pegaso63
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domenica 8 marzo 2009
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l'altro lato di john e john
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Ci troviamo di fronte a un capolavoro.. un film che si dipana leggero disegnando un atmosfera senza tempo .. Dove l'umana natura, l'amore, l'egoismo, l'invidia, la solidarietà, la burla, la rissa vengono tratteggiate a grandi quadri nello stile del grande John Ford. Al di la delle eccellenti performances dei protagonisti quello che mi ha colpito e' la eccezionale qualità dei caratteristi... Victor Mc Laglen, Mildred Natwick, Ward Bond e il
fantastico Barry Fitzgerald...
Oggi siamo abituati a trame contorte..a effetti speciali.. a parolacce a iosa,
a corpi mostrati in tutte le angolazioni..
Beh ragazzi... andatevi a vedere la scena nella quale Maureen O'Hara si toglie le scarpe e le calze per attraversare un fiumiciattolo.
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Ci troviamo di fronte a un capolavoro.. un film che si dipana leggero disegnando un atmosfera senza tempo .. Dove l'umana natura, l'amore, l'egoismo, l'invidia, la solidarietà, la burla, la rissa vengono tratteggiate a grandi quadri nello stile del grande John Ford. Al di la delle eccellenti performances dei protagonisti quello che mi ha colpito e' la eccezionale qualità dei caratteristi... Victor Mc Laglen, Mildred Natwick, Ward Bond e il
fantastico Barry Fitzgerald...
Oggi siamo abituati a trame contorte..a effetti speciali.. a parolacce a iosa,
a corpi mostrati in tutte le angolazioni..
Beh ragazzi... andatevi a vedere la scena nella quale Maureen O'Hara si toglie le scarpe e le calze per attraversare un fiumiciattolo.. o quando...all'inizio del film , volge il viso muovendo la sua chioma rossa per scrutare il nuovo arrivato.. Sono scene di un erotismo profondo...
Fantastica la tecnica di Ford... che pare voler creare dei veri e propri " quadri pittorici" dove la staticità degli attori di secondo piano evoca al meglio l'equilibrio psicologico del momento..non si parla..non ci si muove...ma si capisce tutto..
John Wayne e Maureen O'Hara ci accompagnano tramite la loro tormentata storia di amore in un mondo scomparso... archetipico.. che pero' evoca la nostalgia in tutti noi... possiamo fluttuare liberamente in questa atmosfera fresca..non contaminata... abbandonando per due ore le angustie e i tormenti della vita...
Un film da vedere e rivedere.. consigliato anche per i giovani piu' accorti e volenterosi di non farsi omologare al 100% dal pensiero dominante odierno..
BUONI SENTIMENTI? SI
FATTI E NON PAROLE? SI
LOTTA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI MA LEALE? SI
RECITAZIONE E REGIA AI LIMITI DELLA PERFEZIONE? SI
" The quiet man" e' senza dubbio.. a mio avviso... Tra i primi cento film di tutti i tempi... in buona compagnia con altri 3 o 4 del Duke... e molti di Ford.. regista unico e irripetibile..
Cordiali saluti a tutti
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domdue
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sabato 28 marzo 2009
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un parere personale
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Ci sono dei film , come d'altronde ci sono delle canzoni, che hanno tratteggiato le nostre storie, la nostra vita.
Per quanto mi riguarda The quiet man è uno di questi, in esso io sognato un mondo bucolico in cui i cattivi non sono proprio cosi cattivi , e l'amore per una donna può essere tormentato e forse per questo anche piu interessante.
In questo film ho visto un paese l'Irlanda , che probabilmente non è mai esistita sicuramente non esiste più, che per questo; per non rimanerne deluso non ho mai visitato, pur avendo viaggiato per mezzo mondo.
E poi di tutti i film importanti per ognuno di noi c'è sempre una scena alla quale siamo piu affezzionati che ad altre .
Ebbene chi non avrebbe voluto, almeno una volta nella vita essere al posto di John Torton mentre tiene la mano della donna piu bella che abbia mai visto mentre il vento che entra prepotente dalla porta gli scompiglia una fitta chioma rossa .
