Titolo originale Immortel (ad vitam).
Fantascienza,
durata 102 min.
- Francia, Italia, Gran Bretagna 2004.
uscita venerdì 19novembre 2004.
MYMONETROImmortal (Ad Vitam)
valutazione media:
2,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Film splendido con magnifiche atmosfere che toccano nel profondo nello stesso modo con cui sapevano farlo quelle di Blade Runner, Nirvana, Ai e Brazil.
La trama è ben articolata e innovativa sotto il punto di vista narrativo, rende gloria al fumetto di Enki Bilal da cui è stato tratto il film (la trilogia di Nikopol)
Chi dice che la trama è inesistente probabilmente dormiva o non ascoltava i dialoghi distratto dalla fotografia straordinaria.
Azzeccatissima la scelta di Linda Hardy per il ruolo di Jill Bioskop,lo spessore dato al personaggio è notevole.
L'interazione dei personaggi virtuali con gli attori veri è ben integrata, la scelta del regista di usare personaggi in rendering la condivido al 100% essa è stata causata non dal budget ma per avere personaggi più simili possibili a quelli del fumetto che è stato usato come story board.
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Film splendido con magnifiche atmosfere che toccano nel profondo nello stesso modo con cui sapevano farlo quelle di Blade Runner, Nirvana, Ai e Brazil.
La trama è ben articolata e innovativa sotto il punto di vista narrativo, rende gloria al fumetto di Enki Bilal da cui è stato tratto il film (la trilogia di Nikopol)
Chi dice che la trama è inesistente probabilmente dormiva o non ascoltava i dialoghi distratto dalla fotografia straordinaria.
Azzeccatissima la scelta di Linda Hardy per il ruolo di Jill Bioskop,lo spessore dato al personaggio è notevole.
L'interazione dei personaggi virtuali con gli attori veri è ben integrata, la scelta del regista di usare personaggi in rendering la condivido al 100% essa è stata causata non dal budget ma per avere personaggi più simili possibili a quelli del fumetto che è stato usato come story board.
per concludere, un capolavoro.
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Un bravo sceneggiatore è colui che sa reimpastare talmente tanto le sceneggiature di altri da renderle irriconoscibili anche a coloro che originariamente le hanno scritte. Enki Bilal, seguendo questa linea di pensiero, non è un bravo sceneggiatore. Questo film ha scopiazzato ed è stato scopiazzato. Certe inquadrature e diverse sequenze ricordano palesemente il "Minority Report" di Spielberg, mentre la questione politica delle aziende farmaceutiche era già presente in "Equilibrium" di Kurt Wimmer. Ma come ho detto, questo film è stato persino scopiazzato, infatti Neil Blomkamp per il suo "Disctrict 9" ruba a Bilal la buona idea della nave spaziale che staziona sulla città.
