francone
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venerdì 10 marzo 2017
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la vera storia dei manetti bros.
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Grandissimo esordio solista per i Manetti bros, che girano una rilettura politica del Dracula di Bram Stoker ambientata nei centri sociali rap della periferia di Roma. Commovente, profondo, poetico, girato alla grande e recitato in modo convincente. Ad un fanatico di Dracula come me ha fatto completamente impazzire; certo, è un film di nicchia, ideato come film di nicchia, ma una delle cose più belle e intelligenti che abbia visto girare a questi due autori e artisti unici e inimitabili, senza dubbio due dei migliori cineasti che ci siano in Italia.
Tra l'altro mi ha fatto conoscere il rap horrorcore romano, che consiglio vivamente assieme a questo film, alle persone provviste di ironia e di amore per l'horror.
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raffaele palazzo
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domenica 27 gennaio 2008
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zora la vampira
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Tentativo comico, in parte riuscito e in alcune sequenze davvero esilarante, questo film dei Manetti Bros anche autori della sceneggiatura.
Il soggetto è volutamente satirico e grottesco con molti doppi significati, la prassi di sfruttare il boom dell'emigrazione rumena con la situazione disastrosa e triste del conte e del suo aiutante che si nutrono e come tanti sperano di trovare prosperità ad ogni angolo.
Devo dire che la prima parte de3l film è la più godibile, poi diventa veramente troppo ferragginoso con troppe macchiette, Verdone su tutti, che gigioneggiano troppo (e se lo può permettere visto che è il produttore e ha presentato il film).
Il resto del cast è decente tranne la Ramazzotti che nella parte della scazzata seppur calzandogli alla perfezione non riesce sempre a funzionare.
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Tentativo comico, in parte riuscito e in alcune sequenze davvero esilarante, questo film dei Manetti Bros anche autori della sceneggiatura.
Il soggetto è volutamente satirico e grottesco con molti doppi significati, la prassi di sfruttare il boom dell'emigrazione rumena con la situazione disastrosa e triste del conte e del suo aiutante che si nutrono e come tanti sperano di trovare prosperità ad ogni angolo.
Devo dire che la prima parte de3l film è la più godibile, poi diventa veramente troppo ferragginoso con troppe macchiette, Verdone su tutti, che gigioneggiano troppo (e se lo può permettere visto che è il produttore e ha presentato il film).
Il resto del cast è decente tranne la Ramazzotti che nella parte della scazzata seppur calzandogli alla perfezione non riesce sempre a funzionare.
Troppi pezzi rap e il rimprovero di voler per forza essere un miscuglio di troppi generi rende Zora divertente forse quello che alle volte il cinema dovrebbe offrire senza farsi troppe pippe sociali e voler provare a prendersi sul serio.
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zer0_cool
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giovedì 19 febbraio 2009
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zora la vampira
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Diciamo che il film accondiscende perfettamente allo stile che i fratelli Manetti avevano sicuramente intenzione di infondervi, ovvero quel disprezzante atteggiamento alternativo e anticonformista dei giovani d'oggi e, se da una parte ci sono riusciti proponendo un affresco della controcultura italiana, grazie alla spontaneita' degli “attori”, il linguaggio diretto e semplice e a quello stile da videoclip musicale, dall'altra non hanno di certo fatto guadagnare punti a quest'ultima, sprecando una buona possibilita' per farsi sentire da un pubblico un po' piu' vasto.
Ciò è dovuto sia al fatto che i personaggi piu' che svolgere il loro ruolo di figure allegoriche degli stereotipi della cultura underground cadono nella banalita' finendo per diventare delle maschere pirandelliane, sia che, dato che la trama non deve far altro che rielaborare ai giorni nostri un'idea gia' fatta, a volte è un po' arrangiata, oltre ad essere completamente di parte, ma per fortuna è salvata dalla presenza del simpaticissimo Carlo Verdone che finalmente può liberarsi dell'abito di mattatore sfogando la sua parte burina, il tutto condito dall'allegro slang romanesco e dai simpatici personaggi secondari come i due drogati del centro sociale che costituiscono la voce narrante del film e che ricordano la band in Tutti pazzi per Mary.
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Diciamo che il film accondiscende perfettamente allo stile che i fratelli Manetti avevano sicuramente intenzione di infondervi, ovvero quel disprezzante atteggiamento alternativo e anticonformista dei giovani d'oggi e, se da una parte ci sono riusciti proponendo un affresco della controcultura italiana, grazie alla spontaneita' degli “attori”, il linguaggio diretto e semplice e a quello stile da videoclip musicale, dall'altra non hanno di certo fatto guadagnare punti a quest'ultima, sprecando una buona possibilita' per farsi sentire da un pubblico un po' piu' vasto.
Ciò è dovuto sia al fatto che i personaggi piu' che svolgere il loro ruolo di figure allegoriche degli stereotipi della cultura underground cadono nella banalita' finendo per diventare delle maschere pirandelliane, sia che, dato che la trama non deve far altro che rielaborare ai giorni nostri un'idea gia' fatta, a volte è un po' arrangiata, oltre ad essere completamente di parte, ma per fortuna è salvata dalla presenza del simpaticissimo Carlo Verdone che finalmente può liberarsi dell'abito di mattatore sfogando la sua parte burina, il tutto condito dall'allegro slang romanesco e dai simpatici personaggi secondari come i due drogati del centro sociale che costituiscono la voce narrante del film e che ricordano la band in Tutti pazzi per Mary. Per non parlare poi del monologo finale del conte Dracula che rappresenta' la quintessenza della banalita' e si poteva tranquillamente evitare.
Io penso comunque che la dove il film possa sembrare fiacco e arrangiato non sia da attribuire solo alla carenza di idee o alla pigrizia nel seguire la strada narrativa dovuta un po' all'entusiasmo, ma a quell'improvvisazione e a quella spontaneita', proprio come in un contest di freestyle, che può avere solo chi vive, ma soprattutto pensa, alla velocita' dei giovani a cui è indirizzato, ma anche dedicato, il film.
Quindi chi liquida questo, e altri film come Senza Filtro dei compari Articolo 31 uscito un anno dopo e che praticamente è uguale, dicendo che fanno schifo si è scordato di quand'era giovane e non aveva cazzi per la testa oltre a quello di rimorchiare e farsi le canne, o forse aborrisce l'idea perchè considera la gioventu' piu' come la fine della puberta' che non come l'inizio dell'eta' matura, e quindi come uno stato redrogrado della mente umana. Ed ecco che prorio per questo motivo purtroppo altri splendidi film come Il favoloso mondo di Amélie sono destinati ad essere trattati con lo stesso distacco e diffidenza, mentre quando i film sugli adolescenti assumono quel tono decadente e brutale, come Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Thirteen o Mery per sempre e Amore Tossico per fare un esempio made in Italy, diventando piu' un monito o una parabola della serie “non prendere le caramelle dagli sconosciuti” che una semplice valvola di sfogo, vengono osannati dalla critica, forse solo le opere di Tim Burton si salvano da questo destino.
E poi alla fine io sinceramente preferisco molto di piu' questo che film tipo Tre metri sopra il cielo.
In conclusione possiamo dire che piu' che dire se il film è bello o meno si fa prima a dire a quale categoria piacera' sicuramente cioè quella che queste storie le ha vissute e sara' contento di sentirsi protagonista veramente facendosi una sana risata, insomma...vietato ai non addetti!!!
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