello che lo spettatore può prevedere dai personaggi: un protagonista muscoloso(Brent Jasmer) identico a Sylvester Stallone, una sceneggiatura indefinibile e un pò di noia in alcune sequenze, per lo più, anche ripetitive. Ma ormai, solo i fan di Davis, si accontentano mentre il pubblico e i giudizi di critica e dei dizionari, ignorano quella che potrebbe essere stata una pellicola ideale per una produzione di Roger Corman. Solo sufficiente.
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