"I'd Rather be Rich"(Jack Smight, 1964), tipica commedia degli inganni e degli equivoci, in versione USA anni 1960, dunque con il tutto il retroterra per cui, apparentemente, i soldi non contano, mentre invece...non c'è felicità senza gli stessi, ci mostra un anziano uomo d'affari, ricchissimo, che vuol lasciare una forte eredità alla nipote, purché la stessa gli presenti il findazato...ma il caso, beffardo, gliela propone in versione doppia, ossia con due diversi fidanzati, quello vero e quello"finto", incontrato casualmente, ma diventato, per lei, assolutamente importante(sintomo rivelatore: deve togliersi le scarpe dai piedi quando sta con lui in intimità), dove però poi non trova decisamente il coraggio di rompere con quello vero, ufficiale.
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"I'd Rather be Rich"(Jack Smight, 1964), tipica commedia degli inganni e degli equivoci, in versione USA anni 1960, dunque con il tutto il retroterra per cui, apparentemente, i soldi non contano, mentre invece...non c'è felicità senza gli stessi, ci mostra un anziano uomo d'affari, ricchissimo, che vuol lasciare una forte eredità alla nipote, purché la stessa gli presenti il findazato...ma il caso, beffardo, gliela propone in versione doppia, ossia con due diversi fidanzati, quello vero e quello"finto", incontrato casualmente, ma diventato, per lei, assolutamente importante(sintomo rivelatore: deve togliersi le scarpe dai piedi quando sta con lui in intimità), dove però poi non trova decisamente il coraggio di rompere con quello vero, ufficiale. Giochi di manovre incrociate, per cui a un certo punto il conto si trova e si paga con il"destino". Un divertissement di qualità, un play decisamente funzionante, con inserzioni che sembrano prese sia dal musical onirico sia dalla commedia dell'arte, con rapppresentazioni stereotipate, che sembrano prese parti pari dalla commedia comico-grottesca, roba da"sacra rappresntazione"allla USA-naturalmente senza un minimo di reale ispirazione del contesto. "Haooy end" assicurato, come sempre in questi film USA che si mantenevano sempre fedeli al motto. "Fateli magari pensare un po', ma non troppo", sennò si va in una dimensione che non sarà la riproduzione esatta di ciò che accade, ma che vi occhieggia, pena il riprodursi in qualcosa di inutile, l'insterilirsi in vuote riflessioni: il cinema comico made in USA del tempo, di buon livello, come questo, certo non ricorreva a sperimentalismi alla Woody Allen o alla Mel Brooks, sempre tenendo conto delle grandi differenze tra i due. Mauriche Chevalier è perfetto, l'interazione tra Sandra Dee e Robert Goulet c'è ed è assicurata.... El Gato
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