La semplicità delle potenti metafore (il cavallo ingiustamente colpevolizzato dal contadino e la sua consapevole replica; il gas esilarante e il corpo vuoto a rappresentare l'assurdità della guerra), le immagini e gli accostamenti evocativi, pregni di tensione drammatica (la fisarmonica e il treno deragliante), l'intensità del dibattito politico e la forza della consapevolezza ideologica, vissuta come prassi esistenziale (e tutt'altro che schematica o didattica; semplicemente inequivocabile nel suo estrinsecarsi), il finale, che vede da un lato l'impossibilità di rimettere in movimento l'arsenale senza i lavoratori (la necessità, dunque, della classe operaia), appena fucilati, dall'altro il procedere titanico (quasi prometeico) dell'operaio Timos, che nessuna salva di proiettili riesce a fermare (l'ineluttabilità della rivoluzione), e che infine dichiara "Sono un lavoratore ucraino", a testimoniare la molteplicità del suo personaggio, fanno di Arsenale un capolavoro visivo, in cui aleggia sin dall'inizio la sovradeterminazione della tragedia, il tutto circoscritto nella magniloquente poetica della Storia.
[+]
La semplicità delle potenti metafore (il cavallo ingiustamente colpevolizzato dal contadino e la sua consapevole replica; il gas esilarante e il corpo vuoto a rappresentare l'assurdità della guerra), le immagini e gli accostamenti evocativi, pregni di tensione drammatica (la fisarmonica e il treno deragliante), l'intensità del dibattito politico e la forza della consapevolezza ideologica, vissuta come prassi esistenziale (e tutt'altro che schematica o didattica; semplicemente inequivocabile nel suo estrinsecarsi), il finale, che vede da un lato l'impossibilità di rimettere in movimento l'arsenale senza i lavoratori (la necessità, dunque, della classe operaia), appena fucilati, dall'altro il procedere titanico (quasi prometeico) dell'operaio Timos, che nessuna salva di proiettili riesce a fermare (l'ineluttabilità della rivoluzione), e che infine dichiara "Sono un lavoratore ucraino", a testimoniare la molteplicità del suo personaggio, fanno di Arsenale un capolavoro visivo, in cui aleggia sin dall'inizio la sovradeterminazione della tragedia, il tutto circoscritto nella magniloquente poetica della Storia.
Una precisazione: non si tratta di una schematica descrizione della rivoluzione russa. Arsenale si svolge infatti in Ucraina (a rivoluzione compiuta), nel periodo dei peggiori pogrom antiebraici (scatenati dagli avversari dei bolscevichi), e vede contrapposti i bolscevichi ucraini filosovietici al disordinato e violento governo ultranazionalista che per breve periodo resse le sorti dell'Ucraina. Un invito, quindi: prima di fare della critica storica... studiare la Storia.
[-]
|
|