Non si fatica a capire perchè Romero lo definisca il film da lui più amato:e' realizzato in totale libertà sfruttando al massimo l'esiguo budget.Il regista ha avuto per la prima volta la possibilità di seguire le sue idee,libero da impedimenti produttivi e co.Un'affascinate rilettura del mito del vampiro nella provincia americana.O forse è meglio dire dissacrazione(aglio,specchi,e croci sono del tutto inutili).Ma non c'è il lieto fine come di consueto(almeno non per il vampiro).Molto ben girato,in particolare i flashback in bianco e nero,e con una vena erotica insolita per il regista.Tranquilli,gli zampilli di sangue non mancano,ma scordatevi i canini a punta.
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Non si fatica a capire perchè Romero lo definisca il film da lui più amato:e' realizzato in totale libertà sfruttando al massimo l'esiguo budget.Il regista ha avuto per la prima volta la possibilità di seguire le sue idee,libero da impedimenti produttivi e co.Un'affascinate rilettura del mito del vampiro nella provincia americana.O forse è meglio dire dissacrazione(aglio,specchi,e croci sono del tutto inutili).Ma non c'è il lieto fine come di consueto(almeno non per il vampiro).Molto ben girato,in particolare i flashback in bianco e nero,e con una vena erotica insolita per il regista.Tranquilli,gli zampilli di sangue non mancano,ma scordatevi i canini a punta.Divertente l'idea di Martin che si sfoga chiamando nottetempo un'emittente radiofonica diventandone la principale attrazione.Romero è il prete poco esperto nel maligno,sua moglie Christine Forrest la cugina del protagonista,e Tom Savini(responsabile degli effetti speciali nonchè braccio destro del regista)il suo fidanzato.Da evitare la versione italiana,sponsorizzata a suo tempo da Dario Argento e intitolata "Wampyr",che aggiunge le musiche dei Goblin e taglia diversi minuti,togliendo chiarezza alla storia e accentuandone il lato grottesco.Sconsigliato ai classicisti del genere.
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