... E poi lo chiamarono il Magnifico

E POI LO CHIAMARONO IL MAGNIFICO… (IT/FR/JUG, 1972) di E.B. CLUCHER con TERENCE HILL – YANTI SOMER – GREGORY WALCOTT – HARRY CAREY JR. – DOMINIC BARTO – RICCARDO PIZZUTI § Giovane visconte britannico si rifugia, dopo un lungo viaggio in treno, in una contea del versante pacifico statunitense, dove il padre ora defunto gli ha lasciato in eredità un appezzamento in mezzo alla natura. Ma dato che c’è un burbero proprietario terriero dal cazzotto facile che ne è altresì interessato, accetta di farsi dare lezioni di virile educazione da tre amici del padre (un predicatore, uno scimmiesco ex carcerato, un colosso finto muto). [+]

E POI LO CHIAMARONO IL MAGNIFICO… (IT/FR/JUG, 1972) di E.B. CLUCHER con TERENCE HILL – YANTI SOMER – GREGORY WALCOTT – HARRY CAREY JR. – DOMINIC BARTO – RICCARDO PIZZUTI § Giovane visconte britannico si rifugia, dopo un lungo viaggio in treno, in una contea del versante pacifico statunitense, dove il padre ora defunto gli ha lasciato in eredità un appezzamento in mezzo alla natura. Ma dato che c’è un burbero proprietario terriero dal cazzotto facile che ne è altresì interessato, accetta di farsi dare lezioni di virile educazione da tre amici del padre (un predicatore, uno scimmiesco ex carcerato, un colosso finto muto). Da azzimato damerino diventa perciò un furbo pistolero. Reduci dal successo internazionale dei due Trinità, il regista/operatore della macchina Enzo Barboni e l’italo-tedesco T. Hill danno vita a un divertente, brioso e picaresco western dove a dominare è la violenza svelenita da spettacolo pirotecnico. Come al solito, le tematiche di contorno inerenti anche alla trama sono poco più che un pretesto per mettere in scena le spassose colluttazioni, coadiuvate dalle doti acrobatiche del protagonista. Niente di impegnato, e con una materia simile ci si poteva impegnare un tantino di più, ma le risate ci sono, e il grottesco trio di lazzaroni si fa spesso carico di una grossa fetta di divertimento. Girato in Jugoslavia per gli esterni e in Italia per la scena del penitenziario.
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Pallido film senza spessore, personaggi improbabili e poco credibili. Strizza l’occhio ai leoniani sapghetti western, imitandone l’andamento della trama, ma ovviamente il risultato è scadente. Si ha una sorta di iniziazione alla vita di Terence Hill, che culmina con l’aver imparato ad usare la pistola, spinto dall’amore per una ragazza, che gli fa abbandonare i suoi bei modi da damerino all’inglese. Si sente decisamente la mancanza di Bud Spencer. I tre co-protagonisti sono personaggi sempre più insensati, dei quali non riesco a capacitarmi. Buono per passare 105 minuti in serenità e senza occupare troppo il cervello. Due stelle sono abbastanza.