C’è la penna illustre di Ennio Flaiano dietro a questo western sui generis con dialoghi brillanti e una serie infinita di situazioni divertenti. Il regista Duccio Tessari tratta con la consueta leggerezza e capacità la materia. Anche le musiche sono azzeccate. Oggi è diventato un cult eppure all’epoca della sua uscita nelle sale venne accolto malamente dalla critica e non troppo apprezzato dal pubblico. Tra le ragioni di questo parziale insuccesso c’è la scelta azzardata dei protagonisti: il mito del western all’italiana Giuliano Gemma e il campione di pugilato Nino Benvenuti all’apice della sua fama. La coppia fatica a ingranare perché Benvenuti è troppo inespressivo e la scelta di farlo doppiare da Oreste Lionello non lo aiuta a essere preso sul serio.
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C’è la penna illustre di Ennio Flaiano dietro a questo western sui generis con dialoghi brillanti e una serie infinita di situazioni divertenti. Il regista Duccio Tessari tratta con la consueta leggerezza e capacità la materia. Anche le musiche sono azzeccate. Oggi è diventato un cult eppure all’epoca della sua uscita nelle sale venne accolto malamente dalla critica e non troppo apprezzato dal pubblico. Tra le ragioni di questo parziale insuccesso c’è la scelta azzardata dei protagonisti: il mito del western all’italiana Giuliano Gemma e il campione di pugilato Nino Benvenuti all’apice della sua fama. La coppia fatica a ingranare perché Benvenuti è troppo inespressivo e la scelta di farlo doppiare da Oreste Lionello non lo aiuta a essere preso sul serio. A poco serva la vitalità di un Gemma in gran forma che s’impegna in azzardate acrobazie. Il loro rapporto è molto simile a quello di Bud Spencer e Terence Hill ma non è sorretto da analoga vis comica. Una coriosità è la presenza di Sydne Rome, al suo primo film in Italia.
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