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Ci sono dei film , come d'altronde ci sono delle canzoni, che hanno tratteggiato le nostre storie, la nostra vita.
Per quanto mi riguarda The quiet man è uno di questi, in esso io sognato un mondo bucolico in cui i cattivi non sono proprio cosi cattivi , e l'amore per una donna può essere tormentato e forse per questo anche piu interessante.
In questo film ho visto un paese l'Irlanda , che probabilmente non è mai esistita sicuramente non esiste più, che per questo; per non rimanerne deluso non ho mai visitato, pur avendo viaggiato per mezzo mondo.
E poi di tutti i film importanti per ognuno di noi c'è sempre una scena alla quale siamo piu affezzionati che ad altre .
Ebbene chi non avrebbe voluto, almeno una volta nella vita essere al posto di John Torton mentre tiene la mano della donna piu bella che abbia mai visto mentre il vento che entra prepotente dalla porta gli scompiglia una fitta chioma rossa .
Beh io si!
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domenico rizzi
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giovedì 19 dicembre 2013
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ritorno alla terra delle origini
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Un film che Sergio Leone detestava per l'idilliaca quiete di un paese che a quell'epoca era sconvolto dalle lotte dell'IRA, ma John Ford, irlandese d'origine, si limita a narrare una storia semplice, che sta al di fuori delle contese politiche. Una vicenda basata sulle qualità umane della gente di campagna, quando il mondo credeva ancora a certi valori, quali il coraggio, la lealtà e l'orgoglio. L'Irlanda del 1922 è lo scenario in cui si muovono John Wayne (Sean Thornton, ex pugile tornato in Irlanda dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti) Mary Kate Danaher (Maureen O'Hara, irlandese di Dublino) una ragazza da marito, il pacifico sensale Barry Fitzgerald (Michaleen Flynn) e il sanguigno Victor Mc Laglen (Will Danaher) indimenticato sergente di tanti western fordiani e vincitore del premio Oscar per il film "Il traditore".
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Un film che Sergio Leone detestava per l'idilliaca quiete di un paese che a quell'epoca era sconvolto dalle lotte dell'IRA, ma John Ford, irlandese d'origine, si limita a narrare una storia semplice, che sta al di fuori delle contese politiche. Una vicenda basata sulle qualità umane della gente di campagna, quando il mondo credeva ancora a certi valori, quali il coraggio, la lealtà e l'orgoglio. L'Irlanda del 1922 è lo scenario in cui si muovono John Wayne (Sean Thornton, ex pugile tornato in Irlanda dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti) Mary Kate Danaher (Maureen O'Hara, irlandese di Dublino) una ragazza da marito, il pacifico sensale Barry Fitzgerald (Michaleen Flynn) e il sanguigno Victor Mc Laglen (Will Danaher) indimenticato sergente di tanti western fordiani e vincitore del premio Oscar per il film "Il traditore". L'onore prevale sul buon senso e la scazzottata finale è la degna cornice di un racconto popolato da persone semplici e istintive, nel quale l'amore deve sottostare a regole arcaiche e gli uomini sono ancora tutti d'un pezzo, prima che la società moderna li trasformi in qualcosa d'altro, assegnando loro dei ruoli un po' più ambigui. Ford tiene molto ad evidenziare il contrasto fra il modernismo dell'America in cui Sean ha fatto fortuna e l'immutabile realtà dell'Irlanda rurale, che il regista conobbe da ragazzo, essendo nato nel Maine. La coppia Wayne-O'Hara è semplicemente perfetta e si muove a proprio agio in tutte le situazioni: la naturale affinità fra i due attori è del resto nota, dal momento che la stessa Maureen definì John come il partner ideale di qualunque film. Oscar per la regia a John Ford, Oscar per la fotografia - per le stupende riprese del paesaggio - a Winton C. Hoch e Archie Stout. Entrambi strameritati.
Domenico Rizzi, scrittore.
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samanta
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mercoledì 27 maggio 2020
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la più grande scazzottatura del cinema ...