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Un bravo sceneggiatore è colui che sa reimpastare talmente tanto le sceneggiature di altri da renderle irriconoscibili anche a coloro che originariamente le hanno scritte. Enki Bilal, seguendo questa linea di pensiero, non è un bravo sceneggiatore. Questo film ha scopiazzato ed è stato scopiazzato. Certe inquadrature e diverse sequenze ricordano palesemente il "Minority Report" di Spielberg, mentre la questione politica delle aziende farmaceutiche era già presente in "Equilibrium" di Kurt Wimmer. Ma come ho detto, questo film è stato persino scopiazzato, infatti Neil Blomkamp per il suo "Disctrict 9" ruba a Bilal la buona idea della nave spaziale che staziona sulla città. Ma come Bilal ruba da Wimmer, Wimmer ruba da Bilal, però in modi decisamente sproporzionali, perchè se Bilal ha preso da Wimmer la parentesi politica in cui ambientare la pellicola, Wimmer ruba a Bilal tutta l'estetica del film, infatti in "Ultraviolet" di Wimmer, vengono riproposti quasi integralmente lo stile, le scenografie, e anche il confronto tra due specie (quà alieni e umani, in Ultraviolet umani ed emofagi). Ma le similitudini con Ultraviolet non finiscono quà. In sintesi però, Immortal (ad vitam) è votato ad un estetica da videogioco, per cui, chi si lamentò del fatto che Avatar fu realizzato per 60% in digitale, quà rimarrà inorridito, non soltanto per la rozzezza delle animazioni, dei fondali e del compositing digitale, ma per la quasi totale assenza di attori in carne ossa. Non solo gli ambienti e tutto ciò che contengono sono immagini di sintesi, ma persino il 90% dei personaggi, lasciando attori veri e propri solo per i ruoli principali. Nel suo mix di fantasy e fantascienza, ha proprio la sua debolezza nel lato visivo, poco credibile votato all'estetica del risparmio. [-]
[+] non è una questione di economicità (di motoinmoto)[ - ] non è una questione di economicità
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Se si ha la pazienza di aspettare una mezzora scarsa e la voglia di metterci un discresto impegno nel cercare di seguire le vicende, si scoprirà che non oltre metà film la trama sarà tutt'altro che confusa e nebulosa, a patto che non ci si faccia scappare nessuna e dico proprio nessuna immagine. Ogni più piccolo e singolo particolare non è soltanto una manna per gli occhi ma anche un possibile se non probabile elemento di districamento di questa storia fatta di innumerevoli infinitesimali dettagli che costruiscono un mosaico apparentemente non-sense. Inutile raccontare tutto quel che accade ed è altrettanto falso che tutto è funzionale alla scenografia. Altresì sbagliato è pensare che tranne Horus tutto il resto sia marginale, al contrario forse Horus è asservito a una storia concatenata e parallela alla sua.
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Se si ha la pazienza di aspettare una mezzora scarsa e la voglia di metterci un discresto impegno nel cercare di seguire le vicende, si scoprirà che non oltre metà film la trama sarà tutt'altro che confusa e nebulosa, a patto che non ci si faccia scappare nessuna e dico proprio nessuna immagine. Ogni più piccolo e singolo particolare non è soltanto una manna per gli occhi ma anche un possibile se non probabile elemento di districamento di questa storia fatta di innumerevoli infinitesimali dettagli che costruiscono un mosaico apparentemente non-sense. Inutile raccontare tutto quel che accade ed è altrettanto falso che tutto è funzionale alla scenografia. Altresì sbagliato è pensare che tranne Horus tutto il resto sia marginale, al contrario forse Horus è asservito a una storia concatenata e parallela alla sua. Qui nn c'è nessuna egittologia o necessità di saper capire e guardare le cose con occhi acculturati e allenati come dice qualche saccentone leggendo un po' + in basso. E' una pellicola che piace o nn piace e nn è riservata ne' a menti eccelse ne' tanto meno a dotti o intelligentoni. Io sn il re degli ignoranti e l'ho apprezato egualmente con buona pace dei professori che mi hanno preceduto nei commenti.
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Il film è un affresco digitale di un futuro immaginario e non del tutto impossibile. Vi si trovano persone vere (pochissime), attori idealizzati al computer (la maggior parte), divinità egiziane, mutanti generati nei laboratori Eugenetics, multinazionale della genetica che tutto controlla e le cui insegne aleggiano in tutti gli scenari del film.
L'idea di associare la fantascienza futurista all'antico Egitto non è certo nuova, ma la piramide sospesa sopra i cieli di una (im)probabile New York del 2095 ha un fascino surrealista e simbolico che non ha analoghi nel suo genere.
Per il resto la trama è del tutto secondaria e funzionale alla scenografia, si può riassumere in poche parole: il dio Horus è giunto al termine della propria eternità e deve generare un erede con un essere altrettanto speciale.
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Il film è un affresco digitale di un futuro immaginario e non del tutto impossibile. Vi si trovano persone vere (pochissime), attori idealizzati al computer (la maggior parte), divinità egiziane, mutanti generati nei laboratori Eugenetics, multinazionale della genetica che tutto controlla e le cui insegne aleggiano in tutti gli scenari del film.
