Tratto da un romanzo di Wilbur Smith è un film decisamente malriuscito sia tecnicamente che sotto il profilo dell’intrattenimento.
Sotto il secondo aspetto l’opera si presenta confusa e non definita, con una sottostoria riconducibile al genere sentimentale inserita malamente dentro una intelaiatura propria di un film d’azione: entrambe le parti sono poco curate e mal sviluppate a causa di una sceneggiatura veramente scadente, peggiorata da dialoghi sciapi ed inconsistenti.
La trama è talmente goffa da non saper filare nonostante la sua elementarità, tanto che in vari punti si incarta scivolando nel ridicolo.
I personaggi sono mal delineati ed il pubblico non riesce a legarsi alle loro vicende.
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Tratto da un romanzo di Wilbur Smith è un film decisamente malriuscito sia tecnicamente che sotto il profilo dell’intrattenimento.
Sotto il secondo aspetto l’opera si presenta confusa e non definita, con una sottostoria riconducibile al genere sentimentale inserita malamente dentro una intelaiatura propria di un film d’azione: entrambe le parti sono poco curate e mal sviluppate a causa di una sceneggiatura veramente scadente, peggiorata da dialoghi sciapi ed inconsistenti.
La trama è talmente goffa da non saper filare nonostante la sua elementarità, tanto che in vari punti si incarta scivolando nel ridicolo.
I personaggi sono mal delineati ed il pubblico non riesce a legarsi alle loro vicende.
Sul piano tecnico, la regia del modesto Peter R. Hunt lascia alquanto a desiderare; le uniche sequenze che si salvano sono quelle con le riprese del sempre suggestivo paesaggio africano e le convulse scene finali girate dentro la miniera d’oro, dove Hunt riesce a trasferire un po’ di concitazione allo spettatore.
Davvero pessimo il montaggio.
Il protagonista è Roger Moore che era diventato da poco il nuovo 007, ma qui non lascia certo il segno; forse ancora peggiore la performance della meno nota Susannah York, che con Moore è protagonista di una delle storie d’amore meno coinvolgenti che si ricordano. Vanno citati infine due grandi interpreti come Ray Milland e John Gielgud, entrambi sprecati in dei piccoli ruoli poco definiti, ma che comunque è sempre piacevole vedere all’opera, seppur in una pellicola scadente come questa.
Pessime le scene delle uccisioni, che forse vorrebbero colpire il pubblico per spietatezza e spettacolarità, ma che invece risultano soltanto mal eseguite, al punto da far cadere le braccia.
PS Le sequenze con l’allagamento dentro la miniera mi hanno riportato alla mente quelle effettivamente molto simili di un altro film con Roger Moore, “007 – Bersaglio mobile”, pellicola di undici anni più vecchia, che fu anche l’ultimo film della serie di James Bond interpretato da Moore.
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