elgatoloco
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mercoledì 13 dicembre 2017
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indovina comunque importante
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<Questo"Lo Scatenato"di Franco Indovina(1967)con Gassman attore.clou è comunque , pur inserendosi tra i film gassmaniani dell'epoca("IL profeta", "La congiunutra"etc.)dimostra come un grande interprete(Gassman, ça va sans dire)e Franco Indovina, regista interessante, anche se spesso coinvoto in opere non sempre ritenute di grande spessore e forse neppure tali in sé, in alcuni casi(prescindo qui dalla tragica vicenda che lo aveva portato alla morte più che prematuranente). Film scritto da Indovina stesso, con Tonino Guerra e Luigi Malerba(ossia: quando gli sceneggiatori erano altra cosa che quelli attuali, con tutto il rispetto.
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<Questo"Lo Scatenato"di Franco Indovina(1967)con Gassman attore.clou è comunque , pur inserendosi tra i film gassmaniani dell'epoca("IL profeta", "La congiunutra"etc.)dimostra come un grande interprete(Gassman, ça va sans dire)e Franco Indovina, regista interessante, anche se spesso coinvoto in opere non sempre ritenute di grande spessore e forse neppure tali in sé, in alcuni casi(prescindo qui dalla tragica vicenda che lo aveva portato alla morte più che prematuranente). Film scritto da Indovina stesso, con Tonino Guerra e Luigi Malerba(ossia: quando gli sceneggiatori erano altra cosa che quelli attuali, con tutto il rispetto...) è incentrato sull'attore di caroselli pubblicitari che sviluppa una forma di zoofobia che lo porta ad essere lincenziato. Incontra vari personaggi(bello il cameo di Carmelo Bene, nei panni di un prete. efficace la partecipazione di Gigi Proietti, allora ancora alle prime armi, almeno al cinema), dove si vede come il film rispecchia in pieno la deformazione grottesca sia del gigionismo sia della nevrosi di Gassman, che negli ultimi anni era diventata"depressione", qualunque cosa si intenda con questo termine. Molte volte (a iniziare dal mitico"Il sorpasso"di Dino Risi)Gassman ha dato di sé l'immagine-falsa nella vita, peraltro-di spaccone e"iperdotato"in peggio, di esroverso al limite della prepotenza e della maleducazione, qui invece il personaggio"implode"nella nevrosi fobica. Percorrendo i film di Gassman si arriva alla dimensione"altra"che, se non è quella dell'introversione, certamente ce ne mostra il lato"dark", oscuro. Beninteso, nessuna volontà, in questa breve nota, di identificare romanticamente arte=vita, come Gassman a teatro aveva fatto rivisitando"Kean"nella straordinaria e intuitiva pièce di Alexandre Dumas, ma comunque percorrendo, come in un caleidoscopio, tutti i suoi film(e le performances teatrali, cosa più difficile, causa mancanza di video di tutte le pièces...)avremo uno spaccato non da poco della sua personalità, ricca quando multiforme. Qui Indovina ne"intercetta"una faccia, deformando in direzione grottesca il tutto(confronta il finale, da vedere, se non vi è capitato di vedere il film). El Gato
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elgatoloco
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venerdì 14 giugno 2019
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gassman, sempre gassman. film azzeccato
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"Lo scatenanto"(1967, di Franco indovina, sceneggiatura scritta dal regista con Tonino Guerra e Luigi Malerba), uno di quei film da inserire nel periodo comico di Gassman, di grande successo, con donne a profusione(sullo schermo e, sembra, nella vita)è però un film particolare, dove il grande attore teatrale e di cinema, tra l'altro, nell'ossessione mimico-gestuale(in specie di mimica facciale)tende ad anticipare aspetti "schizofranici"che faranno, dieci anni dopo, anzi per meglio costituiranno l'architrave di quel piccolo capolavoro che sarà, per la regia di Dino Risi, "Anima persa", da un romanzo di Giovanni Arpino, Qui Gassman, motteggiando, caratterizza(si può leggere il tutto come una caratterizzazione lunga un film intero), un attore che fa solo pubblicità, uno di cui non si può dire, cioè, citando Cesar Brie, che non intendeva essere necessariamente blasfemo: "prendete e mangiatene tutti: questo è il corpo di un attore", ma invece un attore ridotto al lavoro più umile.
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"Lo scatenanto"(1967, di Franco indovina, sceneggiatura scritta dal regista con Tonino Guerra e Luigi Malerba), uno di quei film da inserire nel periodo comico di Gassman, di grande successo, con donne a profusione(sullo schermo e, sembra, nella vita)è però un film particolare, dove il grande attore teatrale e di cinema, tra l'altro, nell'ossessione mimico-gestuale(in specie di mimica facciale)tende ad anticipare aspetti "schizofranici"che faranno, dieci anni dopo, anzi per meglio costituiranno l'architrave di quel piccolo capolavoro che sarà, per la regia di Dino Risi, "Anima persa", da un romanzo di Giovanni Arpino, Qui Gassman, motteggiando, caratterizza(si può leggere il tutto come una caratterizzazione lunga un film intero), un attore che fa solo pubblicità, uno di cui non si può dire, cioè, citando Cesar Brie, che non intendeva essere necessariamente blasfemo: "prendete e mangiatene tutti: questo è il corpo di un attore", ma invece un attore ridotto al lavoro più umile. Ed è qui che, in seguito ad alcuni reali incidenti accorsigli con degli animali, pur se magari all'inizio creandogli qualche bella situazione con belle donne(Gassman forever, cfr.anche sopra...), trasforma l'attore frustrato in un soggetto fobico, ossessionato dagli animali e in particolare dagli insetti, ma non solo... fino alla situazione finale, che lo vede non molto al di sopra di uno scimpanzé, anzi proprio rinchiuso dietro le sbarre non di un manicomio(nel 1967 c'erano ancora)ma di uno zoo, quasi fosse un suo antenato scimmiesci, summa iniuria per lui, ovviamente. Chiara la volontò di Indovina, Malerba, Guerra, Gassman di mettere alla berlina le ossessioni dell'attore, ma anche una metafora della società nella quale viviamo, talmente alienante da creare condizioni fobiche come quella esemplificata nel fil, che vede, tra l'altro, un siparietto con Carmelo Bene nelle vesti di un prete, involontariamente coilpito con violenza dall'attore Gassman che voleva uccidere una mosca-chissà quale divertimento per i due grandi del teatro(Bene ha fatto realtivamente poco cinema, ma diciamo tout court dello spettacolo)... che, fuori dal set, si saranno fatti matte risate... Ancora Claudio Gora e qualche altra presenza. Il tutto in un mondo grottesco, quasi un'involontaria parodia del"divenire animale"teorizzato, sempre circa un decennio dopo, da Gilles Deleuze(grande amico di Bene, come noto,..)e da Felix Guattari....Diseguale, "eccessivo", complessivamente da vedere senz'altro El Gato
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