L'idea di associare la fantascienza futurista all'antico Egitto non è certo nuova, ma la piramide sospesa sopra i cieli di una (im)probabile New York del 2095 ha un fascino surrealista e simbolico che non ha analoghi nel suo genere.
Per il resto la trama è del tutto secondaria e funzionale alla scenografia, si può riassumere in poche parole: il dio Horus è giunto al termine della propria eternità e deve generare un erede con un essere altrettanto speciale.
Gli altri personaggi sono,come detto, solo di circostanza e parte integrante dell'ambientazione. Qui viene la parte meno riuscita del film: i dialoghi fra il dio e il suo alter ego umano non sembrano all'altezza del resto della realizzazzione.
Da guardare nell'ottica gista: bisogna lasciarsi affascinare dalle immagini,non cercare di seguire una narrazione,perchè una storia da seguire non c'è.
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New York, 2095. Una strana piramide appare nel cielo: all'interno di essa una stirpe di dei egiziani ha appena condannato Horus, alla perdita dell'immortalità per ribellione. Per garantire una continuità alla sua stirpe immortale, il dio ha sette giorni di tempo per trovare una donna adatta al compito e un corpo in grado di ospitare la sua anima divina. Li troverà in Jill, un'affascinante aliena in cerca del suo posto nell'universo e in Nikopol, un ribelle condannato per crimini politici.
Liberamente ispirato ai 'La fiera degli immortali' e a 'La donna trappola' primi due titoli dell'opera a fumetti 'Trilogia di Nikopol', realizzata dallo stesso Bilal, 'Immortal ad Vitam' è un bizzarro oggetto cinematografico.
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New York, 2095. Una strana piramide appare nel cielo: all'interno di essa una stirpe di dei egiziani ha appena condannato Horus, alla perdita dell'immortalità per ribellione. Per garantire una continuità alla sua stirpe immortale, il dio ha sette giorni di tempo per trovare una donna adatta al compito e un corpo in grado di ospitare la sua anima divina. Li troverà in Jill, un'affascinante aliena in cerca del suo posto nell'universo e in Nikopol, un ribelle condannato per crimini politici.
Liberamente ispirato ai 'La fiera degli immortali' e a 'La donna trappola' primi due titoli dell'opera a fumetti 'Trilogia di Nikopol', realizzata dallo stesso Bilal, 'Immortal ad Vitam' è un bizzarro oggetto cinematografico. Affascinante per alcuni versi, ma anche irrimediabilmente irrisolto ed irritante.
Il film è infatti una realizzazione ibrida tra riprese dal vero e sequenze in CGI, e fin qui nessuna novità. Salvo che, a differenza di pellicole come 'Sin City' o 'Sky Captain', nelle quali troviamo attori reali interagire con ambientazioni generate al computer, in 'Immortal' si può dire che vengano affrontate tutte le combinazioni possibili di questa tecnica: attori e set dal vero, attori reali con sfondi in CGI, attori reali che interagiscono con personaggi (anche umani) in CGI, sequenze interamente realizzate in computer grafica e chi più ne ha, più ne metta.
Una soluzione, sulla carta, avvincente e stimolante che in realtà rappresenta uno degli elementi più urtanti della pellicola, dovuto interamente alla discontinua qualità dei contributi in computer grafica.
Le ambientazioni sono spesso affascinanti e dettagliate ed alcune panoramiche sulla città sono di una bellezza da levare il fiato. Quando però si passa ai protagonisti virtuali, il discorso cambia: se alcuni personaggi, nelle sequenze in cui compaiono anche attori reali, sono realizzati con un livello di dettaglio soddisfacente (ad esempio l'ex-marito della Rampling, realizzato sulle fattezze di Jean-Luis-Trintignan, anche se si tratta solo di una testa in CGI montata sul corpo di un attore reale), nei momenti interamente realizzati in CGI, la qualità scade verticalmente, con personaggi legnosi ed inespressivi, inaccettabili anche per il filmato introduttivo di un videogame.
