Il soggetto è debitore al passo biblico che racconta la storia di Daniele nella fossa dei leoni. Non è un debito nascosto visti i richiami biblici nei titoli di testa. Nei panni del protagonista c’è Ed Fury, al suo secondo appuntamento sugli schermi con il personaggio nato dalla penna di Henryk Sienkiewicz nel romanzo “Quo vadis?”. Carlo Ludovico Bragaglia gestisce bene una storia un po’ povera di colpi di scena utilizzando con grande maestria un gruppo numeroso di animali e addestratori del Circo Orfei. Tra gli interpreti spiccano una spietata Moira Orfei e un sorprendente Alberto Lupo negli inconsueti panni del cattivo. Tra i meriti di Bragaglia c’è quello di non eccedere nell’effetto cartapesta.
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Il soggetto è debitore al passo biblico che racconta la storia di Daniele nella fossa dei leoni. Non è un debito nascosto visti i richiami biblici nei titoli di testa. Nei panni del protagonista c’è Ed Fury, al suo secondo appuntamento sugli schermi con il personaggio nato dalla penna di Henryk Sienkiewicz nel romanzo “Quo vadis?”. Carlo Ludovico Bragaglia gestisce bene una storia un po’ povera di colpi di scena utilizzando con grande maestria un gruppo numeroso di animali e addestratori del Circo Orfei. Tra gli interpreti spiccano una spietata Moira Orfei e un sorprendente Alberto Lupo negli inconsueti panni del cattivo. Tra i meriti di Bragaglia c’è quello di non eccedere nell’effetto cartapesta. Ursus non è costretto a prove di forza esagerate, non deve sollevare massi o spaccare montagne. La sua forza erculea serve solo a raddrizzare carri, spezzare catene e poco più. Con questo film il regista chiude dopo sei film la sua avventura nel genere mitologico italiano iniziata nel 1955 con La cortigiana di Babilonia.
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