paola di giuseppe
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giovedì 22 luglio 2010
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vita di una donna, allegoria di un mondo
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“La vita di una mondana” di Saikaku è la fonte letteraria di Vita di O-Haru donna galante,ma per Mizoguchi c’è una storia molto più vera,la sua infanzia e il padre, piccolo artigiano del distretto di Hongo a Tokyo,ridotto in miseria e costretto a vendere Suzu,la figlia quattordicenne, come geisha.
La genesi poetica del mondo di Mizoguchi è stata sempre rintracciabile nelle radici di una vicenda biografica emblematica per la rappresentazione di una società e di una cultura.
Quel suo ambientare le vicende nel passato feudale è,in realtà,un trasferirle verso un mondo apparentemente fuori dal tempo,in una dimensione che non appartiene a nessun genere definibile,non è epos e non è favola,non è storia né mito.
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“La vita di una mondana” di Saikaku è la fonte letteraria di Vita di O-Haru donna galante,ma per Mizoguchi c’è una storia molto più vera,la sua infanzia e il padre, piccolo artigiano del distretto di Hongo a Tokyo,ridotto in miseria e costretto a vendere Suzu,la figlia quattordicenne, come geisha.
La genesi poetica del mondo di Mizoguchi è stata sempre rintracciabile nelle radici di una vicenda biografica emblematica per la rappresentazione di una società e di una cultura.
Quel suo ambientare le vicende nel passato feudale è,in realtà,un trasferirle verso un mondo apparentemente fuori dal tempo,in una dimensione che non appartiene a nessun genere definibile,non è epos e non è favola,non è storia né mito.
Mizoguchi Kenji crea una realtà nuova,come nota Jacques Rivette “Egli sembra essere l'unico regista giapponese che è completamente giapponese, eppure è anche l'unico che realizza una vera universalità, quella di un individuo”.
Ha visto la bruttezza della vita e l’ha rappresentata nei suoi film, ha costruito splendide allegorie ponendo al centro la figura femminile,sapendo che solo in essa poteva riscoprire la bellezza nascosta sotto la brutalità,il dono di sé totale in un mondo di uomini avidi e spietati,la dignità che sopravvive intatta anche nell’inferno in cui il potere relega le sue vittime.
La vita di O-Haru è un racconto sconsolato,che si snoda in un lungo flash back e torna,in chiusura,in quel tempio dove l’ex cortigiana reale,ora prostituta segnata dagli anni nel viso affilato e nelle occhiaie profonde,si è sentita attratta da suoni che tessono per tutta la durata del film una rete sonora fortemente evocativa, attingendo ad un repertorio di musicalità tradizionale che incide fortemente nel linguaggio filmico.
Fra le numerose immagini allineate come numi tutelari nel tempio, O-Haru rintraccia le sembianze di Katsunosuche,l’unico uomo che l’abbia amata e che lei amava.
La legge degli uomini si è abbattuta su di loro,colpevoli di appartenere a caste diverse,con la katana che ha tagliato la testa di Katsunosuche e la caduta di O-Haru non ha più avuto fine.
Per la ripresa di lei che oltrepassa il ponte, costretta all’esilio con la famiglia, la macchina è posta sotto un’arcata,così da relegare la scena in un triangolo angusto di ombre che man mano si restringono.
La vita continuerà a stringersi intorno all’esile O-Haru,sembra non esserci fine alle sue disgrazie,ma regolarmente Mizoguchi ci pone di fronte ad una chiara individuazione di responsabilità sociali ed individuali,nulla che si possa attribuire al destino cieco.
La storia di O-Haru è fatta di tante tappe, si trasforma e cambia secondo gli stilemi inconfondibili di una drammaturgia che mette a fuoco i caratteri nei gesti e nella vocalità, apre e chiude porte e pannelli,fa attraversare la scena creando spostamenti temporali, progetta un ambiente che è teatro dell’azione e insieme racconto e commento,ogni parola diventa spazio, ogni gesto tempo.
Il ritmo predilige il passo lento,lo sguardo indugia spesso sui particolari con gusto pittorico e organizza lo spazio scenico con rigore geometrico, mentre dispone oggetti e persone con evidenza plastica.
Opera di vigore doloroso nell’implacabile susseguirsi di ingiustizie,capace di comunicare un senso di disperazione profonda nel ritratto devastante di una donna portata alla rovina da regole a cui nessuno sembra voler opporsi,è l’allegoria di una condizione femminile certo estrema, ma solo in apparenza anacronistica.
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il cinefilo
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venerdì 22 ottobre 2010
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spietata odissea nel dolore di una donna
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TRAMA:Nel Giappone del XVII secolo una donna chiamata O-Haru subisce un interminabile serie di umiliazioni da parte degli uomini,oltre a perdere l'unico uomo che abbia amato(ucciso per aver avuto una relazione d'amore con lei)...COMMENTO:Si tratta di un drammatico viaggio attraverso l'agghiacciante rigore delle convenzioni sociali di un epoca lontana(descritte come un rito inutile e opprimente)e attraverso coloro(il mondo delle donne di cui la protagonista si pone come la massima rappresentazione rappresentazione simbolica)che ne hanno subito le conseguenze.
La deliberata lentezza del film si rivela fondamentale per riuscire a costruire intorno alle numerose disgrazie di O-Haru un aura simbolica di stampo prettamente metaforico e dove la sofferenza e la vergogna sono le uniche emozioni che si possono avvertire con chiarezza.
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TRAMA:Nel Giappone del XVII secolo una donna chiamata O-Haru subisce un interminabile serie di umiliazioni da parte degli uomini,oltre a perdere l'unico uomo che abbia amato(ucciso per aver avuto una relazione d'amore con lei)...COMMENTO:Si tratta di un drammatico viaggio attraverso l'agghiacciante rigore delle convenzioni sociali di un epoca lontana(descritte come un rito inutile e opprimente)e attraverso coloro(il mondo delle donne di cui la protagonista si pone come la massima rappresentazione rappresentazione simbolica)che ne hanno subito le conseguenze.
La deliberata lentezza del film si rivela fondamentale per riuscire a costruire intorno alle numerose disgrazie di O-Haru un aura simbolica di stampo prettamente metaforico e dove la sofferenza e la vergogna sono le uniche emozioni che si possono avvertire con chiarezza.
Il film può essere letto come un potente(e giusto)attacco a un certo tipo di spietata concezione del corpo della donna che era in vigore(e,pultroppo,lo è tuttora in alcuni paesi del mondo)nel periodo feudale del Giappone.
Una curiosità:L'attore Toshiro Mifune spicca,in un piccolo ma significativo ruolo(il giovane innamorato,ricambiato,della donna)ma arriverà alla notorietà internazionale solo parecchi anni dopo con il regista Akira Kurosawa.
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