Un limite dovuto sicuramente ad un budget inadeguato ad un progetto così ambizioso, ma che non permette allo spettatore di lasciarsi andare alla storia, perennemente infastidito e distratto dall'andamento a singhiozzo del flusso visivo del film.
Anche sul piano della struttura narrativa, poi, le note dolenti non mancano.
Carne al fuoco, Bilal, ne mette tanta. Pure troppa: dei che devono procreare, una terra dominata da una dittatura in combutta con una multinazionale di bio-genetica, un tessuto sociale stratificato tra umani e non-umani afflitto dal razzismo e dal tentativo degli alieni di immigrare clandestinamente...
Elementi sicuramente stuzzicanti, ma che Bilal non riesce a contenere in una struttura narrativa estremamente sfilacciata e inconcludente, che - perennemente tesa nel tentativo di suggerire senza spiegare troppo - finisce per non andare da nessuna parte, lasciando lo spettatore in balia di se stesso e dello sconcerto.
Sconcerto che si traduce in un lento ma inesorabile scivolare nella noia.
Indubbiamente i momenti intensi non mancano (su tutti, Nikopol che si risveglia dall'ibernazione declamando i versi di 'Une carogne' di Baudelair), il film è spesso immerso in una liricità decadente e affascinante e l'inseguimento aereo finale è riuscito ed emozionante, ma sono solo squarci di sole improvvisi, soffocati in una storia troppo frammentata e da un'esperienza visiva spesso non all'altezza del talento visionario del regista.
In definitiva, un titolo che potrebbe valere una visione solo per gli irriducibili della science-fiction e per i fan dell'universo immaginifico creato da quel genio visionario che si chiama Enki Bilal. [-]
[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
nn capisco bene se fosse un film, un cartone, animato, un videogioco o semplicemente il vaneggiamento di un regista di serie z. trama inesistente,attori patetici.(quei pochi in carne ed ossa perchè sono quasi tutti fatti con la computer grafica) il protagonista è un uomo con la testa da polletto egiziano (digitale) che si accoppia con una donna aliena(attrice vera) nella speranza di tramandare la sua progenie prima di essere giustiziato e dalla loro unione nasce un bimbo polletto.
io avrei piacere di conoscere il regista e farmi rimborsare i soldi del noleggio nn che quelli che ho dovuto spendere dall'analista dopo aver visto questo"film". se lo avesse girato un bambino di 4 anni con il pongo e la telecamera di topolino avrebe fatto di certo meglio.
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nn capisco bene se fosse un film, un cartone, animato, un videogioco o semplicemente il vaneggiamento di un regista di serie z. trama inesistente,attori patetici.(quei pochi in carne ed ossa perchè sono quasi tutti fatti con la computer grafica) il protagonista è un uomo con la testa da polletto egiziano (digitale) che si accoppia con una donna aliena(attrice vera) nella speranza di tramandare la sua progenie prima di essere giustiziato e dalla loro unione nasce un bimbo polletto.
io avrei piacere di conoscere il regista e farmi rimborsare i soldi del noleggio nn che quelli che ho dovuto spendere dall'analista dopo aver visto questo"film". se lo avesse girato un bambino di 4 anni con il pongo e la telecamera di topolino avrebe fatto di certo meglio.
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[+] ma cosa vuoi giudicare.. (di real)[ - ] ma cosa vuoi giudicare..
[+] hai ragione lula... (di a ridateme i sordi!)[ - ] hai ragione lula...
[+] che pallosa! (di tepossino)[ - ] che pallosa!
[+] adoro il surreale!!!! (di haisha75)[ - ] adoro il surreale!!!!
[+] film al di la dei generi (di maratre)[ - ] film al di la dei generi
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