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Con l'uomo tranquillo John Ford conquistò il quarto Oscar un record per Hollywood (gli altri: Il traditore, Furore, Come era verde la mia valle, oltre a una nomination per Ombre Rosse).
John Ford ha abbandonato i temi sociali degli altri film per affrontare una commedia basata sulla nostalgia per la vecchia Irlanda degli anni '20. Ford è stato uno dei più grandi registi del cinema, perchè in tutti i suoi film ha saputo creare un mondo in cui si amalgono poesia, sentimenti, psicologie, sofferenze, nonché uomini forti e donna "toste" che sanno affrontare la vita.
Siamo nell'Irlanda che ha da poco conquistato l'indipendenza dal dominio inglese che causò milioni di morti.
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Con l'uomo tranquillo John Ford conquistò il quarto Oscar un record per Hollywood (gli altri: Il traditore, Furore, Come era verde la mia valle, oltre a una nomination per Ombre Rosse).
John Ford ha abbandonato i temi sociali degli altri film per affrontare una commedia basata sulla nostalgia per la vecchia Irlanda degli anni '20. Ford è stato uno dei più grandi registi del cinema, perchè in tutti i suoi film ha saputo creare un mondo in cui si amalgono poesia, sentimenti, psicologie, sofferenze, nonché uomini forti e donna "toste" che sanno affrontare la vita.
Siamo nell'Irlanda che ha da poco conquistato l'indipendenza dal dominio inglese che causò milioni di morti. Sean Thorton (John Wayne) ritorna in Irlanda nel paese natio, in USA ha alle spalle una buona carriera di pugile , ma in un incontro muore l'avversario, il fatto lo traumatizza e abbandona la boxe. Sean vuole ricomprare la casa dove è nato, ora di proprietà della ricca vedova Sarah (Mildred Natwick) che è ambita da un'altro vicino Will Danaher (Victor McLaglen) ricco proprietario , uomo un pò rozzo, collerico e avaro che vorrebbe anche sposare la ricca vedova. Quest'ultima indispettita dalla sua insolenza vende la casa a Sean che, a sua volta, è stato colpito dalla bellezza della sorella di Will: Mary Kate (Maureen o'Hara). I due simpatizzano ma devono superare l'ostacolo di Will, ma con un sotterfugio di Michelino (Barry Fitzgerald) sensale di matrimoni e del parroco Padre Logan (Ward Bond) fanno credere a Will che se la sorella se ne va via di casa, la vedova acconsentirà al matrimonio. Sean e Mary si sposano , ma Will goffamente al pranzo di nozze annuncia il matrimonio con la vedova che reagisce malamente. Will per reazione non dà la dote promessa che a Sean non importa ma per Mary è una questione fondamentale di dignità e quindi pur amando passionalmente Sean non acconsente a consumare le nozze, lo farà, ma fugge dal paese per partire in treno , Sean la ragggiunge e la trascina in una lunga sequenza tra boschi e pianure a casa del fratello inseguiti da tutto il paese e qui ha inizio una scazzotttatura lunghissima vinta da Sean che riceve la dote promessa, i due si riappacificano e Will si fidanza con la vedova.
John Ford ha realizzato un capolavoro di poesia e di sentimenti, di nostalgia di un'Irlanda che non c'é più sullo sfondo di apesaggi incredibili in cui prevalgono il verde, il rosso, il bianco e le pietre grigie delle costruzioni, sotto un cielo da sogno. Nostalgia percorsa da amabile ironia: gli irlandesi sono chiacchieroni, litigiosi, gran bevitori ma con il cuore umano e profondamente religiosi. Alcune figure sono indimenticabili: Michelino interpretato da un Barry Fitzgerald formidabile (Oscar come attore n.p. in La mia vita di Dassin) gran bevitore che va in giro con un calesse il cui cavallo si ferma spontaneamente davanti al Pub senza che lo comandi il padrone. Bravissimi John Wayne e Victor McLaglen (Oscar come migliore attore ne Il traditore) e la bellissima Maureen o'Hara. John Ford ha portato nel film la sua banda in genere di irlandesi che recita in tanti suoi film come ad esempio Ken Kurtis che ritroveremo in Sentieri Selvaggi nella parte del mancato sposo di Laurie.
