marco poggi
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giovedì 11 ottobre 2001
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il cinema entra nel terzo millennio
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Il cinema entra nel terzo millennio e lo fa con un soggetto tratto da un videogioco interattivo di fantascienza. Solitamente, esperimenti come quello di attori virtuali al posto di quelli umani non mi piacciono, ma la storia di Aki e dei suoi compagni alla ricerca dei sette spiriti della vita è molto bella e mi è piaciuta. Bisogna ricredersi sugli anime giapponesi, spesso sotto le loro "storie violente" si nascondono capolavori come questo. Peccato per la versione virtuale di Ben Affleck, film del genere si meriterebbero sosia di attori più intelligenti e dotati artisticamente e mimicamente.
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paiman
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venerdì 25 giugno 2010
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imponenza visiva in un capolavoro mancato
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Un battito di ciglia, il vento tra i capelli, le vibrazioni del suolo. Questo è ciò che si vede si dalle prime scene di Final Fantasy, film diretto dal nipponico Hironobu Sakaguchi, creatore dell'omonima serie di videogiochi. Un film avveniristico per il periodo in cui è uscito. Livello tecnico impeccabile, sublime, colossale in certe scene, imponente sotto tutti i punti di vista. A parte due punti che ne segnano il mancato capolavoro. Il primo: il titolo del film. Perché questo Final Fantasy riprende pochissimo dalla serie di videogiochi, anzi, appare più come un titolo puramente commerciale. Il sottotitolo invece, The Spirits Within (Gli spiriti dentro), rispecchia la trama del film.
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Un battito di ciglia, il vento tra i capelli, le vibrazioni del suolo. Questo è ciò che si vede si dalle prime scene di Final Fantasy, film diretto dal nipponico Hironobu Sakaguchi, creatore dell'omonima serie di videogiochi. Un film avveniristico per il periodo in cui è uscito. Livello tecnico impeccabile, sublime, colossale in certe scene, imponente sotto tutti i punti di vista. A parte due punti che ne segnano il mancato capolavoro. Il primo: il titolo del film. Perché questo Final Fantasy riprende pochissimo dalla serie di videogiochi, anzi, appare più come un titolo puramente commerciale. Il sottotitolo invece, The Spirits Within (Gli spiriti dentro), rispecchia la trama del film. Il secondo: la storia. Oscura e lacunosa in vari punti, non riesce a trasmettere una fluidità narrativa capace di rendere giustizia al livello grafico. Inoltre da segnalare la poca presenza di vari personaggi simpatici che potevano essere sviluppati meglio. Questo fa sì che il film appaia onirico, quasi etereo nelle scene finali. Colpa degli sceneggiatori in questo caso, non tanto del regista. Mastodontiche e bellissime le musiche di Elliot Goldenthal. Un film che sicuramente ha deluso la maggior parte dei fan della serie (ma non il sottoscritto, in quanto bisogna pensare le due cose, il film e il videogioco, distaccate). Occasione sprecata per un film che poteva cambiare il modo di vedere il cinema (anche se poi, altre pellicole quali il digitalissimo tridimensionale Avatar hanno compiuto il processo con effetti speciale più che fotorealistici). Oggi appare più come un giocattolone visivo, eppure la passione dei realizzatori (grafici, disegnatori, animatori) si vede in ogni scena.
Un amarissimo flop al botteghino statunitense e mondiale. Consigliato a chi piacciono film particolari e inusuali.
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andrea levorato
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venerdì 23 settembre 2011
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il miglior utilizzo della cgi è un videogames
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Final Fantasy ***1/2
Produzione: Giappone 2001
Genere: Animazione, Fantascienza, Drammatico
Regia: Hironobu Sakaguchi
Trama:
Nel 2065 la Terra è stata invasa da spaventose creature chiamate Phantoms. Gli umani sono costretti in città delimitate da barriere ultra tecnologiche. La dottoressa Ross combatte contro il tempo per recuperare gli otto spiriti di Gaia prima che l’esercito usi un potente dispositivo laser per debellare gli invasori a costo della vita della Terra stessa.
Mini recensione:
Final Fantasy: The spirits Within è, con ogni probabilità, il miglior esempio di utilizzo della computer grafica ad oggi.
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Final Fantasy ***1/2
Produzione: Giappone 2001
Genere: Animazione, Fantascienza, Drammatico
Regia: Hironobu Sakaguchi
Trama:
Nel 2065 la Terra è stata invasa da spaventose creature chiamate Phantoms. Gli umani sono costretti in città delimitate da barriere ultra tecnologiche. La dottoressa Ross combatte contro il tempo per recuperare gli otto spiriti di Gaia prima che l’esercito usi un potente dispositivo laser per debellare gli invasori a costo della vita della Terra stessa.
