Mi piace lavorare (Mobbing)

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Un film di Francesca Comencini. Con Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 89 min. - Italia 2004. MYMONETRO Mi piace lavorare (Mobbing) * * * 1/2 - valutazione media: 3,54 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
claire_ mercoledì 23 febbraio 2011
magnifica braschi Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

La scelta di un tema di tale portata, e mai affrontato prima, la sceneggiatura sapiente e precisa fanno di questo un film grande. Ma senza esagerare mi sento di dire che Nicoletta Braschi è la scelta vincente di tutto il film. Lei che si conofonde tra i toni tenui e sbiaditi di tutta la narrazione ma che al tempo stesso è capace di portarla in alto; che ha la tenacia di intenerire e la dolcezza di appassionare. Anche gli attori non professionisti risultano all'altezza (e in alcuni casi anche sorprendentemente di più!) Nel complesso un film davvero sorprendente con un'immensa Braschi che ormai l'abbiamo capito, da il meglio di sè qualunque panni vesta, qualunque parte interpreti, e si vede!
Eleonora, Torino

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principessa88 mercoledì 29 agosto 2007
il mobbing colpisce un pò tutti!!! bellissimo film Valutazione 5 stelle su cinque
78%
No
22%

Grandissima Francesca Comencini, molto sublime l'interpretazione della Braschi!!! E'stato un film divertententissimo ma anche interessante perchè affronta un argomento fondamentale di cui si parla ancora oggi in televisione e sui giornali!!!Qui la Braschi ha dimostrato di essere un' attrice in gamba e si è saputa difendere dagli insulti chefiglia riceveva ! questo film si è consigliabile da vedere!!! Fortissima l'interpretazione di Camille-Dugay-Comencini nella parte della figlia Morgana perchè quando la madre andava a lavorare lei faceva tutto da sola: spesa, scuola ecc.....!!! Un film bellissimo assolutamente da rivedere!!! Bravissima Nicoletta!!! sei molto in gamba quando reciti nei film con tuo marito ma anche qui (anche se non reciti affianco a Roberto) hai dimostrato di nuovo di ess [+]

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lorenzo domenica 5 marzo 2006
un grande film, non un documentario. Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Sicuramente un buon film, diretto in maniera eccellente ed ottimamente interpretato non soltanto da Nicoletta Braschi (che meno del massimo non sa dare) ma anche dai collaboratori non professionisti. Lo spettatore è coinvolto progressivamente dal cambiamento di sensazioni del personaggio e queste ultime sono il vero soggetto del film. Bisogna invece avvertire che non si tratta di un documentario: tratta di un particolare caso di mobbing (strategico verticale) di cui spiega frettolosamente l'origine ma non analizza l'eziologia, passa in rassegna quelle che sono le più frequenti azioni vessatorie di origine manageriale. Credo che chiunque abbia lavorato si riconosca in almeno uno dei comportamenti che fanno di Anna una vittima; non è facile spiegare e comprendere come opera la precisa strategia che fa la differenza ed il film è frettoloso nel descriverla. [+]

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abigeil mercoledì 6 giugno 2012
il realismo della comencini Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Il realismo di questo film spiazza, rappresenta senza troppi fronzoli ciò che molti lavoratori, non solo in Italia, hanno vissuto o viovono.Affronta una tematica abbastanza recente quella del mobbing, serie di soprusi che avvengono nei confronti di un dipendente per metterlo in difficoltà, umiliarlo con mansioni inutili,trasferire il lavoratore da un compito all'altro, isolarlo il tutto per esasperarlo e spingerlo a gettare la spugna e lasciare il posto di lavoro.Questo è ciò che succede alla protagonista del film interpetrata dalla signora Benigni Nicoletta Braschi, mamma singol, che esce di casa la mattina presto per tornare a casa la sera, pressocchè sola, la sua unica compagnia è la figlia nel cui letto trva conforto dalla pesante giornata lavorativa. [+]

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odissea 2001 martedì 18 dicembre 2007
un racconto piatto Valutazione 3 stelle su cinque
38%
No
63%

L'inferno in ufficio. Il film di Cristina Comencini mette il dito nella piaga e racconta l'ingiustizia e la crudeltà, l'irrazionalità e l'alienazione nel rapporto quotidiano col lavoro che diventa un incubo quando la gerarchia aziendale si piega esclusivamente all'interesse privato (il che può succedere anche in un'azienda pubblica). Il lavoratore appare allora come un numero mentre l'arroganza di cui è capace il potere schiaccia diritti e dignità personale. Le cronache ospitano spesso racconti che assomigliano a questa storia, che si riflette nel volto triste e incolore di Nicoletta Braschi. Peccato che la scelta direzionale che si abbatte sulla vita della dipendente attraverso le angherie inflitte dai superiori e l'indifferenza e le beffe stampate sui volti dei colleghi non venga elaborata dall'attrice, che fin dalla prima scena si presenta impacciata e rigida più del dovuto. [+]

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