Un film che ancora adesso piace e si rivede, divertente e coinvolgente sentimentalmente.
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great steven
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domenica 7 dicembre 2014
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tanta energia e poco buonismo per un capolavoro
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UN UOMO TRANQUILLO (USA, 1952) diretto da JOHN FORD. Interpretato da JOHN WAYNE – MAUREEN O'HARA – VICTOR MCLAGLEN – BARRY FITZGERALD – WARD BOND – MILDRED NATWICK – FRANCIS FORD § Un ex pugile statunitense che ha ucciso senza volerlo un avversario sul ring decide di tornare nella natia Irlanda per recuperare la pace smarrita ed ammogliarsi con una brava donna del posto. Le sue attenzioni ricadono benevolmente su una locandiera altera e orgogliosa, la quale lo ricambia senza farlo attendere troppo, ma ci si mette di mezzo il gigantesco fratello maggiore di lei che non vede di buon occhio lo spasimante, che gli ha anche sottratto un terreno lussureggiante e coltivabile, comprato ad un prezzo più vantaggioso e conveniente.
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UN UOMO TRANQUILLO (USA, 1952) diretto da JOHN FORD. Interpretato da JOHN WAYNE – MAUREEN O'HARA – VICTOR MCLAGLEN – BARRY FITZGERALD – WARD BOND – MILDRED NATWICK – FRANCIS FORD § Un ex pugile statunitense che ha ucciso senza volerlo un avversario sul ring decide di tornare nella natia Irlanda per recuperare la pace smarrita ed ammogliarsi con una brava donna del posto. Le sue attenzioni ricadono benevolmente su una locandiera altera e orgogliosa, la quale lo ricambia senza farlo attendere troppo, ma ci si mette di mezzo il gigantesco fratello maggiore di lei che non vede di buon occhio lo spasimante, che gli ha anche sottratto un terreno lussureggiante e coltivabile, comprato ad un prezzo più vantaggioso e conveniente. Aiutati e aizzati da un vecchio predicatore religioso che fa da mentore disinteressato e carnale alla coppia appena formatasi, l’uomo e la donna imparano a conoscersi e giungono all’amore, benché lui ribadisca chiaro e tondo che l’ha sposata per amore e non per i quattrini. Dovrà affrontare un incontro di omerico e rude pugilato per conquistare sul campo l’amata, e il suo irriducibile e accanito avversario sarà proprio il suo futuro cognato, scontroso, violento e cinico. Ne uscirà vincitore e, dimenticando per sempre il tragico episodio che lo allontanò dal continente americano, potrà godersi una serena e quieta vita di coppia nella confortevole e comoda casa in riva al torrente e immersa nella vegetazione forestale. La sceneggiatura è presa in prestito da un racconto di Maurice Walsh, e fu scritta da Frank S. Nugent ispirandosi ad un tema abbastanza vicino al shakespeariano La bisbetica domata. Indubbiamente Ford realizzò, con questa incredibile opera, il suo primo film nel quale la storia d’amore ha un sapore e un’importanza centrali e possiede specialmente un struttura a flashback, non priva d’una voce narrante. Smargiassa e nostalgica, abbiamo qui a che fare con una commedia armoniosa ricca di passaggi umoristici e di vigore nelle cadenze di una ballata affettiva nei confronti di un’Irlanda mai fotografata tanto splendidamente, con tutto il verdeggiare ambivalente e magnifico dei suoi quartieri letteralmente tuffati in un’incontaminatezza ardua da trovare al giorno d’oggi (figuriamoci negli anni 1950!), e così attraente da non lasciare indifferenti nemmeno gli spettatori più fortemente antiecologisti. La compagnia di attori è assai affiatata, e in essa la disinvoltura pareggia stupendamente col brio, ma vediamo nel dettaglio le singole interpretazioni: J. Wayne è perfetto nel rappresentare un boxeur pentito dell’atto inconsulto compiuto non intenzionalmente, e cerca nell’amore e in un nuovo mestiere il riscatto ripristinante e la redenzione provvidenziale di cui necessita per tornare a sorridere alla vita, e sicuramente questo personaggio così contraddittorio e pacato contrasta con i suoi consueti eroi supervirili, spregiudicati e coraggiosi, che si incontrano tanto