Mini recensione:
Final Fantasy: The spirits Within è, con ogni probabilità, il miglior esempio di utilizzo della computer grafica ad oggi. I protagonisti sono attori virtuali (per alcuni è un incubo ma qualcun altro lo apprezzerà), ma gli sfondi, paesaggi mozzafiato, sono egregiamente disegnati a mano. Per gli amanti della saga potrebbe essere, però, una delusione, infatti la trama del primo videogames viene poco e nulla accennata. Ma resta pur sempre un immenso videogiocattolone da più di 130 milioni di dollari, quindi potrà divertire tutti. Fu un flop pazzesco (53 milioni di dollari persi) e mandò quasi in bancarotta la Square Pictures, non poteva reggere il confronto con capolavori quali “La città incantata” e “Monsters &Co.”, usciti lo stesso anno, ma rimane pur sempre (anche se pochi vogliono ammetterlo) il film che meglio sfrutta l’inutile innovazione della Computer grafica. Il genere di animazione che ha reso famosa la Pixar, nonostante l’eccessivo uso del computer renda il tutto più freddo, la pochezza di contenuti di film (pur sempre buoni) come “Toy Story” o la finta innovatività di altri come “Up” (che scopiazza le ideuzze vincenti da “Il castello errante di Howl”), ormai sono una certezza al botteghino, e nell’attesa del terrificante “Toy Story 4” (la vendetta di Woody?) non ci resta che rimpiangere una piccola perla del cinema d’animazione cgi, quale “Final Fantasy”, che diventò un immeritato flop.
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sellerone
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domenica 21 ottobre 2018
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un finale fantastico
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Guardarlo oggi è strano, ma all'epoca secondo mè è stato l'inizio di un nuovo modo di fare il cinema. Integralista e quindi in anticipo sui tempi (troppo) dove la freddezza del digitale che oggi si è addolcita, esplode in tutta la sua grezza inanimatezza. Lo sforzo di rendere pixel e poligoni portatori di anima umana però è apprezzabile. La storia è surreale e sicuramente giapponese, lascia un sentimento di stupore, legato alla resa tecnica di cose e persone misto ad uno di malinconia e tristezza per la sorte della storia. Una speranza in duplice veste, per il futuro, legato all'evoluzione sempre più intensa della Digital Art e al risorgere di una razza umana che oggi, è d'attualità, non smette ancora di sparare al cuore di GAIA.
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Guardarlo oggi è strano, ma all'epoca secondo mè è stato l'inizio di un nuovo modo di fare il cinema. Integralista e quindi in anticipo sui tempi (troppo) dove la freddezza del digitale che oggi si è addolcita, esplode in tutta la sua grezza inanimatezza. Lo sforzo di rendere pixel e poligoni portatori di anima umana però è apprezzabile. La storia è surreale e sicuramente giapponese, lascia un sentimento di stupore, legato alla resa tecnica di cose e persone misto ad uno di malinconia e tristezza per la sorte della storia. Una speranza in duplice veste, per il futuro, legato all'evoluzione sempre più intensa della Digital Art e al risorgere di una razza umana che oggi, è d'attualità, non smette ancora di sparare al cuore di GAIA. W Gaia, W Greenpeace!!!
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alessandra
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domenica 30 dicembre 2001
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che schifo
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IL FILM PIU' BRUTTO DELL'ANNO.
Nonostante la grafica eccezionale il film era osceno.
Cosa c'è di bello in un film con una trama così stupida?
La prima cosa che guardo in un film è la storia e solo in un secondo momento gli effetti speciali.
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alex
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sabato 5 gennaio 2002
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i giapponesi hanno rotto le palle
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proprio così. non diversamente dai suoi cugini su striscie, questo film si accolla sulla schiena tutti i lati negativi (molti) e positivi (pochissimi) dei manga giapponesi.
potrei dilungarmi per ore su cosa CREDO che non funzioni in questo film.
a cominciare dall'intreccio. metà aliens e metà abyss (ma siamo in un james cameron fan club o in un film da cento milioni di dollari?!?) con strizzatine d'occhio ad akira (sic!) e plagi dalla più bassa manovalanza fantascentifica.
i protagonisti digitali sono inespressivi e non basta la complessità dei movimenti per rendere interessante una sequela di personaggi che sembrano usciti da un manga di serie z o da un film di fantascenza tipo punto di non ritorno.
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proprio così. non diversamente dai suoi cugini su striscie, questo film si accolla sulla schiena tutti i lati negativi (molti) e positivi (pochissimi) dei manga giapponesi.
potrei dilungarmi per ore su cosa CREDO che non funzioni in questo film.
a cominciare dall'intreccio. metà aliens e metà abyss (ma siamo in un james cameron fan club o in un film da cento milioni di dollari?!?) con strizzatine d'occhio ad akira (sic!) e plagi dalla più bassa manovalanza fantascentifica.
i protagonisti digitali sono inespressivi e non basta la complessità dei movimenti per rendere interessante una sequela di personaggi che sembrano usciti da un manga di serie z o da un film di fantascenza tipo punto di non ritorno.
l tecnologia digitale è messa al servizio di una scenografia e un'illuminazione che sarebbero stati molto più efficaci in un film dal vero.
alla fine, l'impressione è di uno snervante atteggiamento pretenzioso, sempre alla ricerca dell'intrecci pomposo e altisonante che è caratteristica peculiare dei manga.
e continuo a chiedermi che senso ha fare un film del genere quando la tecnologia dei videogiochi omonimi ha superato di gran lunga quella di questo film? e, scusandomi in anticipo per il gioco di parole, credo che gli anime dovrebbero incrementarsi con il loro omonimo femminile
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[+] a bit fanboy?
(di genocide)
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