Tutti i giovani Apache, Geronimo compreso, vengono deportati in Florida dopo aver oltrepassato per la terza volta i confini della riserva con intenti bellicosi. Tra essi c’è anche il valoroso guerriero Massai (Burt Lancaster), che riesce a fuggire e si mette in cammino per raggiungere i restanti membri della sua tribù. Durante il viaggio egli entra in contatto con un indiano Cherokee che gli racconta come i suoi uomini, dandosi all’agricoltura, siano riusciti ad intraprendere un rapporto pacifico con i bianchi. Massai cerca di spiegare ai compagni l’importanza di tutto ciò, ma nessuno sembra volerlo ascoltare; anzi, Santos, il più anziano, schiavo dell’acquavite, si adopera per riconsegnarlo invano agli Statunitensi.
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Tutti i giovani Apache, Geronimo compreso, vengono deportati in Florida dopo aver oltrepassato per la terza volta i confini della riserva con intenti bellicosi. Tra essi c’è anche il valoroso guerriero Massai (Burt Lancaster), che riesce a fuggire e si mette in cammino per raggiungere i restanti membri della sua tribù. Durante il viaggio egli entra in contatto con un indiano Cherokee che gli racconta come i suoi uomini, dandosi all’agricoltura, siano riusciti ad intraprendere un rapporto pacifico con i bianchi. Massai cerca di spiegare ai compagni l’importanza di tutto ciò, ma nessuno sembra volerlo ascoltare; anzi, Santos, il più anziano, schiavo dell’acquavite, si adopera per riconsegnarlo invano agli Statunitensi. Massai si mette in moto da solo, e progetta vendetta non solo contro i bianchi ma anche contro Santos, di cui sequestra la figlia, ragazza che invece ha palesato favore verso le idee del guerriero. Massai si mette con lei in fuga, e tra i due nasce del sentimento. Così, i suoi ardori vendicativi e senza fine alcuno diventano una battaglia per la sopravvivenza di entrambi. E del bambino di Massai che ella porta in grembo… Girato in notevole Technicolor ed arricchito da una bellissima fotografia, L’Ultimo Apache è un film che lascia trasparire una certa inclinazione filo-indiana, per quanto ammantata di buonismo nel considerare l’origine del conflitto etnico come insita quasi esclusivamente nella natura bellicosa dei nativi. Artefatto e coreografico come vuole la tradizione hollywodiana, la pellicola ha comunque il pregio di mettere in luce – in maniera se non altro credibile - la questione indiana da un punto di vista, pur con tutti i limiti di sorta, non certo assai comune per i western dell’epoca.
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