spesso nei western diretti non solo dal fedele amico e scopritore di astri nascenti J. Ford; M. O’Hara è una donna audace, con la testa sulle spalle, che non cede al primo corteggiatore, e che sa per l’appunto tenere testa abilmente al marito, pretendendo da lui una definitiva e decisiva prova d’amore, importantissima per capire per quale motivo abbia voluto sposarla, pur essendo nel suo intimo convinta della sincerità di questa passione; V. McLaglen interpreta forse il personaggio migliore del suo repertorio di antieroi arcigni e sogghignanti, che sgranocchiano le convenzioni della società come grissini e se ne infischiano delle tradizioni e della buona educazione, e qui, grazie alle sue espressioni accigliate e alla sua recitazione paradossale ma anche ineluttabilmente simpatetica, estrae un asso nella manica davvero stupefacente ed empatico; infine, B. Fitzgerald è un eccellente sacerdote non troppo laico come sembrerebbe ad un primo esame, e la sua vena comica risulta evidentissima e fin troppo caratterizzante, in senso fortemente buono, positivo e caricaturale. Tutti motivati fino all’ultima goccia di sangue. La regia, come sempre, non delude le aspettative, e si distingue per una maestria nient’affatto buonista ma al contrario critica del sistema borghese e della sua intrinseca mutevolezza. Un paio di Oscar raggranellati durante il percorso cinematografico: regia e fotografia (W. C. Hoch & A. Stout).
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il cinefilo
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domenica 17 luglio 2011
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the quiet man
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John Ford passa dalle vaste praterie del selvaggio West a quelle della"verde Irlanda"(verde in tutti i sensi come si evince dalla fotografia e dall'ammirevole scenografia)per onorare,con la forza dell'umorismo,la sua originaria terra natia(anche se si può tranquillamente dire che,con film come OMBRE ROSSE e FURORE,Ford è stato molto più americano di altri suoi connazionali),almeno per quanto riguarda l'aspetto delle tradizioni e dei costumi locali.
Il personaggio di John Wayne,per una volta lontano anni luce dallo stereotipo del cowboy,è quello di un uomo che,nel cercare di riallacciarsi alle sue origini,tenta,in realtà,di abbandonare per sempre la violenza a causa di una tragica esperienza sul ring,in America,che portò alla morte del suo avversario in uno scontro di box.
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John Ford passa dalle vaste praterie del selvaggio West a quelle della"verde Irlanda"(verde in tutti i sensi come si evince dalla fotografia e dall'ammirevole scenografia)per onorare,con la forza dell'umorismo,la sua originaria terra natia(anche se si può tranquillamente dire che,con film come OMBRE ROSSE e FURORE,Ford è stato molto più americano di altri suoi connazionali),almeno per quanto riguarda l'aspetto delle tradizioni e dei costumi locali.
Il personaggio di John Wayne,per una volta lontano anni luce dallo stereotipo del cowboy,è quello di un uomo che,nel cercare di riallacciarsi alle sue origini,tenta,in realtà,di abbandonare per sempre la violenza a causa di una tragica esperienza sul ring,in America,che portò alla morte del suo avversario in uno scontro di box...ma questa violenza è destinata,molto lentamente,a raffiorare a causa del fratello della"spumeggiante"donna di cui egli si innamora(una bravissima Maureen O'Hara,vero asso vincente del cast)per poi esplodere definitivamente,e unicamente,nella leggendaria scazzottata finale tra i due uomini sotto gli occhi eccitati dell'intera città(compreso il prete che dovrebbe invece tentare di portare la pace)nella sequenza in assoluto più grandiosa,ma anche comica,del film.
CONCLUSIONE:Escludendo qualche(rarissima)lungaggine di troppo THE QUIET MAN si avvicina molto alla perfezione e per quanto non possa assegnare un giudizio"a metà"il mio voto definitivo è quattro stelle e mezzo.
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(di il cinefilo)
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